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economia

Quanti anziani ci saranno nel 2031 nella tua città?

 

Un anziano residente in Italia su tre vive in una qualche città metropolitana, che significa che quasi una persona su quattro che risiede nelle città metropolitane ha almeno 65 anni, con un picco del 28% di popolazione over 65 a Genova mentre Napoli detiene il record opposto con il 22%. Di questo 35% di over 65 che vive nelle aree metropolitane, quasi la metò (il 45%) risiede proprio nei comuni capoluogo, quasi un terzo è distribuito tra prima e seconda cintura urbana e il restante 24% nelle periferie più lontane dai centri. In trent’anni il numero dei centenari nelle città è quintuplicato: erano 3,4 per 10 mila over 65 all’inizio degli anni Novanta, contro i 15,2 per 10mila anziani di oggi. Il valore più elevato si registra nella città metropolitana di Bologna, dove si contano addirittura 22 centenari per 10mila anziani, mentre quello più basso si riscontra nella città metropolitana di Napoli (10 ogni 10mila).
Nel 2031 la città che si stima vedrà il balzo più significativo in termini di prevalenza di persone anziana sarà proprio Napoli, con un +19,5% complessivo e addirittura un +26% di over 65 nella seconda cintura urbana del territorio). Fra i comuni capoluogo, l’incremento di anziani più consistente riguarda Roma (+17,1%) e la prima e seconda cintura di Cagliari (rispettivamente +27,7% e +30%).
Istat ha diffuso un’analisi sulla popolazione di 65 anni e oltre residente nelle città metropolitane realizzato attraverso l’uso di diverse fonti statistiche (aggiornato al 1° gennaio 2023 salvo diversa indicazione). Le aree urbane analizzate sono Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, Palermo, Catania, Messina e Cagliari.

Queste cifre non sono un giochino per amanti della statistica. Significa che le città saranno costrette a ridisegnare i propri sistemi di servizi per cercare di andare incontro alla presenza della popolazione statisticamente più vulnerabile in termini sanitari. Il 2031 è vicinissimo e si stimano evidenti diversità da città a città: in alcuni casi crescerà maggiorente la prevalenza di anziani nelle aree più vicine al centro, in altri casi ad aumentare saranno i fragili nelle periferie. Mappare esattamente dove saranno i propri anziani e le loro caratteristiche sarà centrale per progettare città realmente sostenibili, che è una delle sfide della sanità pubblica dei paesi ricchi, oggi.

Significativo è ad esempio il divario di genere nella popolazione di 65 anni e più: nelle 14 città metropolitane vivono 77 uomini anziani ogni 100 donne della stessa fascia d’età: lo squilibrio di genere è più elevato nelle città metropolitane di Genova e Milano (rapporto di mascolinità intorno a 74). Fra i capoluoghi spicca Milano (69 uomini ogni 100 donne). Man mano che si sale con l’età, aumenta il divario di genere: tra i grandi anziani (le persone di 85 anni e più) il divario maggiore riguarda la città metropolitana di Genova (48 uomini su 100 donne) e Catania tra i capoluoghi (45,6 uomini su 100 donne).
Un primo esempio è rappresentato dal fatto che sempre di più a gestire genitori molto anziani sono figli anch’essi tendenzialmente anziani. L’indicatore si chiama Parent support ratio. Nel 2023 Istat ha contato 16 persone con più di 85 anni ogni 100 persone fra i 50 e i 65 anni, un valore in crescita di 13 punti percentuali rispetto al 1960. La necessità di maggiore sostegno agli anziani si manifesta in particolare nei territori metropolitani di Torino e Palermo (rispettivamente 22,4% e 20,4%), ed è minore a Bologna (10,4%). Le domande di sostegno a parenti anziani è nettamente superiore nei comuni capoluogo (18,1%) soprattutto in quelli del Centro-nord.
Quasi un terzo di questi anziani nelle città vive da solo e nei comuni capoluogo l’incidenza sfiora addirittura il 40% a Milano, seguita dagli altri capoluoghi del Nord: Bologna, Torino, Venezia e Firenze. Nele città metropolitane del sud è più diffusa l’abitudine per gli anziani di vivere all’interno di una rete familiare più estesa.
Una parte di chi non vive solo risiede in strutture specializzate. Nelle città metropolitane, nel 2021, oltre la metà degli anziani che risiede in convivenza è accolta presso strutture assistenziali specializzate (ospizi, case di riposo per adulti non autosufficienti) e il 36% nelle convivenze ecclesiastiche. Nei comuni capoluogo la quota di anziani in convivenza è superiore a 12 ogni 1.000 abitanti, un valore che è due punti più alto rispetto alla media delle città metropolitane nel loro insieme. Questa leggera ma significativa differenza è in larga parte imputabile alla presenza più numerosa di anziani che vivono in convivenza ecclesiastica ed è favorita dall’alta concentrazione di convivenze religiose nei capoluoghi (11,6 ogni 10mila anziani).
Al tempo stesso nelle città la quota di anziani che risulta comunque occupata è maggiore. Della media del paese. Nelle 14 città metropolitane, nel 2021, hanno un’occupazione oltre 10 uomini anziani ogni 100 e 4 donne ogni 100. Il maggiore assorbimento della forza lavoro senile interessa le città metropolitane di Roma e Firenze (quasi 8%), soprattutto grazie alla componente maschile (oltre 11,5%). L’occupazione risulta maggiore nei capoluoghi: in media quasi 12 uomini su 100. Nel comune di Milano si rileva un record di occupazione maschile (oltre 14%) e il massimo divario di genere (circa 9 punti percentuali di scarto). L’allontanamento geografico dal comune capoluogo impatta anche sui comportamenti lavorativi in età anziana e quindi sull’occupazione senile che decresce in media di circa 1,5 punti nei comuni di prima e di seconda cintura urbana rispetto al totale dei capoluoghi, con persistenti differenze nei livelli occupazionali maschili e femminili.
Nel complesso ci sono più anziani nelle città del Nord che in quelle del Sud, che significa che nel Meridione ci sono più anziani nelle aree rurali, dal momento che la percentuale di residenti over 65 non è molto diversa fra le regioni. Nelle città metropolitane del Centro-nord si rileva la prevalenza degli over-75 tra gli anziani residenti, ampiamente sopra il 50%, con il primato della città metropolitana di Genova al 55,8%. Tra i capoluoghi spiccano Milano (57,8%) e Bologna (57,4%). Al Sud invece si rileva la tendenza opposta, con una preponderanza della fascia più “giovane”, i 65-74 enni, che costituisce oltre il 50% degli anziani residenti; il primato spetta alla città metropolitana di Napoli (54,4%). Tra i capoluoghi emergono Palermo e Napoli (quasi 53%).