Quello che sta per concludersi è stato un anno a dir poco complesso. Esattamente un anno fa il Centre for Economics and Business Research (Cebr) scriveva che nel 2022 il Pil mondiale avrebbe superato per la prima volta i 100 trilioni di dollari e la Cina sarebbe diventata nel 2030 la prima economia del mondo togliendo il primato agli Usa con 24 mesi di ritardo sui calcoli precedenti. Quando furono formulate queste ipotesi l’inflazione non era a due cifre, non c’era la guerra in Ucraina e la recessione era uno spettro molto lontano. Un anno dopo la società di consulenza britannica ha pubblicato un nuovo report. Secondo Kay Daniel Neufeld, direttore e responsabile delle previsioni al Cebr, ha dichiarato: ‘ È probabile che l’economia mondiale affronterà la recessione il prossimo anno a causa degli aumenti dei tassi di interesse in risposta all’aumento dell’inflazione. Le banche centrali sono state molto lente nel rendersi conto della portata dei problemi inflazionistici di cui avevamo avvertito e, di conseguenza, gli aumenti dei tassi di interesse e la decelerazione monetaria sono stati bruschi. La buona notizia è che l’inflazione dovrebbe scendere piuttosto rapidamente, la cattiva notizia è che in molti paesi ci vorrà una recessione perché ciò accada».
Cosa è cambiato? Il report pare più pessimista rispetto alle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale.
La Cina rallenta, il sorpasso è più lontano.
Uno dei maggiori cambiamenti dallo scorso anno riguarda proprio la crescita della Cina. Due anni fa, ci aspettavamo che avrebbe superato gli Stati Uniti nel 2028. L’anno scorso, le previsioni indicavano come anno del sorpasso il 2030. Ora Cebr stima che ci vorrà fino al 2036 perché la Cina superi l’economia statunitense. Questa visione rivista riflette il maggiore impatto sull’economia cinese dalla politica zero Covid del paese e l’aumento delle tensioni commerciali tra Cina e Occidente.
L’impatto delle sanzioni sull’economia russa.
L’economia russa era la nona più grande nel 2022. Resterà la nona anche nel 2023 con una perdita di Pil del 3%. Ma le conseguenze delle sanzioni a seguito dell’invasione dell’Ucraina significano che scenderà al quattordicesimo entro il 2037.
Il Pil mondiale a quota 102 trilioni
I ricercatori stimano che il Pil mondiale ammonterà a 102 trilioni per il 2022 nel suo complesso e raddoppierà all’incirca a 206 trilioni nel 2037.
Qui sotto l’infografica realizzata da Visual Capitalist con la mappa dell’economia mondiale realizzata con le stime del Fmi dell’aprile del 2022.
Quanto all’Italia.
L’Italia, scrivono, nel 2022 ha un PIL pro capite stimato di 51.062 dollari a parità di potere di acquisto. Una contrazione del PIL del 9,0% nel 2020 è stata seguita da un’espansione del 6,6% nel 2021 e da una previsione del 3,2% nel 2022, il che significa che l’economia italiana si è ripresa ai livelli pre-pandemia. Come altri Paesi europei, l’Italia è stata esposta a uno shock dei prezzi dell’energia in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Negli ultimi anni, il gas naturale russo ha rappresentato circa il 40% delle importazioni di gas dell’Italia, mentre l’Algeria è stato il fornitore più importante. Nel corso del 2022, l’Italia ha cercato di ridurre la sua dipendenza dall’energia russa aumentando le importazioni dai Paesi africani, sfruttando le relazioni esistenti con i fornitori. L’inflazione ha raggiunto l’11,8% a novembre, il tasso più alto dagli anni Ottanta. La crescita dei prezzi è stata trainata prevalentemente da energia e generi alimentari. L’Italia rimane uno dei Paesi più indebitati dell’Eurozona, con un debito pubblico pari al 147% del PIL nel 2022, anche se in calo rispetto al 155% registrato nel 2020. In prospettiva, si prevede che l’economia italiana si contrarrà dello 0,4% nel 2023, poiché i prezzi elevati dell’energia freneranno l’attività economica sia nel Paese che nell’intera Eurozona. Anche la politica monetaria più restrittiva peserà sulle prospettive di crescita dell’Italia, poiché la Banca Centrale Europea mira a ridurre l’inflazione nel blocco valutario. L’economia dovrebbe tornare a crescere nel 2024, con un tasso di espansione dell’1,3%, in linea con il trend di crescita a lungo termine dell’Italia.
Cosa misura il Cebr?
Il CEBR prende i suoi dati primari dal rapporto World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale e utilizza un modello interno per prevedere crescita, inflazione e tassi di cambio. Il World Economic League Table (WELT) è un calcolo annuale del Cebr pubblicato dal Cebr. I dati di base sono tratti dal World Economic Outlook del FMI e la previsione del PIL si basa sul modello Global Prospects del Cebr per prevedere crescita, inflazione e tassi di cambio. Il WELT tiene traccia delle dimensioni delle diverse economie in tutto il mondo e prevede i cambiamenti nei prossimi 15 anni, fino al 2037.