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Nel complesso su 100 bambini che entrano alla scuola primaria, 85 sono di cittadinanza italiana

Giocando con gli Open Data del MIM, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ci siamo resi conto di due aspetti interessanti riguardanti la scuola statale: primo, perdiamo studenti, altrimenti detto che nonostante viga l’obbligo scolastico fino al 18 anni, solo una parte dei ragazzi di oggi ci arriva; secondo, man mano che si va avanti – dalle scuole elementari, alle medie, alle superiori – gli stranieri che la scuola riesce a trattenere sono ancora di meno rispetto a quanti hanno iniziato.

L’ampio database MIUR relativo all’anno scolastico 2022-23 (si può scaricare qui) riporta il numero di studenti per  singolo istituto per anno di studio e per cittadinanza, suddividendo addirittura le cittadinanze straniere in UE e non UE. Facendo qualche tabella pivot si nota chiaramente che all’aumentare dell’anno di studio la presenza degli stranieri nelle classi cala drasticamente. C’erano, ma li abbiamo persi.

Vediamo quindi che nel complesso su 100 bambini che entrano alla primaria, 85 sono di cittadinanza italiana, il 12 hanno cittadinanza non UE e 3 cittadinanza straniera UE. In terza media su 100 ragazzini gli italiani sono 89, i cittadini non UE 8. All’ultimo anno delle scuole superiori, su 100 persone ancora fra i banchi, 93,5 sono di cittadinanza italiana, 5 cittadini non UE e 1,5 sono cittadini stranieri UE.

Se ci limitiamo al confronto in un solo anno, il 2022-23, notiamo per prima cosa che ci sono meno bambini rispetto a 15 anni prima. Il numero di ragazzi nelle scuole è calato, perché sono calati i ragazzi di cittadinanza italiana. Più precisamente i ragazzini di terza media di cittadinanza italiana sono più dei fratellini di prima elementare, mentre le nuove leve di cittadinanza straniera sono grosso modo comparabili con i fratelli maggiori quanto a numerosità. Intuibile: gli stranieri residenti in Italia fanno in media più figli, lo dicono tutte le statistiche.

Abbiamo fatto un passo in più. Siamo andati a recuperare il medesimo dato riguardante l’anno scolastico2015-2016. Perché? Perché i ragazzi all’ultimo anno di scuola superiore nel 2022-23 hanno iniziato la scuola media nel 2014 e nel 2018 quella superiore. È così possibile capire a seconda della cittadinanza quanti di quei ragazzini siamo riusciti a trattenere a scuola e quanti no. Sarebbe ancora più interessante sapere quanti erano i bambini entrati in prima elementare nel 2010, che nel 2015 sarebbero andati alle scuole medie, ma questo dato non è presente nel database MIUR. Inoltre la dispersione scolastica avviene prevalentemente all’interno delle scuole medie e con il passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori. Anche qui notiamo che in prima media la stessa classe nel 2015 era composta dall’8% di ragazzini di cittadinanza non UE, mentre nel 2022 la stessa classe (virtualmente parlando, si intende) era composta dal 5% di ragazzi non UE.

Il 28 dicembre 2023 il MIUR ha pubblicato un’analisi longitudinale sulla dispersione scolastica fra gli anni scolastici 2012/2013 e 2021/2022.  Non è così comune avere a disposizioni documenti su questo argomento e la parola “longitudinale” è interessante perché significa seguire gli stessi ragazzi nel tempo. Nel focus viene descritto il percorso di una coorte di alunni lungo otto anni scolastici a partire dall’anno scolastico 2012/2013, in cui gli alunni frequentano il primo anno di corso della scuola secondaria di I grado, fino all’anno scolastico 2021/2022. Apprendiamo dunque che Per cittadinanza, si osserva un tasso di abbandono dal sistema scolastico nettamente più elevato per gli alunni stranieri rispetto a quello riportato dagli alunni italiani: 40,3% contro il 13,7%. Tra gli alunni con cittadinanza non italiana si calcola un tasso di dispersione pari al 34,3% per coloro che sono nati in Italia e prossimo al 44,1% per glistranieri nati all’estero. Quanto alla gestione delle scuole, l’abbandono complessivamente registrato tra gli aa.ss. 2012/2013 e 2020/2021 è stato pari al 16,7% per gli alunni provenienti da scuole statali e al
10% per coloro che frequentavano scuole paritarie.

Dei 533.078 alunni che frequentavano a inizio a.s. 2015/2016 sono passati all’a.s. 2016/2017 il 95,9%, ossia 511.348 alunni; di questi 428.488 alunni, pari all’83,8% dei frequentanti a settembre 2015, erano in regola con il percorso di studi e hanno iniziato a frequentare il II anno di corso della scuola secondaria di II grado a settembre 2016; 75.047 alunni, pari al 14,7% dei frequentanti a inizio 2015/2016, ripetevano l’anno scolastico; 7.782 alunni, pari all’1,5% erano pluriripetenti; 31 alunni hanno, invece, effettuato un salto di un anno di corso passando dal I al III anno di corso della secondaria di II grado. Considerando l’uscita dal sistema, si osserva che complessivamente sono 20.957 gli alunni che hanno lasciato il sistema scolastico senza valida motivazione nel corso dell’a.s. 2015/2016 senza rientrarvi nell’a.s. successivo o nel passaggio all’a.s.
2016/2017; in termini percentuali tale ammontare rappresenta il 3,9% dei frequentanti a settembre 2015. A livello di area per le regioni del Nord Ovest tale percentuale è del 6% e nel Nord Est pari al 4,7%; più contenuta quella riportata mediamente dalle regioni del Centro (3%) e del Meridione (2,8%). Per i frequentanti maschi la percentuale di uscita dal sistema scolastico è stata pari al 4,5% dei frequentanti a inizio periodo, e quella registrata dalle alunne femmine del 3,3%.

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