Il fumo in primis, ma anche il consumo di alcolici e il sovrappeso sono fra i responsabili di quasi la metà – il 44% – di tutti i decessi per cancro nel mondo: 4,45 milioni di morti l’anno. Anche per quanto riguarda gli anni di vita liberi da malattia, l’uso del tabacco è il principale fattore di rischio comportamentale nei maschi, seguito dall’uso di alcol, dai rischi legati alla cattiva alimentazione e dall’inquinamento atmosferico. Anche fra le donne al primo posto fra i fattori che impattano sul cancro troviamo l’uso del tabacco, seppur in misura numericamente minore in termini di anni di vita persi in salute, seguito da sesso non protetto, cattiva alimentazione, sovrappeso/obesità e diabete.
Una delle sfide della ricerca scientifica in medicina è riuscire a isolare quanto influisce ogni fattore di rischio – esposizione a sostanze, alimentazione, attività fisica, solo per citarne alcuni – sul rischio di ammalarsi di una certa malattia o su un esito più o meno favorevole delle terapie. Si possono confrontare gruppi di persone che fumano o non fumano, o che seguono un certo stile alimentare con chi ne segue un altro, ma tutte queste persone vivono la loro vita, incrociando anche altre dimensioni e altre abitudini che incidono sulla loro salute in modo più o meno diretto.
Ben si comprende dunque il valore di questo lavoro enorme, pubblicato nel 2022, che per la prima volta quantifica il carico di cancro attribuibile a un’ampia serie di fattori di rischio modificabili per tutti i paesi del mondo, per età e sesso. In pratica i ricercatori sono riusciti ad avere un numero di dati significativo e solido da stimare quanti decessi e quanti anni vissuti in disabilità per 23 tipi di cancro sono verosimilmente attribuibili a ognuno dei 34 fattori esaminati.
Questo studio enorme si chiama Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The Lancet.
Ecco i tumori più impattati dai nostri comportamenti
Come si vede nel grafico in apertura, fra gli uomini i tumori più impattati dai fattori di rischio sono, in percentuale sul totale, quelli a trachea, bronchi e polmoni, al colon-retto, al fegato, a stomaco ed esofago. Poco impattati nel complesso, da comportamenti ed esposizione a fattori inquinanti, sono invece il cancro alla prostata e i tumori del sangue. Se andiamo a esaminare l’impatto fattore per fattore, osserviamo tuttavia che ad esempio alcuni come la cattiva alimentazione impattano molto su tumori del tratto digerente, incluso fegato e pancreas, mentre l’alcol impatta molto sul rischio di cancro alla faringe e naso-faringe. Fra le donne, il cancro alla cervice, ai polmoni e al colon sono più impattati rispetto al tumore al seno, che pure è numericamente più diffuso. Si osserva tuttavia il ruolo potente dell’alcol sul cancro al seno: quasi la metà dei DALy da alcol sulle donne hanno riguardato persone con cancro al seno, più di chi aveva una diagnosi di tumore a stomaco, fegato o intestino.
Nell’insieme, i maschi sono più soggetti ad ammalarsi per fattori di rischio “esterni”: il 50,6%, contro il 36,3% delle diagnosi che hanno riguardato donne.
Il 36,9% di tutti i decessi attribuibili a un qualche fattore di rischio riguarda i tumori a trachea, bronchi e polmoni. È il fumo infatti il principale driver di morte e anni di vita in disabilità per cancro, che rappresenta il 33,9% di tutti i DALY (anni di vita persi in disabilità) per cancro nei maschi. Il consumo di alcol, i rischi dietetici e l’inquinamento atmosferico sono stati i successivi maggiori fattori di rischio, rappresentando rispettivamente il 7,4% e il 5,9% dei DALY maschili. Il tabacco è stato anche il principale fattore di rischioper le donne a livello globale, rappresentando il 10,7 di tutti i DALY oncologici femminili. Il sesso non protetto è stato il secondo principale fattore di rischio per le donne, rappresentando l’8,2% di tutti i DALY di cancro femminile seguito dai rischi dietetici (che rappresentano il 5,1% dei DALY persi) il BMI alto (responsabile del 4,7% dei DALY persi).
Dal 2010 le cose sono peggiorate
Dal 2010 al 2019 le cose sembrano leggermente peggiorate. Sia i decessi per cancro attribuibili ai fattori di rischio che il peso dei DALY sono aumentati a livello globale dal 2010 al 2019, con i fattori di rischio metabolico (comunque anch’essi di fatto comportamentali e prevenibili) che hanno contribuito agli aumenti percentuali maggiori, in particolare nei paesi con indice socio-demografico basso e medio-basso. È stato osservato infatti un aumento globale dei DALY oncologici standardizzati per età (+3,8%) attribuibile ai rischi metabolici, in gran parte guidato da aumenti sostanziali nei paesi con status socio-economico basso e medio-basso, dove è maggiore il sovrappeso dovuto a cattiva alimentazione e scarsa pianificazione dell’attività fisica.
Quello della prevenzione e della promozione della salute attraverso i comportamenti è però cruciale anche in Europa. Il nostro continente rappresenta infatti circa un decimo della popolazione mondiale, ma un quarto dei casi di cancro. L’Europa centrale è la regione che presenta l’impatto maggiore di fumo, alcol e obesità in termini di morti per cancro, con 82 decessi per 100.000 abitanti. Seguono l’Asia orientale (69,8 per 100.000), il paesi ad alto reddito del Nord America (66 per 100.000), l’America Latina meridionale (64,2 per 100.000) ) e l’Europa occidentale (63,8 per 100.000).