Superati i 10mila morti palestinesi di cui 4mila sono minori. Ogni dieci minuti un bambino è stato ucciso. 1.400 i morti israeliani. 36 i giornalisti uccisi. Tra il 6 novembre (mezzogiorno) e il 7 novembre (14:00), 306 palestinesi sono stati uccisi a Gaza, secondo il Ministero della Sanità (MoH) di Gaza. Tra gli incidenti più mortali segnalati durante la notte ci sono stati tre attacchi simultanei contro edifici residenziali a est di Rafah, dove sarebbero stati uccisi più di 25 palestinesi. Un altro attacco aereo ha colpito un quartiere nel centro di Khan Yunis, provocando, secondo quanto riferito, 16 vittime palestinesi.
Ciò porta il bilancio delle vittime dall’inizio delle ostilità a 10.328, di cui il 67% sarebbero bambini e donne, secondo il Ministero della Salute di Gaza. Altri 2.450 circa, tra cui 1.350 bambini, risultano dispersi e potrebbero essere intrappolati o morti sotto le macerie, in attesa di soccorso o recupero.
Secondo il Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, tra le vittime riportate figurano almeno 192 membri del personale medico. Di loro, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), almeno 16 erano in servizio quando sono stati uccisi. Le vittime includono inoltre 89 membri del personale dell’UNRWA e 18 membri del personale della protezione civile palestinese.
Il bilancio delle vittime tra i soldati israeliani a Gaza resta di 30, secondo fonti ufficiali israeliane. Complessivamente sempre secondo fonti israeliane si contano 1400 morti di cui 31 bambini e 5400 feriti.
I dati sono pubblicati sul sito dell’Ufficio della Nazione Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) nei territori occupati (Ot). Come in altre parti del mondo, Ocha coordina la risposta alle emergenze per salvare vite umane e proteggere le persone nelle crisi umanitarie. Finora le Nazioni Unite non sono state in grado di produrre dati indipendenti, complete e verificate sulle vittime; i numeri attuali sono stati forniti dal Ministero della Sanità palestinese a Gaza e dalle autorità israeliane e attendono ulteriori verifiche
I dati dell’Ufficio della Nazione Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) nei territori occupati (Ot). Come in altre parti del mondo, Ocha coordina la risposta alle emergenze per salvare vite umane e proteggere le persone nelle crisi umanitarie.
Qui sotto trovate la loro dasboard che tiene traccia dal 2008 delle vittime del conflitto.
Si può navigare con mouse, toccare o passare con il puntatore sui grafici per interagire con i dati; puoi applicare filtri per ora, zona, contesto e appartenenza delle vittime.
Le informazioni sull’occupazione e sulle vittime legate al conflitto vengono regolarmente raccolte dal personale sul campo dell’OCHA e inserite nel database della Protezione dei civili dell’OCHA, dopo revisione e verifica. Di norma, affinché un incidente possa essere inserito nel database, deve essere convalidato da almeno due fonti indipendenti e affidabili. Le eccezioni a questa regola includono incidenti che hanno provocato feriti israeliani, dove le informazioni sono generalmente basate su resoconti dei media.
Quali vittime sono incluse?
Sono incluse solo le vittime che sono il risultato di scontri tra palestinesi e israeliani nel contesto dell’occupazione e del conflitto. Non sono inclusi gli incidenti che hanno provocato vittime e che non hanno comportato scontri diretti, come ritardi di accesso, uso sconsiderato di armi, ordigni inesplosi e crollo di tunnel. Sono escluse anche le persone uccise o ferite in incidenti legati al conflitto avvenuti in Israele e che non hanno coinvolto residenti dei territori occupati. https://www.ochaopt.org/data/casualties#