Questa mappa rappresenta la differenza della speranza di vita, calcolata su base provinciale, tra il 2021 ed il 2020. E sebbene Istat, che questi dati ha fornito, specifichi che i valori relativi allo scorso anno siano provvisori, il colpo d’occhio ricorda le mappe che, nel 2020, raccontavano la diffusione della pandemia da Covid-19 in Italia. Con il nord “devastato” dai contagi e il Mezzogiorno che, almeno sotto questo profilo, viveva una situazione meno complessa.
Non è un caso se dodici mesi più tardi la provincia che vede un aumento maggiore della speranza di vita alla nascita è proprio Bergamo, epicentro del terremoto sanitario che ha scosso il paese. Qui, in un solo anno, questo indicatore che misura l’aspettativa di vita media delle persone è cresciuto di 3,6 anni, passando da 79,7 a 83,3, valore pari a quello del 2018 e inferiore di appena un decimale a quello del 2019.
Nella mappa i territori rappresentati in blu sono quelli che hanno visto un aumento della speranza di vita nell’anno successivo allo scoppio della pandemia. Aumento che, come visto per il capoluogo orobico, spesso non è che un ritorno alla situazione precedente all’arrivo del coronavirus. Quelli in arancione, invece, sono quelli che hanno visto una contrazione del valore di questo indicatore. E dove, verosimilmente, le ondate successive alla prima hanno avuto un impatto maggiore.
Il dato nazionale parla di una speranza di vita di 82,4 anni contro gli 82,1 registrati nel 2020. Per gli uomini, si è passati da 79,8 a 80,1, mentre quella delle donne è cresciuta da 84,5 a 84,7 anni. Il grafico che segue consente di analizzare l’andamento di questo indicatore, a livello di singola provincia, a partire dal 2004:
Di default viene visualizzata la situazione in provincia di Roma. Basta utilizzare i filtri nella parte bassa per selezionare un’altra regione e, quindi, un’altra provincia. È normale che, usando i filtri, in un primo momento il grafico scompaia. Bene inoltre specificare che, per rendere maggiormente comprensibile l’andamento della speranza di vita, si è scelto di non scalare l’asse delle ordinate a zero. Il che vuol dire che le variazioni tra un anno e il successivo possono apparire più significative di quanto non siano in realtà.