Un nuovo studio di Pew Research Center analizza il fenomeno dei giovani che restano a casa dei genitori anche a tarda età (da 16 ai 29 anni). I dati sono del i dati del Census Bureau degli Stati Uniti e sono relativi al 2021. In un sondaggio condotto nello stesso anno, per genitori Usa avere i figli nelle mura domestica non è una buona cosa, tradotto è più probabile trovare un papà o una mamma che vogliono la prole fuori di casa. In Europa probabilmente la pensano nello stesso modo ma sono di più i giovani che restano a casa. Complice, come sappiamo bene, il contesto economico, logistico e il sistema scolastico che nel caso degli Usa spinge ragazzi e ragazze a uscire di casa prima per proseguire gli studi.
In 24 dei 29 paesi europei studiati, come rileva Eurostat, più di un adulto su tre di età compresa tra 18 e 34 anni viveva a casa dei genitori nel 2021 . Più nello specifico, le percentuali più alti le troviamo in Croazia (77%), Grecia (73%), Portogallo (72%), Serbia (71%) e, come sappiamo, in Italia (71%) . All’estremo opposto, ci sono i Paesi nordici con meno di un giovane adulto che vive a casa con i genitori.
Il caso Italia.
Secondo Eurostat, circa il 67% delle persone di età compresa tra i 16 e i 29 anni in Europa vive a casa dei genitori o di parenti. Ma per alcuni non si tratta di una scelta. Secondo una inchiesta di Euronews, la bassa propensione in Italia non è legata unicamente ai prezzi degli affitti e del mercato immobiliare. Che sono alti ma non così alti (escludendo fenomeni come Milano e Roma) rispetto anche ad altri Paesi. Il problema risiede, come sappiamo, nel mercato del lavoro stagnante del Paese. Secondo l’Istat il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni era pari al 22,9% nel gennaio 2023, quasi otto punti in più rispetto alla media Ue del 15,1%. Di conseguenza i giovani italiani sono meno indipendenti finanziariamente. Se a questo si aggiunge una crescita lenta dei salari e stipendi più bassa, è facile capire perché i giovani italiani sono bloccati in casa nonostante il calo dei prezzi delle case.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), l’Italia è l’unico Paese europeo in cui i salari sono diminuiti tra il 1990 e il 2020, mentre tutti gli altri Stati membri hanno registrato un aumento, con la Lituania in testa con un incremento del 276,3%.
Per approfondire.
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