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La pandemia ha inciso sulle scelte successive dei ragazzi? Un pochino pare di sì, in particolare sulla scelta di facoltà universitarie

Nati nel 2004, hanno iniziato le scuole superiori con l’anno scolastico 2018-2019, l’ultimo pre-pandemia. Per loro le scuole superiori hanno significato chiusure, DAD, mascherine, distanziamento. Sono i ragazzi che hanno ripreso a relazionarsi due anni dopo, e che un anno fa si sono diplomati. Come hanno vissuto quelli che spesso sono ricordati da noi adulti come “i migliori anni”? La pandemia ha inciso sulle scelte successive dei ragazzi? Un pochino pare di sì, in particolare sulla scelta di facoltà universitarie in ambito sanitario.

A quanto pare la pandemia non ha portato più bocciature né voti più bassi al diploma, anche se questi dati sono troppo soggettivi perché possano essere oggetto di analisi sociologica. Nel 2019 il 90,2% dei diplomati ha conseguito il titolo di studio entro i 19 anni e quindi senza ripetenze, percentuale salita al 93% fra i diplomati del 2023. Nei licei questa percentuale arriva al 95,4%, mentre scende al 90,4% negli indirizzi tecnici e all’88,1% nei percorsi professionali.Le femmine hanno conseguito il diploma senza ripetenze più dei maschi (rispettivamente 94,4% e 91,4%); ciò avviene in tutti i singoli indirizzi di studio.

Abbiamo confrontato il rapporto di Almadiploma, la banca dati del consorzio Almalaurea, sui diplomati 2023 (pubblicato il 29 febbraio 2024) con quello sui diplomati 2019, principalmente intorno a due questioni: opinioni sugli aspetti del corso di studio e diplomati che intendono iscriversi ad un corso di laurea universitario: primi tre gruppi disciplinari per tipo di diploma e genere.

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Il voto medio di diploma dei diplomati del 2023 è 78,4 su 100: 80 nei licei, 76,3 negli indirizzi tecnici e 76,0 nei professionali. Nel 2019 il voto medio era stato 77,1: 79 nei licei, 75 negli indirizzi tecnici e 73,7 nei professionali. Inoltre, hanno preso voti più alti nel 2023 rispetto al 2019 anche i figli di persone con titolo di studio basso. Nel 2019 il 13% di questi ragazzi aveva ottenuto un voto di diploma superiore a 90/100, nel 2023 siamo saliti al 16%. A che cosa sia dovuto questo balzo questi dati per non ce lo possono dire.
Il Profilo dei Diplomati 2023 prende in considerazione i 159 Istituti scolastici aderenti ad AlmaDiploma che hanno fornito una documentazione soddisfacente sui propri diplomati4. La popolazione osservata comprende 28.610 diplomati, l’86,4% dei quali ha compilato il questionario di rilevazione.

Cala la soddisfazione sul rapporto con compagni e docenti

La soddisfazione dei ragazzi è calata sotto tutti gli aspetti se compariamo i diplomati nel 2019 e del 2023. Negli ultimi cinque anni è peggiorata anche la valutazione per alcuni aspetti dell’organizzazione scolastica, mostrando il medesimo trend di altri indicatori di soddisfazione sopra citati (aumento nel 2020 e calo successivo che riporta i livelli sotto quelli del 2019). In particolare, si tratta delle valutazioni relative alla pianificazione dell’orario scolastico (-11,8 punti percentuali sul complesso dei diplomati, seppur in misura minore tra i professionali, pari a -8,2 punti), alle attività pratiche durante l’orario scolastico (-10,9 sul complesso dei diplomati, -5,8 punti per i professionali), il sostegno all’orientamento per le scelte universitarie o lavorative dopo il diploma (-5,8 sul totale, -9,9 punti percentuali tra i liceali, variazione inversa per i professionali, pari a +2,3 punti)

Il 93,1% dei diplomati dichiara di aver utilizzato tali strumenti per partecipare alle lezioni e il 75,9% per la gestione delle prove e dei compiti, senza particolari differenze per tipo di diploma. Il 50,5% dei diplomati ha svolto attività di orientamento tramite strumenti di didattica digitale integrata come Open Day virtuali, attività di orientamento a distanza, con evidenti differenze tra liceali, tecnici e professionali: ha partecipato a questo tipo di attività rispettivamente il 54,7% il 47% e il 37,7% degli studenti). Il 31,4% dei diplomati li ha utilizzati per seguire seminari, con chiare discrepanze tra i percorsi (la percentuale varia dal 36,4% tra i liceali al 18,3% tra i professionali). Infine, il 20,8% dichiara di averli utilizzati per le attività di recupero.

Boom di ragazze che vogliono lavorare in sanità

Nel complesso il 73% dei diplomati 2023 intende continuare gli studi, contro il 72,8% del 2019, che ci fa pensare che la pandemia fortunatamente non ha inciso su questo aspetto. Su che cosa studiare però forse sì. Si registra un boom di diplomati, anzi per meglio dire di diplomate, che intendono dedicarsi all’ambito sanitario. Nel 2019 il 13,7% delle liceali voleva iscriversi a medicina e odontoiatria, mentre fra le diplomate del 2023 a voler fare questa scelta è il 20,2% delle liceali. Fra i diplomati agli istituti tecnici siamo passati – sempre fra le ragazze – dall’11% al 14% che intende iscriversi a una qualche professione sanitaria, e fra le diplomate professionali siamo addirittura a una su tre che sceglie questa strada, contro una su quattro nel 2019. I ragazzi hanno meno interesse per il comparto sanitario: le prime tre aree universitarie che indicano sono ingegneria, economia e informatica; solo dopo medicina e professioni sanitarie. In genere il 18% dei diplomati maschi prosegue gli studi in ambito economico, il 17% ingegneristico, l’11% scientifico. Fra le ragazze il 20% sceglie l’ambito sanitario, il 12% quello economico e l’11,5% quello psicologico.

Che fine hanno fatto oggi i diplomati 2020

Come stanno invece i diplomati del 2020, quelli che hanno acquisito il titolo in piena emergenza pandemica, trovandosi quindi a dover modificare, almeno in parte, le intenzioni post-diploma, soprattutto a causa delle difficoltà del mercato del lavoro? Dopo 3 anni il 25,7% dei diplomati lavora e non studia, il 22,3% studia e lavora e il 44,9% degli intervistati studia soltanto. A tre anni dal diploma, invece, non si rilevano differenze degne di nota: il tasso di disoccupazione è, rispettivamente, pari al 10,8% e all’11,0%. Con il passare del tempo il differenziale, sui medesimi diplomati, tende ad annullarsi: i diplomati del 2020, a un anno dal titolo, presentavano infatti un differenziale di 2,8 punti percentuali (il tasso di disoccupazione era pari al 16,5% per i diplomati con voto alto e al 19,3% per quelli con voto basso).

Tra i diplomati del 2022, alla vigilia della conclusione degli studi secondari di secondo grado il 55,6% dichiara che, potendo tornare indietro, sceglierebbe lo stesso indirizzo/corso nella stessa scuola, mentre il restante 43,9% compierebbe una scelta diversa. Sono le stesse percentuali espresse dai diplomati pre-pandemia.

Per approfondire. 

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