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tecnologia

Agli italiani piace l’intelligenza artificiale. O almeno a quelli che ne parlano sui social

La reazione degli italiani di fronte allo sviluppo dell’intelligenza artificiale è generalmente positiva. O almeno è tale da parte di chi ne parla sui social network. Mentre tecnologie basate sull’AI diventano sempre più di uso comune, come ChatGPT per gli output testuali o Lensa AI per la creazione di immagini, è legittimo chiedersi cosa pensino le persone di questi strumenti. Lo hanno fatto Pierluigi Vitale, social media analyst e docente di Comunicazione visiva e advertising all’Università di Salerno, e Serena Pelosi, linguista computazionale e membro del comitato scientifico di ObservatoryZed, osservatorio dedicato alla GenZ.

I due ricercatori, in collaborazione con la martech company CreationDose, hanno analizzato oltre 50mila post pubblicati su Facebook, Instagram e TikTok tra il gennaio 2022 e lo stesso mese del 2023. Lo studio ha preso in considerazione i contenuti che avevano hashtag come intelligenza artificiale, AI ed IA. Il primo tema indagato è relativo alle emozioni espresse dagli utenti dei social network rispetto a questa tecnologia.

In particolare, sono state indagate le otto emozioni primarie indicate dallo psicologo statunitense Robert Plutchik, riorganizzate dai ricercatori in emozioni positive, negative o neutrali. E nel grafico che apre questo pezzo è rappresentata l’emotion detection sull’intelligenza artificiale emersa dall’analisi dei post Facebook. Come si vede, la maggioranza dei contenuti esprime posizioni positive. In particolare, quello più come è la fiducia. Marginali disgusto e rabbia, più significativa tra le emozioni negative è invece la paura. Questa, invece, la situazione su Instagram e TikTok:

Anche su queste piattaforme le emozioni suscitate dall’intelligenza artificiale sono in maggioranza positive, con una grande rilevanza della fiducia. Da notare come su questi due social network, che sono quelli maggiormente usati dalla Gen Z, la prevalenza dei sentimenti positivi sia più netta rispetto a quella vista su Facebook, dove invece l’età media degli utenti è più alta. Detto in altre parole, le persone che per mere questioni anagrafiche avranno più a lungo a che fare con l’AI sono anche quelle che ne sono meno spaventate.

Un quadro simile emerge dalla sentiment analysis, ovvero dall’atteggiamento con cui si discute dei temi legati all’intelligenza artificiale. Questa la situazione su Facebook:

Il colore della barra indica il sentimento, cui è stato attribuito un valore numerico che varia da -3 a +3, la lunghezza la percentuale di post che affrontano il tema. Quello più dibattuto su Facebook riguarda la possibilità che l’intelligenza artificiale possa assorbire posti di lavoro e creare disoccupazione. Un tema rispetto al quale il sentimenti degli utenti è abbastanza neutro. Ma più in generale le sensazioni che emergono dall’analisi dei post sul social network ideato da Mark Zuckerberg rispetto all’AI sono neutre o leggermente positive. L’unico elemento di negatività è legato alla preoccupazione che l’intelligenza artificiale possa avere effetti ad oggi imprevedibili e potenzialmente pericolosi sulla società. Questa, invece, la situazione su Instagram e TikTok:

In questo caso, non ci sono sentiment negativi. E il tema più dibattutto, a conferma dell’età media più bassa degli utenti, riguarda non solo l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla ricerca scientifica, ma anche sulla formazione e sulla didattica nelle scuole e nelle università. Bene ricordare che l’analisi è condotta sugli utenti italiani dei social network, che variano dai 18 milioni di TikTok ai 35 di Facebook e che quindi non coprono la totalità della popolazione. E che questo sottoinsieme della popolazione è ulteriormente ristretto dal fatto che rappresenta solo chi su queste piattaforme ha discusso di intelligenza artificiale. Tra chi se ne sta occupando, però, il sentiment è decisamente positivo.