Il verde in città aiuta a tenere basse le temperature ma, non sempre, contribuisce a ridurre gli inquinanti dell’aria. Il dato arriva da due studi realizzati dall’Enea realizzati nell’ambito del progetto Life VEG-GAP.
«Abbiamo usato sistemi modellistici per la qualità dell’aria, ma configurati in modo da includere con maggior dettaglio la vegetazione presente e la morfologia urbana – chiarisce Mihaela Mircea, ricercatrice del Laboratorio Inquinamento atmosferico e responsabile del progetto-, stimando la quantità di inquinanti rimossi e mostrando che, localmente, questa rimozione non garantisce sempre un miglioramento della qualità dell’aria».
Tre le città prese in esame lo scorso luglio: si tratta di Milano, Bologna e Madrid. I ricercatori hanno rilevato che la vegetazione ha ridotto localmente la temperatura fino a 0,8 oC a Milano, 0,6 oC a Madrid e 0,4 oC a Bologna. Le concentrazioni di inquinanti, invece, sono variate con la stagione e a seconda della città presa in esame, perché sono il risultato di interazioni molto complesse tra centinaia di gas e composti chimici controllati dalle condizioni meteorologiche ed emissioni. D’estate, l’ozono, particolarmente dipendente dalle emissioni delle piante, ha mostrato una riduzione a Madrid (fino a -7,40 mg/m3) ma un aumento a Milano (fino a +2,67 mg/m3.).
«Le variazioni dell’ozono hanno una relazione inversa con un altro inquinante come il biossido di azoto – argomentano i ricercatori -: infatti, quest’ultimo aumenta a Madrid (fino a +7,17 mg/m3) mentre diminuisce a Milano ( fino a -3,01 mg/m3). Nel caso del particolato atmosferico (PM10), la vegetazione ha un impatto più forte a gennaio, in corrispondenza dell’aumento delle emissioni antropiche, e mostra riduzioni a Milano (fino a -3,14 mg/m3) e aumenti a Madrid (fino a +2,01 mg/m3)». Gi studi, come argomentano dall’Enea, sono applicabili in qualsiasi città che «abbia a disposizione un inventario della vegetazione presente».
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