Poco più di 53 miliardi di euro. Ecco l’ammontare (nel 2021) delle imposte ambientali in Italia. Quante di queste sono state effettivamente destinate a contrastare la crisi climatica? Meno di 9 miliardi (il 16,7%). Una quota in calo dal 2016, quando gli introiti dell’erario, nei riguardi di tali imposte, erano quasi 60 miliardi.
Facciamo il punto con i dati Istat e cerchiamo di capire come si posiziona il nostro gettito fiscale sulle imposte ambientali rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
Il cosa, come e perché delle imposte ambientali
Cosa sono le imposte ambientali? Sono quote di costi incorporati nel prezzo di beni e servizi che, nella loro produzione o nel loro utilizzo, creano un danno ambientale. In questo modo (ed ecco il come) si cerca di internalizzare costi esterni, cioè di includere nel danno ambientale una quota (qui il perché) che verrà utilizzata in seguito dallo Stato per attività che contrasteranno l’impatto su clima e ambiente.
Ci sono diverse tipologie di imposte ambientali. Si pensi ad esempio a quelle sull’energia. Queste sono, in molti Paesi europei (compresa l’Italia), una parte consistente dell’intero gettito di stampo ambientale. Per capirci, nel 2019 erano il 78% sul totale. Seguono (tra le altre) le imposte sui trasporti, relative alla proprietà, registrazione e uso dei veicoli a motore (escludendo quindi il carburante, che rientra nelle tasse sull’energia).
Le imposte ambientali in Europa
Come dimostrato dai dati dell’Istituto, in Italia le imposte ambientali hanno avuto sempre meno enfasi dal 2016 in poi (passando da 59,5 miliardi a 53,4 del 2021). Inoltre, il gap tra il gettito con finalità ambientali e quello privo di questa funzione, si è costantemente ridotto. Si pensi che nel 2016 il 25,7% delle imposte ambientali era destinato a contrastare il cambiamento climatico, mentre nel 2021 era solo il 16,7% (e quindi una riduzione di quasi 10 punti in cinque anni).
In chiave europea, secondo quanto riportato dai dati Eurostat , il nostro Paese è al terzo posto per gettito d’imposte ambientali. Sul podio primeggia la Germania, con 64,7 miliardi di introiti statali registati nel 2021. La seguono i nostri cugini d’oltralpe, con 54,4 miliardi (distanziati da noi di un solo miliardo).
Appare chiaro che nonostante gli strumenti per contrastare il cambiamento climatico siano molteplici e operativi, manca una concreta presa di posizione per convogliare le risorse in atti per la giustizia climatica. Questo accade contemporaneamente al susseguirsi di evidenti mutamenti ambientali che accrescono le disuguaglianze, laddove non distruggono o uccidono. L’auspicio è che il nostro Paese adoperi soluzioni valide, prima che il problema si dimostri irrimediabile.