No, non accade in questi giorni in Italia, ma sono evidenze che dobbiamo tenere in seria considerazione nei prossimi anni. Sulla rivista medica The Lancet sono stati pubblicati i risultati di un’ampia revisione della letteratura degli ultimi anni sul rapporto fra l’aumento delle temperature e la salute mentale. Un nesso che ha portato a esiti contrastanti: negli anni ci sono stati articoli che hanno evidenziato una correlazione fra alte temperature ambientali e un peggioramento dello stato di salute mentale di una certa popolazione (al netto di altri elementi che potrebbero condizionarne l’andamento), mentre altre non avevano individuato un nesso altrettanto evidente.
Qui invece per la prima volta è stata condotta una sintesi sia quantitativa che qualitativa della letteratura, dove è stata presa in considerazione un’ampia gamma di esiti di salute mentale, incluso il benessere auto-riferito. Risultato: sono emerse associazioni dirette tra l’aumento delle temperature assolute, relative ed estreme e una serie di esiti di salute mentale, tra cui suicidi e ricoveri per malattie mentali.
Sono stati valutati 260 articoli, classificati in tre gruppi: correlazioni con l’incidenza di suicidi; con la frequenza degli accessi ospedalieri di ricoveri per malattia mentale; e articoli riguardanti la salute mentale e il benessere della popolazione. Data l’ampia gamma di definizioni e variabili riguardanti il “caldo” sono stati scelti come indicatori le temperature assolute (ad esempio, media, minima o massima), la variabilità della temperatura, riferita a metriche di temperatura relativa quantificata (ad es. variazione intergiornaliera o infragiornaliera, e scostamento dalla media); ma anche le ondate di calore e la frequenza delle temperature considerate estreme.
Suicidi
Le associazioni tra suicidio e temperatura sono state valutate in tre meta-analisi (cioè analisi di gruppi di studi scientifici). Una di esse studiava l’incidenza dei suicidi a seconda della temperatura media mensile, riscontrando un aumento dell’incidenza dell’1,5% per ogni aumento della temperatura di 1 grado centigrado. Una seconda meta-analisi dell’incidenza del suicidio a seconda della temperatura media giornaliera ha evidenziato un aumento dell’incidenza dell’ 1,7 % per ogni aumento di 1°C. La terza meta-analisi riguardava il rischio di suicidio per ogni un aumento di 1°C della temperatura media mensile individuando un aumento di rischio di suicidi dell’ 1,01%.
Ospedalizzazioni
Per quanto riguarda le ospedalizzazioni, una meta-analisi indica che un’ondata di calore, definita come temperature massime giornaliere di almeno 35°C per almeno 3 giorni consecutivi, corrispondeva a un aumento del 9,7% nella frequenza ospedaliera o nel ricovero per malattia mentale rispetto ai periodi senza ondate di calore.
Umore
Un terzo gruppo di studi ha valutato la temperatura ambiente esterna e la salute mentale e il benessere della popolazione. La maggior parte degli studi (il 68%) ha misurato la salute mentale e il benessere percepito tramite sondaggi sull’andamento dell’umore, sul benessere complessivo percepito, sul disagio psicologico e sui sintomi di depressione. Diversi di questi studi hanno riportato un’associazione significativa tra almeno una metrica della temperatura e almeno una metrica della salute mentale o del benessere. 14 studi (il 74%) hanno evidenziato che temperature più elevate erano tipicamente associate a esiti peggiori. Uno studio ha riscontrato un miglioramento dei punteggi relativi al benessere con “ore di clima confortevole” in estate, mentre un altro ha evidenziato un miglioramento dell’umore per il tempo trascorso all’aperto in primavera (a temperature “piacevoli”), ma un peggioramento nel tempo trascorso all’aperto in estate.
Come interpretare questi dati?
Certamente non come numeri definitivi, data l’estrema eterogeneità dei risultati a seconda del metodo utilizzato, degli indicatori scelti e della definizione che viene data a termini come “ondate di calore”. Ad esempio, due studi hanno valutato i ricoveri psichiatrici in relazione alla temperatura media giornaliera. Di questi, uno ha riportato un’associazione lineare forte e significativa, mentre l’altro non ha riportato alcuna associazione interessante.
Resta il fatto che anche se non si riesce a quantificare con precisione l’impatto dell’aumento delle temperature sulla salute mentale, dall’insieme dei tanti studi esaminati una connessione emerge.
Tutti gli studi sulla variazione della temperatura, il 90% di quelli sulle ondate di caldo e il 90% di quelli sulla metrica della temperatura assoluta hanno riportato significative associazioni positive tra temperature più elevate e frequenza ospedaliera o ricovero per disturbi mentali. Il 60% di questi valutava qualsiasi disturbo psichiatrico mentre il restante 40% considerava condizioni o comportamenti specifici.