Gli italiani consumano molti antidepressivi, ma altri paesi europei parecchi di più, con un aumento di quasi due volte e mezzo negli ultimi 20 anni. È quanto emerge confrontando i dati dei database OCSE 2022. Il consumo medio di antidepressivi in questi 18 paesi europei è infatti passato dalle 30,5 dosi giornaliere (DDD) per 1.000 persone al giorno nel 2000, alle 75,3 DDD nel 2020. Questa media complessiva nasconde punti di partenza molto diversi. Nel 2000 si consumavano 6,4 DDD di antidepressivi in Estonia – il paese con i tassi più bassi di utilizzo di questa classe di farmaci – e ben 70,5 DDD in Islanda, ancora oggi il paese europeo con il consumo più alto per abitante. Nel 2020, siamo passati invece dalle 20 DDD della Lettonia alle 153 DDD dell’Islanda. Seguono Portogallo (131 DDD), Regno Unito (108 DDD nel 2017), Svezia (105 DDD) e Spagna (87 DDD). L’Italia, con confermato dal Rapporto OSMED 2022 di AIFA, si assesta su 44,6 dosi giornaliere (DDD) per 1000 abitanti, contro le 39 del 2014. Nel 2021 in particolare le dosi assunte sono state il 2,4% in più rispetto al 2020. In altri termini circa il 7% degli italiani ha assunto antidepressivi nel 2021, con picchi di oltre il 10% in Liguria e Toscana e prevalenze inferiori nel Meridione. La metà ha più di 67 anni e la categoria che ne assume maggiormente sono le donne anziane: il 27,5% delle over 85.
Nel 2020, l’utilizzo medio in 24 paesi OCSE è stato di 68 DDD. I tre paesi più grandi per popolazione, Turchia (49 DDD), Francia (55 DDD) e Germania (62 DDD), hanno tutti registrato un consumo inferiore alla media. In ben 14 paesi su 18, il consumo di antidepressivi in 20 anni è più che raddoppiato. La Repubblica Ceca ha registrato l’aumento più elevato con il 577%, mentre è aumentata solo del 38% in Francia, il che rappresenta la variazione più bassa in questi paesi tra il 2000 e il 2020. Chiaramente va considerato il fatto che vent’anni fa i sistemi di monitoraggio potevano essere differenti rispetto a oggi.
Nello stesso periodo è aumentato del 304% in Portogallo, del 256% nel Regno Unito, del 208% in Spagna e del 200% in Germania.
Attenzione, stiamo parlando qui solamente di antidepressivi. Accanto a questi vi sono gli antipsicotici per schizofrenia, disturbi deliranti, disturbi dell’umore come il disturbo bipolare, il cui consumo è aumentato dal 2014 al 2021 del 20%, con 10 DDD per 1000 nel 2021. Ci sono inoltre gli ansiolitici, che rientrano nella categoria dei farmaci sedativo-ipnotici e ansiolitici. Ne assumiamo 54 DDD per 1000 abitanti nel 2021, contro le 40 DDD per 1000 del 2014. Le benzodiazepine in particolare, sono con i contraccettivi e i farmaci utilizzati nella disfunzione erettile, le categorie a maggiore spesa fra i farmaci di classe C.
La domanda che questi dati pongono è quale sia la reale prevalenza di depressione cronica nei paesi europei, per capire se si tratta di un consumo correlato con un’esigenza concreta, o quanto possa essere ridondante. Non ci sono dati ufficiali comparabili sulla percentuale di persone che hanno riferito di avere una depressione cronica o di aver consultato uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Tuttavia, Eurostat fornisce alcuni spunti, per esempio che i paesi con il più alto consumo di antidepressivi sono anche quelli con la più alta prevalenza di rispondenti che hanno dichiarato di soffrire di depressione. Questi dati sono stati raccolti da Eurostat attraverso un sondaggio – la European Health Interview Survey – condotto in ogni paese. Si tratta di un’indagine sulla popolazione generale che fornisce informazioni sullo stato di salute, sui determinanti della salute e sulle attività sanitarie nell’Unione Europea. Nel 2019 Eurostat ha rilevato che il 7,2% dei cittadini dell’UE ha dichiarato di soffrire di depressione cronica, il che rappresenta solo un piccolo aumento rispetto al 2014 (+0,3 punti percentuali). Nel 2019, tra i paesi dell’UE, il Portogallo (12,2%) aveva la percentuale più alta di popolazione che soffriva di depressione cronica, seguita da Svezia (11,7%), Germania e Croazia (entrambe 11,6%). Per l’Italia la prevalenza riportata per il 2019 era del 5,3%.
Se consideriamo solo gli ultimi dieci anni, OCSE fornisce i dati per 24 paesi europei, evidenziando un incrememento complessivo del 36,5%, passando da una media di 49,8 a 68 DDD. L‘Estonia ha registrato l’aumento più significativo, +133%, mentre il consumo è aumentato solo del 2% in Francia, è raddoppiato nel Regno Unito ed è aumentato del 50% in Turchia. La variazione è stata inferiore al 25% in dieci paesi. Un aspetto curioso: il consumo di antidepressivi dal 2010 a oggi è calato solo in Danimarca.