Nel 2021 nell’ambito del PNAA (Piano Nazionale Alimentazione Animale) sono stati rendicontati 15.529 ingressi e 13.638 attività ispezionate direttamente presso gli OSM, acronimo che sta per Operatori del Settore Mangimi. A questi si aggiungono 8.651 campioni ufficiali di mangimi prelevati e analizzati, durante tutte le fasi di produzione del mangime: utilizzo, distribuzione e trasporto. Nel complesso nel secondo anno di pandemia è stato fatto l’87% di quanto era stato programmato.
Risultato: durante le ispezioni sono stati rilevati 878 casi di non conformità in totale, numero superiore rispetto all’anno precedente, che significa che nel 5,6% delle oltre 13 mila ispezioni sono state riscontrate non conformità che sono sfociate in 82 sanzioni amministrative e n. 2 casi di denunce all’Autorità Giudiziaria. In altre parole il 10% dei casi l’irregolarità è stata sanzionata.
Ogni anno la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute emana il bollettino sui controlli ufficiali in alimentazione animale effettuati in Italia. L’obiettivo dei controlli è individuare eventuali costituenti di origine animale non ammessi nei mangimi, la presenza di Salmonella spp., di sostanze farmacologicamente attive e additivi destinati all’alimentazione animale. Ma anche di sostanze indesiderabili fra cui contaminanti ambientali quali micotossine, diossine, melamina, pesticidi, e di organismi geneticamente modificati (OGM).
Il primo dato riguarda la qualità dell’etichettatura, ossia se rispecchia esattamente ciò che i mangimi contengono. Durante le ispezioni sono state riscontrate 29 irregolarità su 689 etichette verificate, che rappresentano il 4,2% del totale esaminato. La maggior parte di non conformità eera relativa alla non corretta indicazione degli additivi presenti nei mangimi. Tale attività ha portato all’irrogazione di n. 9 sanzioni amministrative.
In generale possiamo dire che nel complesso i mangimi (mangimi composti, materie prime, additivi, premiscele) e l’acqua di abbeverata, soddisfano i requisiti normativi di sicurezza. Dalle analisi effettuate nel 2021 su 8.651 campioni di mangimi ad opera dei Laboratori Ufficiali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, sono emersi campioni non rispondenti a quanto richiesto dalla normativa, che rappresentano lo 0,62% del totale dei campioni prelevati. Nella maggior parte dei casi comunque si tratta di non conformità dovute ad una scarsa conoscenza delle norme, a un’applicazione o predisposizione del piano di autocontrollo incompleta, ad attività di pulizia insufficienti, che sono causa di contaminazione, a inadeguatezze strutturali, e a scarsa o assente formazione degli operatori sulla corretta prassi igienica da mantenere sul luogo di lavoro.
In 30 campioni è stata riscontrata la presenza di principi farmacologicamente attivi ed additivi con titolazione sbagliata oppure in concentrazione non consentita. Sono numeri apparentemente bassi ma in realtà molto superiori rispetto a quelli dell’anno precedente. Le non conformità riscontrate hanno riguardato il riscontro di penicilline (10), tetracicline (3), Macrolidi (1), Lincosamidi (1) Sulfamidici (1), Zincobacitracina (1) Coccidiostatici Ionofori (3) e non Ionofori (3) in mangime per diverse specie animali.
In 11 campioni (lo 0,87% di quelli analizzati) è stata riscontrata una contaminazione da Salmonella spp, in 9 una difformità negli additivi oligoelementi, in 3 campioni la presenza di micotossine in quantità superiori ai limiti previsti (pari allo 0.26% del totale dei campioni esaminati percentuale in diminuzione rispetto all’anno precedente). Si è trattato del riscontro di Aflatossina B1 e Ocratossina A in varie tipologie di mangimi per animali da reddito e vacche da latte.
In un campione è stata rilevata la presenza di Organismi Geneticamente Modificati (OGM), pari allo 0,25% del totale dei campioni esaminati nel programma di monitoraggio e pari allo 0,21% sul totale dei campioni prelevati. Il campione non conforme di mangimi complementari è stato prelevato presso un impianto di produzione del circuito convenzionale ed era destinato agli ovini. Questo valore è in diminuzione rispetto all’anno precedente ed è relativo a non conformità legate all’etichettatura. Se si considera infatti che il caso è riferito alla mancanza delle indicazioni obbligatorie in etichetta e che non è stata rilevata alcuna presenza di OGM non autorizzati, non può che essere considerato un risultato soddisfacente.
Come funzionano i controlli sui mangimi
L’attività di controllo sui mangimi provenienti dai Paesi Terzi o di provenienza comunitaria è svolta, rispettivamente, dai PCF (Posti di controllo frontalieri) e dagli UVAC (Uffici veterinari adempimenti CE).
I campioni raccolti sono analizzati dagli Istituti Zooprofilattici., la cui attività, per quanto riguarda gli aspetti tecnico-scientifici, è coordinata dall’I.S.S. che effettua anche le analisi di controversia.
L’attività di controllo, laddove particolari esigenze specifiche lo richiedano, si avvale di organismi di altri comparti dello Stato (Comando Carabinieri per la Tutela dalla Salute, ICQRF, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, ecc.).