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tecnologia

Cinque domande e tre grafici sulle sperimentazioni mediche in Italia – Prima puntata

L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha da poco pubblicato un lungo documento che raccoglie i dati sulle sperimentazioni cliniche condotte in Italia, con confronto europeo, nell’ultimo triennio, dal 2020 al 2022 compreso. Abbiamo studiato il rapporto ed estratto le 5 domande e risposte che ci aiutano a inquadrare le dimensioni della ricerca clinica in Italia, che sono rilevanti nel contesto Europeo. Un dato soltanto anticipiamo: solo nel 2022 nel nostro paese sono state autorizzate 340 sperimentazioni, fra nazionali e internazionali, per antineoplastici e immunomodulatori contro i tumori.

 

 

Nella prossima puntata troverete un focus sul peso che hanno avuto le sperimentazioni riguardanti COVID-19 nel complesso dell’attività del triennio. Spoiler: meno di quanto forse qualcuno immagina. La ricerca nei tre anni di pandemia è comunque andata avanti.

1. Quante sono le sperimentazioni cliniche in Italia e in Europa

Siamo uno dei paesi che ha contato nell’ultimo triennio più sperimentazioni cliniche: 663 condotte nel 2022, ben 818 nel 2021 e 683 nel 2020. Il dato del 2021 è molto elevato in ragione del fatto che alcune sono state avviate con qualche mese di ritardo a causa della pandemia, si legge nel rapporto. Si tratta di numeri in linea con i dieci anni precedenti e leggermente in calo rispetto al primo decennio del secolo.

 

 

2. Quali malattie hanno più sperimentazioni?

L’area con più sperimentazioni è quella oncoloogica ed emato-oncologica: la ricerca sul cancro, che copre il 55% del totale delle sperimentazioni autorizzate nel triennio. Solo nel 2022 sono stati autorizzati 98 trial per antineoplastici e immunomodulatori in fase I, 108 in fase II, 121 in fase III e 13 in fase IV. In totale 240 sperimentazioni per malattie neoplastiche. Numeri molto maggiori rispetto a qualsiasi altra categoria di molecole. Al secondo posto per numero di sperimentazioni troviamo i farmaci per il sistema nervoso con 41 trial complessivi: 3 in fase I, 19 in fase II, 14 in fase III e 5 in fase IV. A seguire ancora trattamenti per sangue e organi emopoietici, al quarto posto quelli per malattie dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, e al quinto posto gli antimicrobici per uso sistemico. Seguono ancora i trial nell’ambito dell’apparato muscolo-scheletrico e per quello cardiovascolare. In quest’ultimo ambito se ne contano nel complesso 27.
Nel 2020, con la pandemia di COVID-19, si è registrato un prevedibile avanzamento delle sperimentazioni autorizzate nell’area delle malattie virali (9,2%), che da 22 del 2019 salgono a 63, per poi arretrare a 45 nel 2021 (5,5%) e a 28 nel 2022 (4,2%). Va detto che sempre nel 2020, in più della metà delle sperimentazioni cliniche autorizzate nel 2020 -(che significa solo un 3,4% in meno rispetto al 2019), il farmaco testato appartiene alla categoria degli Antineoplastici e immunomodulatori.

 

 

3. Quante sono le sperimentazioni di fase IV?

Sono quattro le fasi della sperimentazione di una molecola: per arrivare alla quarta e ultima fase, che porta alla richiesta di autorizzazione dell’immissione in commercio dei farmaci, è necessario che le tre fasi precedenti abbiano dato tutte risultati ottimali, su sicurezza ed efficacia della molecola testata in relazione all’obiettivo.

Nell’ultimo triennio le sperimentazioni attive in fase IV sono state 130: 37 nel 2020, 50 nel 2021 e 43 nel 2022. La fetta più consistente sono state le sperimentazioni in fase III, comunque avanzata: 314 nel 2020, 342 nel 2021 e 272 nel 2022. Interessante che le sperimentazioni in fase I siano le uniche a essere cresciute sensibilmente nel tre anni, seppur rimanendo di meno rispetto a quelle delle fasi più avanzate, avviate cioè anni prima, passando dalle 75 del 2020 alle 110 del 2021 alle 126 nuove sperimentazioni in fase I del 2022.

4. Chi ha condotto più sperimentazioni?

Nella metà dei casi a condurre i trial autorizzati nel 2022 sono state le grandi aziende, ossia il comparto Profit. La quota cumulata dei primi 5 promotori commerciali rappresenta il 23,6% del volume totale di sperimentazioni profit autorizzate (131 su 554) e il 21% del totale di studi autorizzati (131 su 652) con quote sovrapponibili a quelle degli anni precedenti. I primi 24 promotori totalizzano il 50% esatto degli studi profit autorizzati in Italia (277 su 554). Nel 2022,la distribuzione dei promotori no profit è meno concentrata: nessun ente conta più di 3 sperimentazioni, e solo 16 ne presentano più di una. I primi 10 promotori sono responsabili di un quarto dell’intero volume no profit.
Nota bene: contrariamente alla tendenza generale, la maggior parte degli studi su COVID-19 sono stati condotti da enti no profit.

Sono tante o sono poche?

Va precisato bene un aspetto. In questi due anni sono successe due cose importanti. Anzitutto la pandemia di SARS-CoV-2, ma sono stati anche gli anni in cui (dal 1 gennaio 2022) è entrato in vigore il Regolamento Europeo 536/2014 che prevede la riorganizzazione del sistema delle sperimentazioni cliniche, accelerandone le procedure burocratiche e mirando a sostenere gli studi multinazionali clinici condotti entrambi da entità commerciali e non commerciali, per fornire medicinali innovativi a pazienti e migliorare cure usando medicinali già esistenti. Attraverso la Legge n. 3, 11 gennaio 2018 è stato istituito presso l’AIFA il Centro di Coordinamento Nazionale dei Comitati Etici territoriali per le sperimentazioni cliniche sui medicinali per uso umano e sui dispositivi medici, che prevede la riduzione dei Comitati Etici (CE) locali a un numero massimo di quaranta CE territoriali, e tre CE a valenza nazionale, di cui uno riservato alla sperimentazione in ambito pediatrico.

Questi due elementi – pandemia e regolamento – unitamente al consolidamento non costante del database EudraCT delle sperimentazioni cliniche europee “sporcano” un pochino i dati, si legge nel rapporto. Bisognerà attendere i prossimi anni per capire se il nuovo regolamento porterà a un calo delle sperimentazioni presentate e autorizzate. Il primo dei due cali, nel biennio 2013-2014, si è dovuto all’entrata in vigore della Legge n. 189/2012, che ha portato al passaggio ad AIFA come Autorità Competente e alla conseguente “riorganizzazione” dei comitati etici (CE). La seconda diminuzione del numero di sperimentazioni, avvenuta nel 2017, con un calo di circa 100 studi autorizzati rispetto all’anno precedente, è andato di pari passo con una diminuzione generale delle sperimentazioni in Europa, sul quale potrebbe aver inciso la diffusione dei nuovi approcci nelle strategie di sviluppo dei farmaci.
Oggi inoltre si conducono sempre di più trial “complessi”, che all’interno di una singola sperimentazione includono due o più trial che in passato sarebbero stati presentati come individuali.