Entrati nella fase a playoff del campionato, la Nba (o per meglio dire gli aventi diritto al voto, tra giornalisti ed analisti sportivi) ha cominciato ad assegnare i vari premi stagionali per quanto riguarda la regular season.
Tra l’altro, novità dello scorso dicembre, da quest’anno i premi sono stati associati a figure storiche del passato, con l’aggiunta anche di un nuovo titolo per una nuova categoria, lavorando – come al solito – sempre per tenere fresco un meccanismo che di fatto non stanca mai e si tiene al passo coi tempi.
Nel dettaglio, questa è lista dei giocatori a cui sono stati intitolati i premi: Jerry West (quello del logo NBA per intenderci) per Clutch player of the year, ossia il giocatore più decisivo nei momenti chiave; George Mikan (il primo vero centro della storia del gioco) per Most improved player of ther year, vale a dire il giocatore più migliorato; John Havlicek (uno dei simboli della dinastia Celtics durante l’era Bill Russell) per il Sixth man of the year, conferito alla miglior “riserva”; Wilt Chamberlain (unico al momento ad aver segnato 100 punti in una sola gara) per il titolo di Rookie of the year, ossia il miglior esordiente; Hakeem Olajuwon (detentore del record di stoppate in carriera) per Defensive player of the year, vale a dire difensore dell’anno; Michael Jordan (dubitiamo servano spiegazioni in questo caso…) per Most Valuable Player, ossia il giocatore col maggior valore.
Se siete appassionati di NBA potreste sapere che per questo ultimo trofeo individuale c’è sempre un dibattito molto acceso per via delle molteplici interpretazioni con le quali può essere visto che spaziano da “il giocatore che porta più valore alla squadra” al “giocatore più forte”, passando per le varie sfaccettature che possono esistere tra questi due estremi.
Diciamo che in alcuni casi le due letture si sono conciliate senza creare troppo chiasso tra gli addetti ai lavori (LeBron James o Michael Jordan), ma va ricordato che anche per creare un po’ di narrativa mediatica c’è questa consapevolezza diffusa secondo la quale “il sistema” tende a non riconoscere il premio in maniera continuativa allo stesso atleta; diversamente avremmo potuto assistere a “filotti” di MVP particolarmente longevi che forse avrebbero reso meno appetibile il dibattito, diminuendo il relativo hype prima dell’assegnazione del titolo più chiacchierato.
Ad ogni modo, proprio mentre scriviamo, tutti gli altri premi sono stati già assegnati ed in particolare De’Aaron Fox dei Sacramento Kings ha vinto il Clutch player of the year, Lauri Markkanen degli Utah Jazz quello di Most improved, Jaren Jackson Jr dei Memphis Grizzlies ha ricevuto il Defensive player of the year, Malcom Brogdon dei Boston Celtics è stato riconosciuto come Sixth man of the year, mentre qualche giorno fa è stato svelato anche il nome del Rookie of the year.
Senza grosse sorprese il premio ha preso la via di Orlando (Magic) all’attenzione della prima scelta assoluta dello scorso draft Paolo Banchero che, a fronte di una stagione da 20 punti, poco meno di 7 rimbalzi e 4 assist a gara, ha di fatto ipotecato fin da subito il trofeo, accendendo tra l’altro le speranze dei tifosi italiani, lato nazionale, per via della sua doppia cittadinanza (oltre a quella americana) ottenuta nel 2020 tramite ius sanguinis che gli permetterebbe di poter rappresentare l’Italia nelle competizioni FIBA, anche se la questione, specie dopo la convincentissima prima stagione, parrebbe destinata a rimanere poco più che una romantica illusione.
Tornando però al discorso Most Valuable Player, come al solito, anche noi di Info Data ci mettiamo lo zampino ed abbiamo deciso di dare un’occhiata a quelli che dovrebbero essere i possibili tre pretendenti (Giannis Antetokounmpo, Nikola Jokic e Joel Embiid), basandoci sempre sui numeri, anche se probabilmente sarà una corsa con soli due reali contendenti.
Nell’infografica che segue per ognuno dei tre giocatori sono riportate i valori di alcune delle loro principali statistiche come punti, assiste e rimbalzi, unite ad alcune metriche più avanzate come PER e VORP, andando ad evidenziare chi ha fatto registrare i numeri migliori. In aggiunta, passando/cliccando sul pulsante “Check All the Winners” è possibile prendere visione di tutti i vincitori delle passate edizioni, corredate da alcune voci statistiche per poterli confrontare.
Come anticipato e stando anche ai media, il trofeo che dallo scorso dicembre porta il nome di Michael Jordan verrà assegnato al vincitore degli ultimi due anni (Jokic) oppure ad Embiid, giocatore franchigia e centro dei Philadelphia 76ers che anche lo scorso anno è stato in ballottaggio fino all’ultimo con il rivale serbo, versando ulteriore benzina sul fuoco in vista di questa prossima nomina.
Per quanto anche il Greek Freak dei Bucks possa vantare dei numeri straordinari, secondo gli addetti ai lavori, il numero 34 dei Bucks dovrebbe ottenere solamente un numero marginale di voti, lasciando quindi che la sfida si disputi tra gli altri due candidati anche se su Jokic pesa la possibilità di vincere un terzo titolo consecutivamente che lo farebbe entrare in una stretta cerchia di eletti in cui, per capirci, neanche Jordan è riuscito ad entrare, pur avendo ricevuto questo premio cinque volte in carriera.
Questo dettaglio non ha nulla ha a che vedere con il rendimento o con le statistiche del numero 15 dei Denver Nuggets ma sarà probabilmente uno dei fattori principali per l’assegnazione del trofeo dato che, ad oggi, Jokic non ha minimamente raggiunto quanto hanno conseguito in carriera i soli tre giocatori capaci di ripetersi per tre anni di fila: Wilt Chamberlain, Bill Russell e Larry Bird.
Il rischio di ricadere nell’interpretazione su come andrebbe assegnato il titolo di MVP è altissimo ed è altrettanto evidente che, come è giusto che sia, ogni votante possa avere un criterio personale su cui basare la decisione, spaziando appunto dai risultati della squadra, alle statistiche personali, passando per il contributo che i candidati apportano nello specifico contesto in cui giocano, pertanto noi ci atteremo a criteri meramente numerici in modo da essere sempre il più data driven possibile.
Fatta questa rigorosa premessa, il nostro vincitore morale, nonostante Joel Embiid abbia disputato una stagione incredibile (concludendo al primo posto della classifica marcatori), è quindi il “joker” che rispetto alle undici categorie statistiche prese in esame, in ben otto occasioni può vantare i valori più alti (uno dei quali in compartecipazione con Antetokounmpo).
Se Embiid si è assicurato i numeri migliori per punti e stoppate (33,1 e 1,7), l’asso serbo può vantarsi di aver quasi sfiorato la tripla doppia (almeno dieci in tre voci statistiche) di media a fronte di 9,8 assist a cui aggiunge anche 1,3 palle rubate a partita, numeri oggettivamente irreali per un “lungo” che, tra le altre cose, tolta l’altezza innegabile, è tutto tranne che lo stereotipo dell’atleta con il fisico scolpito nel marmo.
Volendo prendere in esame anche altri parametri che vengono classificati come “advanced stats”, Jokic la spunta praticamente sempre sia per quanto riguarda il PER (Player Efficiency Rating, una sorta di bilancio aritmetico fra voci positive e negative), TS% (True shooting, percentuale che va a parametrare l’efficacia al tiro sulla base del valore in punti dei canestri realizzati), VORP (Value Over Replacement Player, valore aggiuntivo confrontato rispetto ad un giocatore sostitutivo), WS (Win Shares, quante vittorie della squadra sono attribuibili al singolo giocatore) e BPM (Box score Plus/Minus, il bilancio riferito a quanti punti la squadra genera/subisce mentre un atleta è in campo).
In chiusura, focalizzandosi sui risultati delle rispettive squadre di appartenenza, il miglior bilancio W/L (Win/Loss, vittorie/sconfitte) è in favore del terzo incomodo Antetokounmpo che con il 70,7% di vittorie dei suoi Bucks chiude con un vantaggio di circa cinque punti percentuali in più dei 76ers di Embiid (65,9%) e dei Nuggets di Jokic (64,6%).
In sintesi, potremmo concludere che numericamente ci sbilanciamo su Jokic, considerando anche altri fattori non meramente numerici puntiamo su Embiid, ma se dovesse vincere Antetokounmpo quanto meno ve lo avevamo comunque segnalato.
Non ci resta quindi che chiedervi se vogliate a vostra volta sbilanciarvi su chi vincerà il premio o, alternativamente, invitarvi a scorrere l’elenco dei precedenti vincitori così da poter entrare a pieno titolo nel flame mediatico in caso vi doveste imbattere in eventuali assenze dei vostri giocatori preferiti.