Sono 11 mila miliardi di dollari i fondi destinati per contrastare il cambiamento climatico. Parliamo di un investimento a più scaglioni, iniziato nel 2022 (con l’erogazione di 154 miliardi) e che continuerà, con l’immissione di finanziamenti in NbS https://www.unep.org/nature-based-solutions-climate (Nature-based solutions nell’acronimo anglosassone) fino al suo totale compimento, nel 2050, quando raggiungerà – appunto – gli 11 mila miliardi di dollari.
Ma cosa sono gli NbS, ossia le soluzioni basate sulla natura? Sono le azioni volte a preservare o ripristinare gli ecosistemi naturali, per affrontare efficacemente le sfide sociali, economiche e ambientali, fornendo al contempo benefici alla comunità (in chiave globale). E per raggiungere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2050, le Nazioni Unite affermano che è necessario investire in modo sostanziale proprio in tali azioni.
Da dove arrivano questi fondi? Attualmente solo il 17% degli investimenti NbS proviene da fonti private. E benché le forze messe in campo siano quasi esclusivamente pubbliche, l’investimento annuale dovrà quadruplicare entro il 2050. Il che equivale a dire che dovranno essere aggiunti 520 miliardi di dollari pubblici agli investimenti NbS.
Ma dove verranno destinati i fondi? Gli interventi saranno maggiormente focalizzati sull’area agroforestale, che tra il 2022 e il 2050 prevederà un investimento cumulativo di 3,6 mila miliardi (quasi il 40% del totale). Seguono gli interventi nel rimboschimento, che raggiungeranno i 3,4 mila miliardi (circa il 31%) e quelli per il risanamento e la protezione della biodiversità (rispettivamente il 14,6% e l’11,8%). La parte meno consistente (1,1 mila miliardi, il 10% rispetto al totale) verrà predisposta per altre tipologie di azioni, che comprenderanno anche la gestione stessa dei fondi. Con l’auspicio che possano bastare per risanare la crisi climatica, di cui soffre il nostro pianeta.