Piano pandemico 2024-2028, che si trova ora al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Obiettivo: definire un sistema di monitoraggio per le famiglie di virus «ritenute a maggior potenziale pandemico» -Adenovirus, Coronavirus, Enterovirus, Henipavirus, Orthomyxovirus, Orthopoxvirus, Paramyxovirus, Respirovirus, Rhinovirus e Rubulavirus – e una risposta pronta a un’eventuale nuova emergenza, che significa precisare nel dettaglio le dinamiche di cordinamento tra gli enti coinvolti, dal livello locale a quello nazionale e viceversa per evitare di perdere tempo prezioso. Ma anche provvedere allo stoccaggio di presidi di protezione, pianificare la predisposizione di reparti d’emergenza e formare il personale sanitario in tal senso.
Il Ministero della Salute ha predisposto il nuovoAl momento comunque non sembrano esserci pericoli, anche se la percezione comune è che nelle ultime settimane tutti cadano malati o per un’influenza (che in realtà è A/H1N1pdm09, la stessa “influenza suina” del 2009), o per un COVID a cui non pensiamo quasi più, o per questo virus respiratorio sinciziale (RSV) il responsabile della bronchiolite nei più piccoli. I dati in realtà confermano un picco peggiore delle ultime settimane di questi virus, ma senza allarmi. Il “cocktail” di virus di quest’anno ha portato a un’epidemia più sentita, forse anche dovuta ai tassi di vaccinazione per COVID e influenza più bassi degli ultimi anni. Molti Paesi europei sono alle prese con un’epidemia di influenza stagionale e l’Italia, in particolare, sta affrontando una delle peggiori stagioni influenzali degli ultimi anni.
La situazione in Europa
L’ECDC in un rapporto di metà dicembre 2023 evidenziava che i tassi di consultazione delle cure primarie per le malattie respiratorie monitorate attraverso sistemi di sorveglianza sentinella sono gradualmente aumentati come previsto nell’UE/SEE a partire da settembre 2023. Dei 23 paesi che utilizzano le soglie del Moving Epidemic Method (MEM), i tassi di malattie simil-influenzali erano superiori ai livelli basali in cinque paesi e i tassi di infezione respiratoria acuta erano superiori ai livelli basali in tre paesi. I tassi di infezione respiratoria acuta grave monitorati attraverso la sorveglianza sentinella nei siti ospedalieri segnalati da sei paesi rimangono pari o inferiori ai tassi osservati nello stesso periodo dell’anno scorso.
L’implementazione diffusa di misure non farmaceutiche durante la pandemia di COVID-19 – scrive ECDC – ha portato a una circolazione molto bassa di agenti patogeni respiratori sia virali che batterici, con conseguente riduzione dell’immunità della popolazione. Ciò potrebbe aver contribuito a esacerbare il carico di malattie respiratorie quest’inverno, in particolare tra coloro che hanno poche o nessuna esposizione preesistente, come i bambini molto piccoli.
SARS-CoV-2 ha continuato a circolare in Europa a livelli più elevati rispetto all’influenza stagionale e al virus respiratorio sinciziale (RSV), riporta sempre ECDC.
Da ottobre 2023, sei paesi UE/SEE hanno segnalato aumenti delle infezioni respiratorie dovute a Mycoplasma pneumoniae, patogeno che non è soggetto a notifica nella maggior parte dei paesi UE/SEE, il che porta a limitate informazioni disponibili relative ai casi diagnosticati, alla proporzione dei rilevamenti tra i campioni respiratori di laboratorio o ai dati storici sui rilevamenti.
Di conseguenza – precisano gli esperti ECDC – i confronti a livello nazionale o storici dovrebbero essere effettuati con cautela. E quindi stiamo cauti e non ne facciamo.
In Italia
Non esiste un sistema di sorveglianza a tappeto dei malati di influenza o di COVID. Nel caso di SARS-CoV-2 soprattutto, i dati raccolti ora sono solo la punta dell’iceberg, con valore statistico bassissimo. Altra cosa sono le ospedalizzazioni, paragonabili ai dati che raccoglievamo negli anni passati, anche se non sono certo paragonabili quanto a dimensioni. Oggi fra le vaccinazioni e i farmaci che possediamo da un paio d’anni, le cose sono profondamente cambiate anche per le fasce meno giovani. L’ultimo bollettino COVID dell’ISS pubblicato a metà gennaio 2024 mostra che l’indice di trasmissibilità (il famoso Rt…) calcolato con dati aggiornati al 10 gennaio 2024 e basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 02/01/2024 risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,75, in diminuzione rispetto settimana precedente, anche se questi valori potrebbero essere sottostimati a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi. I tassi di ospedalizzazione e mortalità sono più elevati nelle fasce di età più alte ma comunque bassissimi. Parliamo di 149 ospedalizzati per milione di abitanti fra gli 80-89 enni e di 288 per milione di abitanti fra gli over 90.
Per quanto riguarda l’influenza, tra dicembre 2023 e gennaio 2024 abbiamo raggiunto il picco di infezioni notificate, un numero molto più alto rispetto al picco delle stagioni precedenti. Il numero di casi di sindromi simil-influenzali dopo aver raggiunto il picco nell’ultima settimana del 2023 con un valore pari a 18,5 casi per mille assistiti, nella seconda settimana del 2024 mostra un’incidenza è pari a 14,1 casi per mille assistiti.
Va detto che il numero di sindromi simil-influenzali è sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori tra i quali il virus respiratorio sinciziale, nei bambini molto piccoli, e il SARS-CoV-2.
Da quest’anno la sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità sulla stagione “influenzale” si chiama RespiVirNet e sostituisce il vecchio Influnet perché monitora, oltre all’influenza, anche altri virus respiratori. Tranne in Valle d’Aosta e Calabria, le quali non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet. RespiVirNet è il Sistema di Sorveglianza Integrata (epidemiologica e virologica) dei casi di sindromi simil-influenzali e dei virus respiratori. I dati presenti in RespiVirNet si basano sulle segnalazioni dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri di Libera Scelta e dei Laboratori di Riferimento Regionale per i virus respiratori. La sorveglianza è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) con il sostegno del ministero della Salute.
L’ultimo bollettino disponibile, del 20 gennaio 2024, mostra che 174 fra i campioni esaminati (il 6,5%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2, 241 (il 9%) per RSV e i rimanenti 172 (un altro 6,5%) sono risultati positivi per altri virus respiratori, di cui: 84 Rhinovirus, 34 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, 32 Adenovirus, 14 Metapneumovirus, 5 virus Parainfluenzali e 5 Bocavirus.