In principio fu AlphaFold, intelligenza artificiale sviluppata da DeepMind (azienda controllata da Alphabet) che, nel 2020, riuscì a prevedere le modalità di ripiegamento delle proteine. Quindi sono arrivati i primi farmaci, basati su molecole individuate da un algoritmo: una decina, secondo un articolo comparso su Nature nel giugno 2023, quelli che si apprestavano ad entrare nella fase di trial clinico. E ora il Covid-19.
Ricercatori delle università di Manchester e Oxford hanno infatti sviluppato un algoritmo in grado di identificare e monitorare nuove varianti del Sars-CoV-2. Questo modello è in grado di automatizzare l’analisi dei quasi 16 milioni di sequenze disponibili nel database di Gisaid, il portale che raccoglie tutti i dati sull’influenza. Per dare un’idea della potenza di questo algoritmo, utilizzando un normale computer i ricercatori hanno analizzato oltre 5,7 milioni di sequenze nel giro di un paio di giorni.
L’idea è che questo strumento possa aiutare gli scienziati impegnati nel monitoraggio dell’evoluzione virale, rendendo in questo modo più rapida l’identificazione di varianti che possano rappresentare un rischio per la popolazione. Aspetto la cui importanza è apparsa chiara durante le fasi più difficili della pandemia da nuovo coronavirus.
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