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economia

Ecco come l’Italia ha saputo compensare nei primi dieci mesi del 2022 le forniture mancanti di gas dalla Russia

Si tratta di dati in milioni di metri cubi (mmc).

 

L’Italia ha saputo compensare nei primi dieci mesi del 2022 le forniture mancanti di gas dalla Russia. Un risultato che allo scoppio del conflitto russo-ucraino era ritenuto di difficile realizzazione.

In particolare, è stato possibile per l’Italia disporre di circa gli stessi volumi di gas importati rispetto al corrispondente periodo del 2021 (56453 milioni di metri cubi (mmc) nel 2022 contro i 56584 mmc del 2021). Data la stretta sul gas compiuta dalla Russia (a cominciare dall’autunno del 2021 e poi rafforzatasi al sorgere del conflitto e alla sua condanna dei vecchi alleati europei), l’implicazione è che l’Italia è stata in grado di sopperire al gas mancante dalla Russia.

È bene ricordare, infatti, che la Russia era stata il principale fornitore di gas dell’Italia nel 2021 (nei primi dieci mesi, il 39.68% del gas importato era russo). Nel periodo corrispondente del 2022, la dipendenza dalla Russia si attesta, invece, al 18.34% (10355 mmc vs 22457 mmc, pari ad una diminuzione del 53.9%).

Fatta eccezione per la Libia (i cui flussi si sono ridotti nel 2022 rispetto al 2021), i partner storici dell’Italia hanno contribuito con ingenti approvvigionamenti di gas. Notevole tra tutti l’exploit della Norvegia, prima in termini percentuali (+385%, da 1320 mmc a 5087 mmc). È invece l’Algeria ad aver fornito più gas in termini assoluti (18623 mmc contro 16535 mmc, +11,2%). Anche l’offerta di gas dell’Azerbaigian è aumentata rispetto al 2021: +54,57% (da 2905 mmc a 5323 mmc). I rigassificatori hanno attirato il 31,1% di gas liquefatto in più (10917 mmc contro 8328 mmc). Le importazioni di GNL potrebbero aumentare ulteriormente quando saranno installate le due ulteriori navi rigassificatrici. Si prevede che la prima entri in funzione nell’aprile 2023, e la seconda nel 2024, quando il governo italiano ritiene di realizzare il definitivo affrancamento dal gas russo.

A conferma di come anche prima della guerra la Russia consegnasse meno gas all’Italia, possiamo notare che nel gennaio 2022 il gas russo in Italia si attestava a 1617 mmc rispetto a 3049 mmc del 2021. Da lì in poi la tendenza negativa è continuata per tutti gli altri mesi, con un gap che è progressivamente aumentato da aprile.

I dati di ottobre 2022 sono significativi. Le forniture dalla Russia ammontano a circa 29 milioni. Tuttavia, si deve considerare la sospensione delle forniture a inizio ottobre per effetto della nuova normativa adottata dall’Austria, da cui transita il gas proveniente dalla Russia (con un punto di accesso a Tarvisio).

A conclusione, il processo di diversificazione delle importazioni – promosso dall’Unione europea nell’ambito del programma REPowerEU e rilanciato dal governo italiano – può dirsi indirizzato nella giusta direzione. Tuttavia, ad oggi non possiamo sostenere di poter fare a meno del gas russo che, sebbene in calo, ha alimentato le nostre scorte (al 94,97% al 25 ottobre) e soddisfatto il fabbisogno interno. Nel Rapporto di Previsione di Prometeia di settembre 2022 sono stati elaborati scenari – con o senza gas russo e con o senza riduzione della domanda – per mostrare l’evoluzione degli stoccaggi durante l’anno termico in corso. Il periodo invernale rappresenterà un’incognita. Lo affrontiamo, però, con una situazione di partenza incoraggiante.

 

Contributo a cura della società di consulenza Prometeia