Quasi la metà degli italiani (precisamente il 46,6%) dichiara elevata soddisfazione per la propria vita. È questo quanto riportato nell’indagine elaborata nel 2023 dall’Istituto nazionale di statistica. I livelli di gradimento, del resto, seguono un andamento in incremento già da qualche anno: nel 2023 la quota di persone soddisfatte, che nel 2022 era cresciuta soprattutto tra i giovanissimi, aumenta anche tra i 25-34enni (che costituiscono il 48,6% degli intervistati in quella fascia d’età, un +3,5 punti rispetto al 2022). Una faccenda che sembra avere una proporzione indiretta, dato che la soddisfazione diminuisce tendenzialmente con il progredire dell’età: la quota di molto soddisfatti è più elevata nella classe 14-19 anni (56,6%) fino a toccare il valore minimo del 39,4% tra le persone con 75 anni e più. Resta invece stabile e su livelli elevati la soddisfazione espressa dal complesso della popolazione. I segnali positivi, inoltre, non finiscono qua. Il compiacimento economico (manifestata da una quota del 59,4% di italiani) cresce di +2,4 punti percentuali. Allo stesso modo anche quella relativa al lavoro (80% tra gli occupati) aumentando di un +2,1%.
Ma come è stato condotto lo studio? L’indagine “aspetti della vita quotidiana”, questo il suo nome, rileva il livello di gradimento per le condizioni di vita dei cittadini attraverso una pluralità di indicatori adottati dall’Istituto. La soddisfazione per la vita nel suo complesso è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui. Essa misura quanto gli individui sentano di vivere una vita conforme alle loro aspettative, al di là delle contingenze momentanee. E, oltre alla dimensione generale, il gradimento delle persone viene rilevato anche per alcuni ambiti fondamentali della vita quotidiana, quali le relazioni familiari e amicali, la salute, il tempo libero, il lavoro e la situazione economica.
Ma entriamo nel pratico: come si raccolgono i dati? Ebbene, viene attribuito un punteggio da 0 a 10 alla domanda “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, dove 0 indica “per niente soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”. E ora che sappiamo come sono stati raccolti i dati, e il ragionamento sottostante, andiamo a vedere i livelli di gradimento della propria vita per età e area geografica.
Partiamo col dire che è al Nord la quota di persone che esprime una soddisfazione elevata per la vita (il 49,1% del totale), a seguire il Centro (45,7%) e il Mezzogiorno (43,8%). La regione con il più elevato livello di compiacimento resta il Trentino-Alto Adige (60,1%), mentre quella con il livello più basso la Campania (38,7%), come nel 2022. Rispetto al 2022 si assiste però a un incremento nella quota di persone con alti livelli di appagamento nell’Italia meridionale (43,0%, +2,5 punti percentuali), che conduce a una lieve riduzione dei divari territoriali.
Altro discorso per il contesto economico. In relazione alla professione svolta si evidenzia una grande variabilità: il compiacimento economico è massima per dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (72,4%), minimo per chi è in cerca di una nuova occupazione (35,3%). Inoltre, nel 2023, si conferma il divario tra Nord e Mezzogiorno: le regioni settentrionali, con il 63,3%, si distanziano da quelle del Meridione di quasi 10 punti percentuali (53,4%). Il Centro con il 60,8% di soddisfatti riscontra la crescita più rilevante rispetto al 2022, pari a 4,1 punti percentuali.
Un’ultima nota è dovuta. Lo studio analizza anche la fiducia verso il prossimo degli italiani e delle italiane. Nel 2023 la cautela si conferma come l’atteggiamento predominante: alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 74% della popolazione (di 14 anni e più) propende per un atteggiamento di prudenza, mentre il 24,8% esprime maggiore apertura nei confronti del prossimo. Questo è molto più evidente per alcune fasce d’età e, entrando ancora meglio nel merito dei dati, per il genere femminile. Infatti, tra le ragazze di 14-19 anni, cresce di ben 5 punti percentuali la quota di chi pensa che bisogna stare molto attenti (che passa dal 74,4% al 79,4%). Una reazione indubbiamente connaturata alla cronaca del nostro Paese, dove sono avvenuti ben 120 femminicidi nel 2023.