Nell’era delle grafiche all’ultimo grido, renderizzate da schede video e processori di ultimissima generazione, c’è un videogioco piuttosto datato che non smette di attirare appassionati da quarant’anni e che recentemente ha visto un’impennata di popolarità grazie ad un vero e proprio capovolgimento in senso letterale.
Tetris, nato dall’ingegno del programmatore russo Alexey Pajitnov nel lontano 1984, è geniale puzzle game che ha conquistato i giocatori di ogni angolo del pianeta fin dalla sua prima incarnazione sui computer sovietici, basandosi sull’assemblaggio di blocchi cadenti per creare righe complete, che lo ha reso immediatamente accessibile a chiunque, indipendentemente dall’età o dalle abilità videoludiche.
Ma ciò che rende davvero straordinario Tetris è la sua capacità di adattarsi e prosperare attraverso il tempo e le piattaforme dato che, dal suo debutto su PC, il gioco ha attraversato ogni era dei videogiochi, mantenendo intatto il suo fascino e la sua riconoscibilità su dispositivi che vanno dai primi computer personali ai moderni smartphone e console di gioco.
Ad ogni modo, se si dovesse individuare la versione più iconica di Tetris, al netto di quella per il Game Boy che è stata in grado di vendere oltre 35 milioni di copie oltre ad essere un’istantanea dei primissimi anni ’90, quella del NES (Nintendo Entertainment System) è forse la più indicata perché è stata poi presa come riferimento per il gaming competitivo.
Anche se ha preso il nome ufficiale di Classic Tetris World Championship (CTWC) quando è nato nel 2010, facciamo riferimento ad una sfida giocata con cartucce NES del 1989 giocata su tubi catodici, quindi nulla di simile a mega computer e periferiche ultra professionali come quelle che si vedono nei sopra citati eventi mainstream degli eGames e che, a meno di qualche magia dell’algoritmo di Youtube, è abbastanza improbabile che possiate avere visto.
Ma in queste situazioni, di solito, interveniamo noi di Info Data con queste pillole un po’ folkloristiche che sono sempre guidate dai numeri anche perché – pure in questo caso – abbiamo deciso di raccontarvi questa data-storia proprio per via di qualcosa numericamente curioso che è accaduto davvero di recente.
Partiamo col dire che i punteggi di questa competizione, presi sulla singola partita, nei primi anni non arrivavano a quota un milione anche se la parte più interessante – per ora – non è tanto quella del numero in sé, perché dobbiamo prima fare una premessa che riguarda la tecnica; ebbene sì, parliamo di tecniche di gioco pe Tetris.
Chiunque di noi avrà giocato almeno una volta a questo titolo e, per quanto la difficoltà cresca in funzione dell’avanzamento temporale (all’aumentare delle linee completate e dei relativi livelli), si potrebbe dire che il game design non offra troppi gradi di libertà: si tratta sempre di posizionare e ruotare i pezzi nella maniera più opportuna per creare combo, evitando di lasciare dei “buchi”.
E allora perché parliamo di tecnica? Semplice, perché i numeri ci dicono che in poco più di un decennio le prestazioni sono migliorate di un ordine di grandezza, superando – come vedremo – alcuni limiti che neanche erano stati contemplati in fase di programmazione, e la tecnica (in verità più di una) utilizzata è stata l’enzima catalizzante di questa evoluzione.
Nel grafico che segue sono elencati i migliori punteggi di tutti i gamer che sono riusciti a far registrare un punteggio sopra i due milioni, vale a dire circa quattro volte meglio di quanto fatto in occasione della prima manifestazione mondiale.
Prima di partire con i numeri veri e propri, occorre avere una panoramica delle tecniche che si sono appunto susseguite cominciando col cosiddetto DAS (Delayed Auto Shift) con cui mantenendo premuto un tasto direzionale il pezzo in questione si sposterà nella direzione desiderata dal giocatore fino a che non verrà eseguito un altro comando, in sostanza la tecnica di default usata fino al primo step evolutivo.
La seconda tappa dei veri pro è arrivata con l’introduzione dell’hypertapping che, all’aumentare della velocità richiesta per affrontare i livelli più sfidanti, risultava essere l’unica strategia per poter premere il dpad (la croce direzionale del controller NES) fino a dodici volte per secondo, cosa non semplicissima da fare come suggerisce “hyper” nel nome e che, proprio per questo motivo, l’ha vista emergere solo nel 2018 quando l’allora sedicenne Joseph Saelee si aggiudicò il titolo di campione, aprendo la strada per tutti i seguenti hypertapper che poi avrebbero dominato la scena fino alla successiva innovazione.
E qua torniamo al concetto iniziale di capovolgimento a cui abbiamo fatto riferimento in apertura.
Prendendo in prestito dal passato un sistema per migliorare la frequenza di pressione di un unico pulsante (tra di noi c’è qualche nostalgico di Track & Field, per caso?), il principio base della terza tecnica denominata “rolling” è quello di passare/rollare tutte le dita sullo stesso punto esattamente come si poteva fare sui cabinati anni ’80 che però si scontra con un problema di tipo fisico legato alle ben più ridotte dimensione dei tasti del controller NES rispetto alla pulsantiera “da sala giochi”.
Ecco quindi che si arriva al capovolgimento: invertendo l’impugnatura del controller, le dita che rollano battono sul retro del controller, spingendolo sul dito dell’altra mano come semplice punto di appoggio per ricevere le vibrazioni dalla mano forte, risultando così più accessibile ma al contempo più performante rispetto all’’hypertapping..
Benchè non convenzionale, da quando è stata introdotta (2020), questa tecnica è stata perfezionata ed ampiamente adottata da tutti i gamer che ora sono in grado di raggiungere circa venti pressioni al secondo, permettendo di raggiungere un controllo tale da superare i record precedentemente stabiliti in fatto di punteggio visto che il limite fisico rendeva impossibile accedere a livelli con velocità troppo elevate per l’epoca (sette anni fa, sigh) o, per meglio dire, sostenere con continuità il ritmo massimo impostato a partire dal temutissimo livello 29.
Veniamo quindi ai numeri e, senza raccontarvi la storia di ciascuno dei “big” che compongono la parte alta della classifica, dovrebbe essere evidente dai punteggi che il rolling ha fatto esplodere i punteggi verso vette che non erano minimamente concepibili, tanto da arrivare qualche mese fa ad indire una sfida pensata come impossibile per sfondare il muro utopistico dei dieci milioni di punti.
Sul sentiero verso questo obiettivo, recentemente (fine 2023) è stato raggiunto un altro traguardo impensabile; vale a dire quello di “rompere” Tetris, grazie ad alcune combinazioni che mandano in crash il gioco al completamento di linee singole a partire dal livello 157 (sì, 128 livelli dopo quello che setta la velocità al massimo).
Tra glitch cromatici che rendono quasi del tutto impossibile riconoscere i colori dei blocchi (cambiano ogni livello) dallo sfondo nero ad alcune mod che permettono di bypassare il freez del gioco, lo scorso marzo l’obiettivo dei dieci milioni è stato raggiunto ed addirittura demolito da un altro giovanissimo (quindici anni) con lo pseudonimo di Alex Thach che ha chiuso la sua propria partita – durata oltre un’ora – a quota 16,248,080 punti, ritoccando poi il suo personale lo scorso 15 aprile fino a 16,700,760 punti.
Inutile dire che la prestazione ha del memorabile su più livelli:
- Superata la soglia dei dieci milioni come da obiettivo della sfida
- Praticamente doppiato il secondo miglior punteggio registrato (8,952,432 da parte di PixelAndy)
- Raggiunto il livello 235
Queste righe però potrebbero non rendere giustizia all’abilità del nuovo re di Tetris e siccome nell’arco di un mese ha frantumato altri 5 record mondiali su sfide analoghe in fatto di difficoltà, vi lasciamo con un video che ne celebra l’impresa in modo molto dettagliato anche per chi potrebbe aver riscoperto questo gioello videoludico a distanza di decenni.
Se voleste provare a ritrovare un Game Boy o cercare un emulatore per cimentarvi in qualche partita a Tetris mettendovi alla prova, vi diamo un consiglio: non guardate il punteggio!
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