L’inizio della stagione NBA, oltre ad essere atteso in primis per quel che riguarda il basket giocato, va anche di pari passo con quel periodo dell’anno in cui – specialmente negli Stati Uniti – ogni occasione è buona per stilare classifiche e, come da tradizione recente, anche in questa circostanza ESPN ha pubblicato il proprio ranking per stabilire quali siano i migliori cento giocatori della lega di pallacanestro più seguita al mondo.
La commissione che ha il compito di redigere la lista è composta da giornalisti, editori, produttori e analisti che lavorano per il colosso televisivo completamente dedicato allo sport, ed ha il compito di valutare l’impatto dei giocatori per la stagione a venire in termini di contributo sia qualitativo che quantitativo.
Non potevamo quindi esimerci dall’andare a rappresentare visualmente i cento atleti in esame che abbiamo quindi deciso di mostrare andando ad elencarli in ordine con riferimento al ruolo in cui giocano (per semplicità sono stati considerati G guardie, F ali e C centri) associato al colore di sfondo delle singole caselle nelle quali è anche illustrato il logo della squadra in cui militano.
La posizione in graduatoria compare come primissima informazione, seguita da nome e cognome, lasciando poi spazio alla variazione rispetto al ranking dello scorso anno per tutti i giocatori che sono comparsi in entrambe le liste. Nel caso di atleti nominati solo a partire dalla stagione in corso, viene riportata la dicitura New o Rookie rispettivamente associate a profili con esperienza ma non nell’elenco dello scorso campionato o per i giovani prospetti che non hanno ancora disputato una partita ufficiale (fatta eccezione per Chet Holmgren che disputerà la sua stagione da rookie in questa stagione a causa di un infortunio, pur essendo stato scelto nel draft del 2022).
L’elenco è decisamente troppo lungo per soffermarsi su ciascuna posizione, pertanto partiremo con qualche curiosità statistica ad alto livello, prima di scendere in alcuni dei dettagli che più ci hanno colpito dal punto di vista prettamente numerico del ranking, lasciandovi poi tutto il tempo necessario per cercare tra la lista il vostro beniamino.
Ipotizzando di schierare il classico quintetto composto da due guardie, due ali ed un centro, la ripartizione 40-40-20 è grosso modo rispettata anche se c’è un piccolo sbilanciamento in favore degli esterni (45) a discapito dei “big men” (16) come ci si potrebbe aspettare visto il trend degli ultimi anni che sta allontanando pressoché tutti i ruoli dall’area colorata, specialmente alla luce della familiarità con il tiro da tre punti che ormai ha segnato radicalmente tutte le scelte offensive delle squadre.
E a proposito di squadre, è importante (ed incoraggiante allo stesso tempo) notare come tutte e trenta le franchigie della NBA siano rappresentate da almeno un giocatore, segnale che va a confermare come – al netto di alti e bassi fisiologici alla conclusione dei cosiddetti “cicli sportivi” – l’equilibrio della lega sia visibile anche nella distribuzione del talento, evitando che ci sia la sproporzione tipica dello sport europeo dove la differenza tra club alto spendenti e realtà minori rende impossibile un equilibrio del genere.
Nel dettaglio, sono due le squadre (da i trascorsi recenti completamente opposti per giunta) in questa speciale lista e rispondono al nome di New York Knicks e Golden State Warriors, appaiate a quota sei atleti e quindi con un elemento in più rispetto alle tre squadre che seguono, vale a dire Milwaukee Bucks, Utah Jazz e Portland Trail Blazers; seguono poi otto squadre con quattro, dieci con tre, quattro con quattro mentre chiudono con un solo rappresentante Charlotte Hornets, Detroit Pistons e San Antonio Spurs.
Venendo invece ai singoli, si può dire che nella parte altissima dell’elenco c’è grande continuità con lo scorso anno come dimostrato dalle prime cinque posizioni che vedono gli stessi cinque giocatori del 2022/23, con un solo switch tra terzo e quarto posto, in questo preciso ordine: Giannis Antetokounmpo, Nikola Jokic, Joel Embiid (questi ultimi tre sono i detentori degli ultimi cinque trofei di MVP della regular season), Luka Doncic e Stephen Curry.
Già passando ai secondi cinque nomi della lista comincia a vedersi un po’ più di movimento, specialmente se di vede il balzo in avanti di 40 posizioni da parte di Shai Gilgeous-Alexander – facendolo arrivare all’ottavo posto – che l’anno scorso si è addirittura tolto lo sfizio di ricevere l’inclusione nel primo quintetto ideale della stagione, oppure considerando il ritorno nella top 10 da parte di Anthony Davis (ranking 10), chiamato quest’anno come non mai a tirare la carretta per far prendere un po’ di fiato all’eterno LeBron James (9) con cui divide lo spogliatoio a Los Angeles in salsa gialloviola.
Siccome non vogliamo rovinarvi la lettura e l’esplorazione di tutti i cento nomi, vi lasciamo un elenco delle cose che ci saltano più all’occhio a mo’ di curiosità:
- Paolo Banchero – del quale si è fatto un gran parlare agli ultimi Mondiali per aver flirtato con l’azzurro salvo poi decidere di sposare i colori di Team USA – è il giocatore con il salto più alto in classica grazie a ben 53 posizioni guadagnate, arrivando al trentesimo posto dopo aver vinto il premio di Rookie of the Year nello scorso campionato
- Per contro, Chris Paul è il cestista che ha “perso” più terreno, scendendo al 76esimo posto partendo dalla 21esima piazza della stagione passata
- Il finlandese Lauri Markkanen è l’atleta che figura più in alto in classifica (28) fra tutti quelli che nel precedente ESPN Rank non compariva tra i primi 100; merito di una stagione che definire sbalorditiva nel suo primo anno ai Jazz sarebbe riduttivo
- L’alieno francese Victor Wembanyama – sui 220 cm con doti di palleggio e tiro di una guardia – che per non mettere pressione a nessuno viene definito come il miglior prospetto di sempre si posiziona (ovviamente) come il migliore (dei tre) rookie inseriti in graduatoria, collocandosi al 47esimo posto
- Per via di una carriera che sta prendendo una piega poco incoraggiante dal punto di vista relazionale, James Harden subisce forse la “bocciatura” più evidente tra i “big” nel rapporto tra posizione di partenza e posizioni perse, passando dall’essere il numero undici al quarantatré di queta stagione
Come anticipato, non vi “spoileriamo” tutto, ma vi auguriamo – come sempre – buon campionato e, se vi va, lanciamo la sfida per indovinare quale sarà la previsione più sballata visto che, come si sa, il bello di fare questo tipo di liste spesso è proprio vedere quanto ci si sbaglia.
A tal proposito, per il prossimo anno, ecco le nostre previsioni:
- La risalita di Russell Westbrook almeno tra i primi 75
- L’ascesa di Victor Wembanyama nella top 20
- LeBron James fuori dai primi dieci (andiamo davvero sul pesante a costo di sembrare eretici)
- Jordan Poole dentro i primi 50 per far ricredere i Golden State Warriors
- L’entrata nella lista di Jonathan Kuminga (sempre Warriors) nell’elenco e non necessariamente oltre i primi 80
Per approfondire.
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