Ragionare come un algoritmo. O, per dirla in italiano, non dare nulla di scontato. È una condizione fondamentale per riuscire ad intendersi quando si ha a che fare con un chatbot, un modello linguistico di intelligenza artificiale. Vale anche se si sta scrivendo qualcosa di faceto come una letterina a Babbo Natale. Per questo motivo la prima domanda rivolta a ChatGPT, il bot scelto per questo esperimento, è stata relativa al fatto che sapesse o meno chi sia Santa Claus.
Di fronte alla risposta affermativa, sono partite le istruzioni: chi scrive ha interpretato sé stesso, l’AI Babbo Natale, l’obiettivo quello di capire se chi scrive si è comportato bene e quindi merita un regalo. E, in caso positivo, quale regalo richiedere nella speranza di trovarlo sotto l’albero lunedì mattina.
Primo passo, dunque, capire se chi scrive meriti un regalo: il bot ha individuato quattro categorie utili per valutare il comportamento durante gli ultimi 12 mesi. Le risposte fornite lo hanno convinto del fatto che il suo interlocutore si sia comportato bene e abbia quindi diritto ad un regalo.
Per sceglierlo ha chiesto di fornire alcune informazioni rispetto alle passioni, agli hobby, insomma di conoscere meglio la persona con cui si stava interfacciando. Dopodiché ha fornito una serie di possibilità, tra le quali la scelta di chi scrive è caduta su due diverse esperienze: un workshop di scrittura creativa dedicato alla fantascienza e un corso di game design.
Come scegliere? Questo, in realtà, è un compito che spetta a Babbo Natale. Il quale, o meglio il chatbot che lo interpretava, ha spiegato di non poter inviare un’email per indicare su quale delle due ipotesi fosse caduta la sua scelta. L’accordo, quindi, è quello di risentirsi la mattina del 25 dicembre per scoprire cosa l’intelligenza artificiale natalizia lascerà sotto l’albero.
Per approfondire.
Caro chatbot ti scrivo. Il regalo di Natale: la pace nel mondo