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Dal Giappone alla Silicon Valley, anche il Big Tech non è più giovane come un tempo. In un grafico

Tra le classifiche più note che riguardano le aziende su scala mondiale spesso vengono citate quelle che riguardano la capitalizzazione di mercato con cui si va a moltiplicare il numero di azioni per il loro prezzo di mercato oppure altre che esprimono il potere di un determinato brand (link articolo precedente), andando comunque ad identificare sempre un certo gruppo di big player che – per motivi differenti ma al contempo convergenti – finiscono per essere sempre gli stessi, come Apple, Amazon, Microsoft, Google e così via.

Un dettaglio interessante è che sempre più frequentemente (anche solo negli ultimi dieci-quindici anni), oltre alle consolidate posizioni di prestigio, le tech-company si diffondono sempre più a macchia d’olio, trainate dal fattore hi-tech che guida il mercato sia in fatto di prodotti che per quanto riguarda i servizi.

Ma con la premessa fatta in apertura, concentrarsi sulle “solite” analisi potrebbe risultare ripetitivo; ed è per questo motivo che noi di Info Data abbiamo deciso di pensare un po’ fuori dagli schemi andandoci a concentrare su un aspetto diverso che difficilmente viene utilizzato per “misurare” le aziende.

Anche se in alcune circostanze sociali (galanti) può non essere elegante, questa volta ci concentriamo sull’età anagrafica delle aziende, più in particolare su quelle tech visto che, come anticipato, sono spesso al centro dell’attenzione per motivi già noti.

Partiamo però col provare a dare una definizione di questa categoria dicendo che si potrebbero considerare come tech tutte quelle company che, a prescindere dalle dimensioni più o meno considerevoli, producono tecnologia di avanguardia sul fronte hardware o su quello software (a volte in entrambi a dire il vero).

Inoltre, si potrebbe estendere il concetto prendendo in esame anche quelle realtà che, pur non “producendo” tecnologia direttamente, hanno orientato il proprio business all’insegna dell’adozione di innovazione grazie a tutta la tecnologica (di cui sopra) disponibile sul mercato.

Con i dati resi disponibili dall’account Twitter di World of Statistics sono state rappresentate 34 aziende tecnologiche con relative età che abbiamo deciso di suddividere per fasce (entro 10 anni, 10-20, 20-50, 50-100, 100-150 ed oltre 150 anni) colorandole dal giallo fino al blu passando per toni di rosso e viola in maniera crescente.
La rappresentazione a cerchi concentrici vede ciascuna azienda raffigurata in funzione del paese di appartenenza che è anche riportato nell’istogramma ordinato in maniera decrescente.

 

Dando un’occhiata ai numeri, l’azienda tech più anziana (scritto così, sembra quasi un ossimoro) è la Nokia, noto brand finlandese diventato sinonimo di telefonia mobile specialmente negli anni novanta quando si è assistito al fenomeno della diffusione dei “telefonini” ancora prima che gli smartphone diventassero a tutti gli effetti un elemento indispensabile della nostra quotidianità odierna.

Fondata da Fredrik Idestam nel lontano 1865 (158 anni fa) ed avente sede ad Espoo, oggi Nokia è composta da due divisioni – Nokia Technologies e Nokia Networks – che si occupano rispettivamente di ricerca e sviluppo per nuove tecnologie e di software e servizi per infrastrutture di rete.

Distanziata di circa una un decennio, in seconda posizione con 148 anni compare la giapponese Toshiba, multinazionale con sede a Tokyo e che tratta infrastrutture tecniche fisse e mobili, dispositivi elettronici ad alta tecnologia e prodotti pensati in primis per il segmento consumer, senza dimenticare che dal 2006, con l’acquisizione di Westinghouse, è diventata uno dei principali costruttori di centrali nucleari.

Al terzo posto, con oltre 133 anni di storia, figura una realtà molto nota specialmente ai più giovani (e a quelli meno giovani che l’hanno conosciuta in gioventù) per via dell’intrattenimento videoludico e che forse ha dato il contributo maggiore per la diffusione delle console domestiche a cavallo tra gli anni ottanta e novanta.

Stiamo ovviamente parlando di Nintendo che, per quanto ora sia specializzata in videogiochi, agli albori della propria fondazione aveva ovviamente un core business non incentrato sull’elettronica, anche se c’era già nel DNA il tratto ludico dato il suo fondatore Yamauchi Fusajiro la costituì nel 1889 come produttore e distributore di carte da gioco.

Per trovare la prima azienda statunitense bisogna arrivare alla quinta piazza (dopo Hitachi, 113 anni), dove IBM ed i suoi 112 anni fanno da rappresentanti alla categoria dei calcolatori, ora elettronici, tra cui si può annoverare uno dei primi esemplari di computer digitali elettromeccanici della storia, vale a dire L’Harvard Mark I, completato ad inizio del 1943.

Completano il macro gruppo degli over 50 Panasonic (105), Disney (99), Motorola (94), Samsung (85), Hp (84) e Sony (77), mentre figurano nove aziende nel range 20-50 anni, undici in quello 10-20 e solamente due che vantano meno di dieci anni di vita.

Tra queste realtà under 50, l’egemonia americana è rotta solamente da due nomi cinesi (per giunta gli unici due in lista) come Huawei (35 anni) e TikTok (6), per una parte bassa della graduatoria decisamente meno eterogenea rispetto alla top 10 in cui compaiono quattro nazioni diverse, delle quali è il Giappone a fare la voce grossa con quattro “entry” in posizioni di rilievo (tutte nelle prime sei) a cui poi si aggiungono USA (sempre quattro), Finalndia e Korea del sud.

Non ci resta che lasciarvi curiosare nella lista delle aziende censite, facendovi notare come, scorrendo a ritroso la graduatoria, a differenza delle posizioni di testa, i “primi” nomi che compaiono siano esclusivamente incentrati su portali o app, segno che le aziende tech restano, ma ciò che le rende tali cambia… forse proprio perché è la tecnologia che lo chiede.

Per approfondire. 

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