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cronaca

Il sovraffollamento delle carceri spiegato con tre grafici

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiorna mensilmente i dati relativi alla capienza regolamentare e al numero dei detenuti nelle carceri italiane.
Al 30 giugno 2024, nei penitenziari italiani sono presenti dieci mila reclusi in più rispetto al massimo consentito; il relativo indice di sovraffollamento è di circa il 120%. Se da un lato, l’odierno tasso di sovraffollamento è inferiore rispetto a quello degli anni che vanno dal 2010 al 2013, dall’altro, dal post pandemia – e dalle relative misure per ridurre i carcerati all’interno delle strutture – il numero di detenuti in esubero sta aumentando sempre di più e con esso le relative situazioni di disagio, sia per i carcerati che per chi lavora nei penitenziari italiani.

Quasi nessuna regione è esente dal fenomeno: 19 regioni su 20, presentano almeno un carcere in sovraffollamento. L’unica in regola è la Valle d’Aosta che, però, ha un solo penitenziario.
In termini assoluti, tra le regioni che hanno almeno sette istituti penitenziari si nota che la Toscana, le Marche, la Calabria e la Sardegna siano le regioni più virtuose in quanto a rispetto degli standard.
La Lombardia sembra essere la regione con più carceri in una grave situazione di sovraffollamento, seguita dal Lazio, dalla Puglia e dalla Campania.
Se infatti nelle altre regioni i singoli carceri sovraffollati presentano eccedenze, seppur gravi, ma contenute, nelle regioni sopracitate si nota che l’eccedenza per ogni istituto penitenziario raggiunge valori molto elevati: una presenza di circa il doppio rispetto alla capienza prevista.

 

Aggregando i dati per regione emerge come i carceri in regola non riescano a compensare le eccedenze di quelli non conformi. Lombardia, Lazio, Puglia e Campania presentano alcune tra le eccedenze più elevate e lo scarto tra la regione lombarda, la più irregolare, e quella laziale, la seconda più irregolare, è di ben 1200 detenuti, a causa dell’elevato numero di carceri difformi della prima.
Si vede come siano solamente tre le regioni, che nel loro complesso carcerario, non presentano una situazione di sovraffollamento. Sei regioni italiane – Veneto, Emilia Romagna, Campania, Puglia, Lazio e Lombardia – hanno un eccedenza superiore a 700 individui. È di nuovo la Lombardia a guidare questa triste classifica, con un esubero pari a 2715 detenuti.

Scendendo nel dettaglio delle singole carceri e utilizzando l’indice di sovraffollamento, si vede come le prime dieci, per numero di eccedenza, raggiungano quasi tutte il doppio della capienza prevista. È giusto far notare che calcolando il rapporto tra detenuti presenti e capienza prevista, i penitenziari con una capacità regolare più bassa avranno con più facilità un tasso di sovraffollamento elevato, ma, ad esempio, il carcere di Brescia presenta una capienza prevista di 182, contro un totale detenuti di 377, quindi non si sta solamente parlando di piccoli istituti.
Per quanto riguarda i dieci penitenziari più in regola, questi raggiungono quasi sempre un rapporto inferiore a 0.5, quindi i detenuti presenti sono circa la metà di quelli che il carcere può contenere. Ma si sta parlando di singoli carceri, quindi se da un lato sarebbe possibile trasferire i detenuti di una regione all’interno di un penitenziario della stessa regione, lo scarto visto precedentemente rimarrebbe invariato, visto che nel calcolo vengono considerate le presenze e la capienza regolare nel suo complesso regionale.

Il problema del sovraffollamente si ripercuote sull’intera amministrazione carceraria, riducendo la qualità della vita dei detenuti e costituendo, forse, uno dei motivi per cui i casi di suicidio e di autolesionismo tra i carcerati siano quasi all’ordine del giorno.
Tra le possibili soluzioni all’esubero dei detenuti ci sono sicuramente le pene alternative e la rielaborazione dei reati: il terzo reato più commesso dai carcerati italiani è quello relativo agli stupefacenti e una sua possibile modifica potrebbe già migliorare la situazione. Introdurre pene alternative, invece, potrebbe alleggerire il numero di detenuti e favorire una migliore reintroduzione nella società: solamente il 2% dei detenuti con un contratto di lavoro torna a delinquere, il tasso generale di recidiva è al 70%.

Per approfondinre.

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