È un risultato che risente ancora dell’effetto rimbalzo dopo la crisi pandemica, ma nel 2022 il Pil è cresciuto in tutte le regioni europee. A certificare questo risultato è Eurostat, che ha appena rilasciato i dati relativi al prodotto interno lordo a livello di Nuts 2. Ovvero quelle entità geografiche che corrispondono alle regioni italiane. Il risultato è mostrato nella mappa che apre questo pezzo, dove ad un colore più scuro corrisponde un incremento più alto. Il dato è espresso come variazione percentuale rispetto al 2021.
Come si può notare, con l’eccezione dell’Irlanda e di alcune regioni dei Paesi Bassi gli aumenti più significativi si registrano nell’Europa orientale e soprattutto in Turchia. E sono proprio turche otto delle dieci regioni che hanno visto il maggiore incremento, a cominciare dall’area di Antalya, Isparta e Burdur, nella Turchia sud occidentale, dove la crescita del Pil è stata del 41,75%. Subito dopo ecco lo Yugoiztochen bulgaro, realtà nella quale l’aumento è stato del 37,92% rispetto al 2021.
All’estremo opposto si incontrano invece la Corsica, isola francese dove il Pil 2022 è cresciuto di appena l’1,62% e la regione della capitale svedese Stoccolma, dove la crescita si è fermata all’1,85%. In questo contesto, come si pongono le regioni italiane?
Il risultato migliore, in termini di crescita percentuale, lo si è avuto in Basilicata (14,74%), seguita dalla Valle d’Aosta (13,12%) e dall’Alto Adige (12,25%). I risultati peggiori, invece, in Abruzzo, dove la crescita è stata appena di 3,35 punti percentuali, quindi in Umbria (4,82%) e in Piemonte (5,01%).