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Le restrizioni all’aborto degli ultimi 20 anni negli Stati Uniti sono risultate associate a un aumento dell’11% dei bambini dati in affidamento

Le restrizioni all’aborto degli ultimi 20 anni negli Stati Uniti sono risultate associate a un aumento dell’11% dei bambini dati in affidamento: un totale di 4 milioni di persone in 20 anni, in particolare di bambini di etnia afroamericana e di minoranze etniche specie di famiglie finanziariamente vulnerabili, per i quali l’aumento è stato del 15%. Lo riporta uno studio pubblicato sulla rivista medica JAMA Pediatrics che ha studiato l’associazione tra la restrizione dell’accesso all’aborto e l’ingresso dei bambini nel sistema di affido.

Nel giugno 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito la sentenza Roe v. Wade che garantiva il diritto di interrompere la gravidanza a livello federale, consentendo a molti Stati di limitare fortemente o vietare l’accesso all’aborto. In ogni caso già prima del 2022 molti Stati avevano comunque limitato l’accesso ad aborti sicuri e legali attraverso leggi TRAP (Targeted Regulation of Abortion Providers).
Il team di ricercatori ha provato a capire se queste restrizioni fossero connesse oppure no a un aumento degli affidi, questione fino a oggi non indagata. Inizialmente confrontando gli Stati con e senza leggi TRAP un decennio prima della loro promulgazione, sono state riscontrate poche differenze nelle iscrizioni all’affido. Tuttavia, paragonando gli stessi Stati un decennio dopo la promulgazione delle leggi, i ricercatori hanno osservato che l’aumento dei bambini che entravano nel sistema di affidamento persisteva. “Gli effetti a catena sono persistenti per anni dopo l’approvazione della legge TRAP, con effetti duraturi sui sistemi di affidamento”, scrivono gli autori.

In questo studio di coorte sono stati analizzati 4 milioni di bambini inseriti nel sistema di affidamento degli Stati Uniti tra il 2000 e il 2020. La metà dei bambini dati in affidamento erano maschi e l’età media all’affido è risultata di 7,4 anni. Il campione comprendeva bambini concepiti tra il 1° gennaio 1990 e il 31 dicembre 2011, che sono stati dati in affidamento in qualsiasi momento tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2020. L’analisi dei dati è stata effettuata da gennaio 2023 a luglio 2023 e aveva lo scopo di contare i bambini che entravano in affidamento in ogni stato, confrontando gli ingressi in affidamento negli Stati con leggi TRAP e negli Stati senza leggi TRAP, prima e dopo la loro attuazione.

Per confrontare il numero di bambini concepiti tra il 1990 e il 2011 e dati in affidamento tra il 2000 e il 2020 negli Stati con e senza leggi TRAP, O’Donoghue e colleghi hanno esaminato le leggi TRAP emanate a livello statale a partire dagli anni Settanta e i dati federali dell’Adoption and Foster Care Analysis and Reporting System.
Lo studio non ha invece ancora esaminato i determinanti sociali della salute. Sono comunque emerse correlazioni con alcune condizioni delle donne che hanno dato il bambino in affido: in primis problemi di tipo abitativo, l’incuria, l’abuso di droghe da parte dei genitori, l’incapacità del caregiver di far fronte alla situazione, l’abuso fisico.

25 milioni di americane senza diritto

A ottobre 2023 26 Stati americani hanno emanato leggi che vietano o limitano l’accesso all’aborto, mentre 14 Stati vietano completamente la procedura. Che significa che circa 25 milioni di donne americane in età fertile, ovvero circa un terzo delle donne tra i 15 e i 45 anni, vivano in aree in cui l’assistenza all’aborto è fortemente limitata.

Più di 4 milioni di bambini statunitensi dati in affidamento tra il 2000 e il 2020 è un numero che esprime criticità, rilevano gli autori. “Con l’abrogazione della Roe v. Wade e con molti Stati già alle prese con sistemi di affido sovraccarichi, è importante studiare l’impatto che la limitazione dell’accesso all’aborto ha sul sistema di affido per contribuire a informare i futuri cambiamenti delle politiche”, ha dichiarato l’autore Ashley O’Donoghue. L’accesso limitato all’aborto ha un impatto personale significativo per le madri e i bambini, ma anche implicazioni economiche e politiche nazionali più ampie.

La situazione in Europa

A un anno di distanza dalle chiusure statunitensi il parlamento europeo ha adottato una risoluzione per spingere gli stati membri a includere il diritto all’aborto tra i diritti fondamentali della European charter of fundamental rights. Chiaramente si tratta di un impeno unicamente formale, dal momento che è necessaria l’approvazione di tutti gli stati membri, e in Europa non tutti sono d’accordo sul fatto che l’aborto sicuro, anche se volontario, sia un diritto della donna.

In Italia l’interruzione volontaria di gravidanza è permessa dal 1978 (Legge 194/78), e negli ultimi decenni il numero delle donne che vi ha fatto ricorso è in forte calo. A novembre 2023 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i dati relativi al 2021 che mostrano che il ricorso all’IVG è diminuito in quasi tutte le classi di età rispetto al 2020. In quest’anno sono state notificate 63.653 IVG in Italia, pari a un tasso di abortività di 5,3 IVG ogni 1000 donne tra 15 e 49 anni rispetto al 5,4 del 2020, uno tra i più bassi a livello globale. Rispetto al 1982, anno di massima incidenza del fenomeno in Italia, quando si registrarono 234.801 IVG, nel 2021 la riduzione degli aborti raggiunge il 72,9%, confermando il continuo andamento in diminuzione.

Quanti bambini sono dati in affido in Italia?

I dati più recenti sui bambini italiani dati in affido sono stati pubblicati nel 2023  e riportano il saldo al 31/12/2020. Complessivamente i bambini e ragazzi in affidamento familiare sono 12.815, un valore che rappresenta l’1,4 per mille della popolazione minorile residente in Italia. Solo l’8% dei minorenni dimessi dai servizi di accoglienza viene accolto infatti da un’altra famiglia. Il rientro in famiglia resta la modalità più frequente (27%) seguita dal transito verso una nuova tappa dell’esperienza di accoglienza, in particolare in direzione di una nuova comunità (24%).

Per approfondire. 

I numeri dell’affido familiare in Italia

A proposito di diritto all’aborto e di trasparenza sui numeri. Ecco cosa dicono gli ultimi dati

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