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scienze

La scienza dietro i battiti del cuore del regno animale. In un grafico

Il frenetico ronzio di un colibrì è accompagnato da un cuore che pulsa fino a 225 volte al minuto, mentre le maestose balene blu si muovono con un cuore che batte appena due volte al minuto.  Un’analisi dei dati del Merck Veterinary Manual rivela che gli animali più piccoli, come ratti, porcellini d’India e conigli, hanno frequenze cardiache a riposo più elevate rispetto a quelle più grandi. Un topo, ad esempio, può avere un cuore che batte fino a 750 volte al minuto. Questa differenza è strettamente legata al metabolismo: gli animali più piccoli bruciano energia a un ritmo più elevato per unità di massa corporea, richiedendo un flusso sanguigno più rapido per fornire ossigeno e nutrienti alle cellule. Al contrario, i grandi animali, come le balene, hanno cuori in grado di pompare una quantità di sangue molto maggiore ad ogni battito (volume sistolico). Questo permette loro di mantenere una frequenza cardiaca a riposo molto bassa, garantendo comunque un’adeguata circolazione sanguigna in tutto il corpo.

Visual Capitalist ha organizzato questi dati per creare questa infografica.

Questa diversità di frequenze cardiache riflette l’adattamento delle specie animali ai loro ambienti e stili di vita. La prossima volta che osservi un animale, ricorda che sotto la sua pelle batte un cuore che racconta una storia di evoluzione e sopravvivenza.

Per approfondire. 

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