Aver vietato il fumo nei locali pubblici ha ridotto la percentuale di italiani tabagisti? In linea generale sì, anche se non nelle fasce più adulte della popolazione. E cala anche la media di sigarette fumate ogni giorno. Questo dicono i numeri di Istat a vent’anni dall’entrata in vigore dalla cosidetta legge Sirchia, quella cioé che ha introdotto il divieto di fumo in bar, ristoranti e più in generale nei locali pubblici.
I dati raccolti dall’Istituto nazionale di statistica partono dal 2001, ovvero da due anni prima dell’entrata in vigore della normativa in questione, e arrivano fino al 2021. E dicono che all’inizio del secolo il 23,7% degli italiani aveva il vizio del fumo. Una percentuale che, vent’anni più tardi, si è ridotta al 19%. Dato, quest’ultimo, in aumento rispetto al 18,4% riscontrato prima della pandemia. I numeri non dicono se sia stato il lockdown a contribuire all’aumento dei fumatori.
Altro aspetto interessante, rappresentato dalle dimensioni della linea sul grafico che apre questo pezzo, è la riduzione della media di sigarette fumate ogni giorno. Nel 2021 il fumatore medio ne accendeva 14,6 ogni giorno, ovvero tre quarti di un pacchetto. Una cifra che due anni fa è scesa a 11, ovvero poco più di metà pacchetto. Quindi non solo la percentuale di fumatori si è ridotta, ma è anche calato il numero di sigarette che fumano ogni giorno.
Questo il quadro generale. Il filtro nella parte bassa (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) consente però di analizzare la situazione in base alle fasce di età della popolazione. Si scopre così che tra chi ha un’età compresa fra i 60 e i 75 anni, la percentuale di fumatori è invece in aumento. Nel 2001 i fumatori erano il 15% tra chi ha 60 e 64 anni, oggi sono il 20,5%. Allo stesso modo, nella fascia tra i 65 ed i 74 anni si è passati da un 13,1% di tabagisti al 15,1%. Va detto che almeno, in entrambi i casi, si è ridotta la quantità media di sigarette accese ogni giorno.
Nonostante il divieto di fumo nei locali pubblici, infine, il numero di italiani che fumano è rimasto consistente: si tratta pur sempre di un italiano su cinque che non riesce a rinunciare alle sigarette.