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cronaca

Chi fuma muore almeno dieci anni prima rispetto a chi non ha mai fumato

Tra il 1991 e il 2020 negli Stati Uniti si è registrato un calo del 33% nella mortalità complessiva per cancro. Grazie a che cosa? Questa diminuzione della mortalità è dovuta in gran parte all’implementazione di campagne di sanità pubblica e a iniziative politiche progettate per ridurre il fumo e aumentare la diagnosi precoce. Tuttavia, i comportamenti correlati con un aumento del rischio di cancro non sembrano diminuire, anzi. Nonostante il il 40% dei tumori diagnosticati ogni anno sia associato a fattori di rischio modificabili con i propri comportamenti (non fumando, non abusando di alcol, seguendo una dieta sana, vaccinandosi contro alcuni patogeni, e via dicendo).
È la sintesi contenuta nel Cancer Progress Report pubblicato nelle scorse settimane dall’American Association for Cancer Research.
Il documento esamina tutta la letteratura scientifica sull’argomento, estrapolando i risultati più validati. Quello che ne emerge è che quasi il 20% delle diagnosi di cancro negli Stati Uniti sia legato all’eccesso di peso corporeo, a modelli alimentari non salutari, al consumo di alcol e all’inattività fisica.

 

Chi fuma muore almeno dieci anni prima rispetto a chi non ha mai fumato

Il fumo è la principale causa prevenibile di cancro ed è associato allo sviluppo di 17 diversi tipi di cancro oltre al cancro ai polmoni (ne avevamo parlato anche noi qui). Quasi il 20% di tutti i casi di cancro e il 30% di tutti i decessi correlati al cancro negli Stati Uniti sono legati ai prodotti del tabacco. Uno studio, citato nel rapporto, pubblicato sul New England Medical Journal nel 2013 aveva stimato che in media, le persone che fumano muoiono almeno dieci anni prima rispetto a quelle che non hanno mai fumato, e la cessazione prima dei 40 anni riduce il rischio di morte associato al fumo di circa il 90%. Si stima che il fumo passivo causi 41.000 morti ogni anno tra gli adulti negli Stati Uniti, di cui 7.300 dovuti al cancro ai polmoni.
Inoltre, quasi tutti i casi di cancro cervicale, così come molti casi di cancro della testa, del collo e dell’ano, possono essere prevenuti con la vaccinazione HPV, mentre molti casi di cancro al fegato possono essere prevenuti con la vaccinazione contro l’epatite B. Altri tumori sono correlati con patogeni quali Helicobacter pylori, il virus dell’epatite C, quello di Epstein barr, alcuni Herpes virus, e altri, riportati nel rapporto.

A preoccupare è l’aumento fortissimo dell’obesità tra i bambini e gli adolescenti: gli Stati Uniti hanno registrato un +300% in 50 anni. Negli anni Settanta era obeso il 5% dei bambini e degli adolescenti, cioè uno su 200, oggi il 20%, uno su 5. In Italia il 42% dei bambini dai 5 ai 9 anni e il 34,2% dei 10-19 enni è in sovrappeso o obeso (dato European Regional Obesity Report 2022, OMS).

Chiaramente, i segmenti di popolazione più svantaggiati hanno maggiori probabilità di vivere in aree che possono avere livelli elevati di inquinamento atmosferico, assenza di spazi verdi per l’attività fisica e/o disponibilità scarsa o nulla di opzioni alimentari di qualità. Anche in Italia, nonostante non tutti ne siano ancora consapevoli. La sorveglianza PASSI di ISS relativa al biennio 2021-2022 evidenzia che fra gli adulti non anziani è in sovrappeso il 42 per cento di chi non ha neanche la licenza media, il 31,5 per cento dei diplomati e il 26,9 per cento dei laureati. Oltre a questi, è obeso il 17 per cento di chi ha difficoltà economiche contro l’8,7 per cento di chi non ne dichiara. Il 22 per cento di chi non ha la terza media contro il 9 per cento dei diplomati e il 6 per cento dei laureati.

Anche in Italia si muore molto meno

Sebbene il cancro sia ancora la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari – 29 deceduti su 100 in Italia sono morti di cancro – anche nel nostro paese in trent’anni la mortalità per cancro è diminuita, ed è aumentata conseguentemente la percentuali di italiani sopravvissuti a un tumore. La sopravvivenza è aumentata negli anni e inoltre, a livello individuale, ed è particolarmente estesa dopo i cinque anni dalla diagnosi in persone che hanno avuto tumori molto diffusi come quelli del seno (88% di sopravvivenza a 5 anni) e della prostata (93%). Addirittura chi sopravvive a cinque anni dalla diagnosi di alcuni tipi di tumore (testicolo, tiroide, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto), prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione che non ha mai avuto una neoplasia.

Ma le nuove diagnosi sono sempre di più (dato che la popolazione invecchia)

Non è diminuita invece l’incidenza dei tumori, anzi. Se cerchiamo i dati italiani, osserviamo che nel 2022 i nuovi casi di tumore si stima che siano aumentati dell’1,4% circa per gli uomini e dello 0,7% per le donne solo rispetto a due anni prima, nel 2020. La principale causa dell’aumento delle diagnosi di tumore rispetto a trent’anni fa è l’invecchiamento della popolazione. Nel 1991 in Italia vi erano 56,7 milioni di abitanti fra cui 8,7 milioni di over 65, nel 2022 sono diventati 14,1 milioni.

Questi numeri sono raccolti ogni anno nel rapporto “I numeri del cancro 2022”, frutto della collaborazione tra AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia). Considerando l’intera popolazione, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, i tumori in assoluto più frequenti sono quelli della mammella (14,3%), del colon retto (12,3%), seguiti da quello del polmone (11,2%), della prostata (10,4% solo nel sesso maschile) e della vescica (7,5%).

Crescono le diagnosi fra giovani adulti

A preoccupare è la crescita delle nuove diagnosi fra i giovani adulti, cioè fra le persone con meno di 50 anni, in tutto il mondo. Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista BMJ Oncology ha rilevato una crescita di incidenza dell’80% in 30 anni. Siamo passati dagli 1,82 milioni di casi diagnosticati in under-50 nel 1990 ai 3,26 milioni di casi nel 2019. Sono numerosi gli studi che hanno rilevato questo fenomeno. L’ultimo, di agosto 2023 uscito su JAMA, ha rilevato che sebbene il cancro al seno abbia avuto il maggior numero di casi nel decennio passato, sono i tumori gastrointestinali ad aver mostrato i tassi di incidenza in più rapida crescita tra tutti i tumori ad esordio precoce. Ancora una volta al centro di questa crescita sembrano esserci gli stili di vita, concludono gli autori. I dati italiani (Sorveglianza PASSI, ISS) mostrano che il 33% degli adulti italiani è oggi in sovrappeso e il 10% è obeso, il 20% fuma, il 30% è sedentario, il 17% è considerato consumatore di alcol a maggior rischio.

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