L’Unione europea ha compiuto un’ulteriore passo verso la decarbonizzazione. Lo scorso anno, infatti, le emissioni di CO2 legate all’utilizzo di combustibili fossili per la produzione di energia sono calate del 2,8% rispetto all’anno precedente. In numeri assoluti, fa sapere Eurostat, si tratta di 2,4 gigatonnellate.
Tanta l’anidride carbonica che i paesi dell’Unione, esclusa la Svezia perché i dati sono ritenuti poco affidabili, hanno immesso in atmosfera bruciando petrolio, gas naturale, carbone e torba con l’obiettivo di produrre energia elettrica. Una contrazione importante, quella segnalata dall’istituto europeo di statistica, perché le emissioni legate alla produzione di energia rappresentano il 75% di tutte quelle di origine antropica nei paesi dell’Unione.
Ad influenzare le emissioni derivanti dalla produzione di energia, specifica Eurostat, sono fattori come la composizione del combustibile, gli standard abitativi, la crescita economica, la dimensione della popolazione, le attività di trasporto e quelle industriali. Nella nota che accompagna il rilascio dei dati non si fa riferimento a quanto la contrazione dei consumi energetici decisa per far fronte all’invasione russa dell’Ucraina abbia inciso sulla riduzione di questo tipo di emissioni.
Viene invece specificato come le emissioni sono attribuite al paese nel quale il combustibile fossile viene bruciato. Se, ad esempio, viene importato del gas naturale per alimentare una centrale, la CO2 derivata dalla sua combustione viene attribuito al paese che lo ha acquistato e non ha quello che lo ha venduto. Allo stesso modo, se si importa elettricità generata da una centrale a gas, le emissioni sono imputate al paese che l’energia l’ha prodotta e non a quello che l’ha acquistata.
Tutto questo detto, vale la pena di entrare più nel dettaglio dei numeri forniti da Eurostat. Come si vede nel grafico che apre questo pezzo, la contrazione del 2,8% a livello europeo non nasce da una riduzione in tutti i 26 paesi considerati. In nove di questi, infatti, si è registrato un aumento delle emissioni di CO2 legate alla produzione di energia nel 2022 rispetto all’anno precedente. Si va dallo 0,2% di Cipro fino al 12% della Bulgaria.
Per quanto riguarda i paesi che invece questo tipo di emissioni le hanno ridotte, il range varia dal -1,4% visto in Danimarca al -12,8% registrato nei Paesi Bassi. Insieme alla Polonia, l’Italia è perfettamente in linea con la media continentale, con un calo del 2,8% della quantità di CO2 immessa in atmosfera per la produzione di energia.