Più della metà dei residenti italiani che vivono in città come Firenze, Sassari e Bolzano, ritiene che la qualità della vita sia peggiorata negli ultimi cinque anni. Inoltre, a Catania, Milano e Taranto si osservano le percentuali più basse di persone che si sentono sicure a camminare da sole di notte. E, ancora, si percepisce una bassa efficienza dell’Amministrazione pubblica locale in quasi tutti i centri urbani dell’Italia meridionale, insieme a Roma, Firenze e Milano. Sono queste alcune delle principali rilevazioni espresse nell’ultimo report dal nome Quality of life in European cities, uno studio condotto dalla Commissione Europea con il contributo dell’Istat, l’Istituto di statistica italiano.
Lo studio, relativo all’edizione del 2023, aveva l’obiettivo di comparare i dati di 85 città (di cui 26 italiane e 59 città dell’Unione Europea) al fine di evidenziare punti di forza e di debolezza dei contesti urbani. L’indagine misurava diversi aspetti, come: la percezione della qualità della vita nella propria città, sia in termini generali che rispetto a specifiche dimensioni (lavoro, servizi pubblici, sicurezza, ambiente, Amministrazione locale, ecc.); le opinioni sulla capacità inclusiva della città; il sostegno da parte delle reti sociali e la fiducia verso i propri concittadini; le opportunità offerte dalla città, come trovare un buon lavoro e un alloggio. Ma quali sono i risultati?
Innanzitutto, tra le città italiane con le percentuali più alte di persone che si considerano molto o abbastanza soddisfatte di vivere nella propria città (quelle superiori al 90%), troviamo Trento, Trieste e Cagliari. Queste si dividono il podio con uno scarto minimo e Trento, con una quota pari al 95,4% di persone soddisfatte di viverci, si aggiudica il primo posto non solo rispetto alle 26 città peninsulari, ma anche relativamente a tutte le 85 città UE considerate nello studio. Percentuali simili, bisogna dirlo, sono analoghe a quelle rilevate in varie città del Nord Europa, mentre sono abbastanza lontane da quanto si registra in molti siti urbani della nostra penisola. Infatti, a fare da contraltare a questi livelli di soddisfazione, troviamo le numeriche del Mezzogiorno, con Taranto che quantifica una percentuale di soddisfazione persino inferiore alla metà della sua popolazione (precisamente il 47,8%). Seguono con cifre più felici Reggio Calabria (52,3%) e Catania (56,4%).
Ci sono poi delle faccende del rapporto cittadino-città che trapelano dallo studio. La nettezza urbana, ad esempio, è un elemento che appare problematico per la maggior parte degli italiani. In circa il 75% delle città peninsulari, infatti, meno della metà degli abitanti si ritiene soddisfatta per la pulizia urbana. Troviamo le quote più basse per questo aspetto in tutte le città dell’Italia meridionale, insieme a Roma, Genova e Parigi. Altra faccenda è poi la qualità dell’aria. Come prevedibile, gli abitanti delle città densamente abitate e industrializzate (Milano, Torino, Roma) hanno fatto registrare delle numeriche molto basse di appagamento. Ma per l’ultimo posto, non ci sono tanti contendenti, perché Taranto registra solo il 6% degli abitanti soddisfatti della qualità dell’aria.
Le tematiche trattate nello studio, e le rilevazioni che ne derivano, danno un’idea di come il nostro Paese si interfacci e si collochi in un contesto europeo che (i dati lo certificano) su alcune materie non è competitivo. L’auspicio è che alcuni aspetti, come l’inquinamento, gli spazi verdi nelle città, i livelli di fiducia nella pubblica amministrazione, eccetera, possano al più presto conformarsi ai risultati delle città più virtuose del vecchio continente. Alcune delle quali, ricordiamolo, sono italiane.
Per approfondire,
Le migliori città in cui vivere se vuoi lavorare in un’azienda tech
Le stime sull’impatto sanitario ed economico dell’inquinamento dell’aria nelle città italiane
Le mappe vintage delle città con più di un milione di abitanti (tra il 1800 e il 1930)