Lo rileva l’ultimo report dell‘Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (Ompi), che sottolinea una “accelerazione eccezionale”.
38mila
Tencent
Chi brevetta di più? In termini di brevetti depositati Tencent e’ sul primo gradino del podio seguita da Ping An Insurance, Baidu e dall’Accademia cinese delle scienze. Solo al quinto posto figura l’americana Ibm, seguita dalla cinese Alibaba, dalla sudcoreana Samsung Electronics e dalla societa’ madre di Google, Alphabet. ByteDance, la societa’ madre di TikTok, e Microsoft occupano gli ultimi posti della top 10.
Chi ha più foundation model? Gli Stati Uniti in termini di modelli di Ai Gen. Come si legge dall’ultimo Ai Standard Index di Stanford gli Usa ne hanno 203 contro i venti della Cina. Gli Stati Uniti sono in testa in diverse categorie, tra cui il numero di modelli di fondazione rilasciati (sopra) e il numero di sistemi di intelligenza artificiale considerati progressi tecnici significativi.
250 miliardi
3,39 mila milioni
Chi sono i giganti dell’Ai ? Se poi guardiamo alle disponibilità finanziaria dei grandi Ai provider scopriamo che quasi tutti sono aziende private made in Usa. Facciamo alcuni nomi: Google, Microsoft, Ibm, Aws, Meta e Non solo in termini di capitalizzazione di Borsa: Nvidia, Microsoft e Apple hanno superato i tre trilioni di dollari.
Più brevetti non vuole dire vantaggio competitivo. Un alto numero di brevetti può suggerire che un’azienda o un’organizzazione è molto attiva nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie IA. I brevetti devono tradursi in applicazioni pratiche e utili per avere un impatto significativo. Se un’azienda ha molti brevetti ma pochi prodotti o servizi innovativi basati su quei brevetti, il vantaggio competitivo potrebbe essere limitato. In questo momento il successo di ChatGpt, Gemini e altri Gen Ai occidentali insieme all’indiscusso vantaggio tecnologico legato ai chip Nvidia farebbero propondere per una leadership Usa. I chip per l’Ai più evoluti ad oggi sono a stelle e strisce e non a caso il Governo Usa ne impedisce l’esportazione in Cina, proprio per mantenere una leadership tecnologica in un settore così strategicamente decisivo.
Conclusione.
La corsa ai brevetti cinese dimostra come il Continente rosso stia recuperando terreno. E anche molto velocemente.
Una conferma indiretta? Pochi giorni fa la Cina ha sollecitato una cooperazione globale nel campo dell’intelligenza artificiale. Il premier Li Qiang aprendo la Conferenza mondiale sull’intelligenza artificiale (Waic) a Shanghai, ha esortato i Paesi ad adottare “mentalità più aperte” e a promuovere la cooperazione internazionale nel settore perché “ogni Paese ha i propri vantaggi nella tecnologia, nei dati e nel mercato dell’intelligenza artificiale e quindi dovremmo impegnarci in una cooperazione reciproca e nell’unione delle forza”. che vedrà le aziende tecnologiche cinesi svelare numerosi nuovi prodotti legati all’IA, Li ha chiesto la promozione della “circolazione dei dati oltre i confini, il libero scambio di attrezzature e la connettività delle infrastrutture”.
Per approfondire
Cosa misura l’Ai Index Report della Stanford University? #howmeasuring
L’intelligenza artificiale, AlphaFold 3 e il senso della vita. L’intervista su Ted a Demis Hassabis
L’Ai di Midjourney ha già scelto chi è presidente degli Stati Uniti