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Tre studenti su cinque hanno cambiato l’insegnante di sostegno. Cosa vuole dire?

Il 25% degli studenti disabili non aveva ricevuto un piano didattico personalizzato alla data del 31 ottobre 2022. Il dato riguarda ovviamente l’anno scolastico 2022-2023, arriva da Istat e fa riferimento a quello che le norme chiamano PEI, ovvero un piano educativo individualizzato. In altre parole, un percorso didattico studiato ad hoc che tenga conto delle difficoltà del singolo studente.

Una carenza diffusa in maniera uniforme in tutti i gradi dell’istruzione italiana così come a livello geografico. Per capirlo, basta utilizzare il filtro nella parte bassa del grafico (in alto a sinistra per chi leggesse da desk, ndr) per selezionare una macroregione. Quello della mancanza di un PEI, però, non è l’unica difficoltà cui vanno incontro gli studenti diversamente abili nella scuola italiana.

Durante lo scorso anno scolastico, il 59,6% degli studenti disabili ha infatti visto cambiare il proprio insegnante di sostegno. Il dato rappresenta una media nazionale per gli istituti di ogni ordine e grado. Il tema della continuità didattica per gli studenti disabili è più acuto alla scuola dell’infanzia, dove il 75% dei bambini e delle bambine diversamente abili, tornando a scuola nel mese di settembre 2022, ha dovuto imparare a conoscere un nuovo insegnante di sostegno.

Il tema della continuità didattica è più forte nelle regioni del centro, dove il 61,2% degli studenti ha cambiato insegnate di sostegno, e del Nord, dove lo stesso è capitato al 61% della popolazione scolastica disabile, che in quelle del Sud, dove la percentuale si è attestata al 56%. Al di là della continuità didattica, però quante ore di sostegno sono garantite agli studenti disabili?

A livello nazionale, la media è di 15,3 ore di sostegno la settimana, un dato aggiornato all’ultimo anno scolastico. Il valore più alto lo si riscontra alle scuole dell’infanzia, dove si superano le 20 ore settimanali, quello più basso alle scondarie di primo grado, dove le ore garantite sono poco meno di 13 la settimana. Da sottolineare, poi, che le cose vanno meglio nel Mezzogiorno, dove le ore settimanali di sostegno sono 17, rispetto al Nord, dove ci si ferma a 13,6.

Difficile, invece, dire se le ore di sostegno siano tante o siano poche. La normativa prevede che siano garantite fino a 4 ore di sostegno a fronte di una disabilità lieve e tra le 15 e le 18 in caso di disabilità molto elevata. I dati Istat non consentono però di approfondire in questa direzione. Permettono invece di capire quanto gli studenti diversamente abili riescano a partecipare a pieno all’attività didattica, ad esempio quando si tratta di prendere parte a delle visite di istruzione.

Per quanto riguarda le gite che si concludono nell’arco di una giornata, senza cioè che sia necessario pernottare fuori, la partecipazione degli studenti disabili è generalmente molto alta. Il dato medio, riferito sempre all’anno ascolastico 2022-2023, parla di un 87% di studenti disabili che prende parte a queste iniziative. Una percentuale che crolla quando si guarda ai viaggi di istruzione che prevedono che si rimanga fuori a dormire per almeno una notte:

In questo caso, solo il 31,7% degli studenti disabili prende parte a queste attività didattiche. La percentuale dei disabili che partono insieme ai compagni sale nelle scuole secondarie ed è invece più bassa alla scuola primaria e a quella dell’infanzia.

Per approfondire. 

Leggi qui la prima puntata dell’inchiesta sulla disabilità nelle scuole italiane