Non solo in Europa nel 2022 il 9,3% della popolazione ha avuto difficoltà nel riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Secondo Eurostat, infatti, rispetto al 2021 c’è stato un incremeto di 2,4 punti percentuali. Cresce insomma la povertà energetica degli europei: un dato che non stupisce, tanto più che si registra in un anno che ha visto crescere i prezzi del gas a seguito dello stop delle importazioni da Mosca in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.
L’aumento più consistente ha riguardato la Romania, dove la quota di persone che vive in case non riscaldate adeguatamente è cresciuta di 5,1 punti percentuali. Seguono la Francia (+4,9) e l’Irlanda (+4). Ci sono, va detto, anche alcuni paesi in controtendenza. Quella più significativa la si è registrata in Lituania, dove la quota di chi vive al freddo, per dirlo in maniera brutale, si è ridotta di 5 punti percentuali. L’Italia (in blu nel grafico) rimane invece tra i paesi che hanno visto crescere questo indicatore, seppure quello visto nel nostro paese sia uno degli incrementi più contenuti. Nello specifico, la quota di chi non riesce a riscaldare la propria abitazione è cresciuta di 0,7 punti percentuali. Roma resta al di sotto della media europea anche se si guarda alla percentuale complessiva di chi nel 2022 ha vissuto in case fredde.
Come detto, lo scorso anno il 9,3% degli europei ha vissuto in case non adeguatamente riscaldate, un dato superiore di mezzo punto all’8,8% registrato in Italia. Significativo il dato della Bulgaria, dove il 22,5% delle persone ha vissuto in queste condizioni. Detto altrimenti, un bulgaro su quattro ha trascorso l’inverno al freddo. Il che, considerate le temperature medie bulgare, è ben più grave del 19,2% registrato a Cipro o del 18,7% visto in Grecia. All’estremo opposto c’è invece la Finlandia, dove appena l’1,4% dei residenti ha vissuto in una casa che non è riuscito a permettersi di riscaldare.