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Il boom dell’Ai, la legge di Moore e il caso Intel. Il dilemma dei chip #AiStories

Intel, il fiore all’occhiello della produzione di semiconduttori statunitense, ha perso gran parte dell’ondata legata all’intelligenza artificiale, che ha spinto al rialzo i prezzi delle azioni dei suoi concorrenti. Ora, società di private equity e concorrenti si aggirano come squali. Venerdì sera, il Wall Street Journal ha riferito che il produttore di chip Qualcomm ha contattato Intel per una potenziale acquisizione, mentre Apollo starebbe considerando un investimento di 5 miliardi di dollari, proprio mentre Intel avvia un ambizioso piano di ristrutturazione. Le azioni di Intel hanno perso oltre il 56% del loro valore dal 2021, mentre l’intero settore dei semiconduttori ha registrato una crescita esplosiva.

Qui sotto trovate il grafico che apre l’articolo su Sherwood News. L’aspetto più interessante per noi di Info Data è che Nvidia non è stata inclusa, perché il suo incremento del 789% avrebbe “rotto” il grafico.

 

Detto in altri termini, in questo momento a questi prezzi Intel è in vendita.

Cosa è successo?

Secondo The Economist, mentre molti concorrenti hanno adottato un modello “fabless”, esternalizzando la produzione di chip a fonderie come TSMC, Intel ha deciso di potenziare sia la progettazione che la produzione dei propri chip. Questa scelta ha lasciato l’azienda indietro nella corsa per realizzare i chip più veloci con i transistor più piccoli, un destino ironico per il luogo di nascita della legge di Moore, la legge cioè che per vent’anni ha segnato il ritmo del progresso dei transistor nell’elettronica. Un’acquisizione completa da parte di Qualcomm, scrive il Financial Times, risulta complicata e improbabile per motivi normativi e strategici. Un esito più probabile è che Intel continui a fare affidamento su costosi investimenti di capitale privato multimiliardari, come scrivono gli analisti del Financial Times, simili agli accordi di finanziamento dei progetti che ha già stretto con Brookfield e Apollo.

Qui sotto nel grafico di Statista vediamo il calo di ricavi netti dal 1999 all’anno scorso.

La strategia di Intel.

Nell’ultimo trimestre Intel ha dichiarato che avrebbe licenziato 15.000 lavoratori e tagliato le spese operative annuali da 25 miliardi di dollari. Nei giorni scorsi ha annunciato di volere dividere la sua divisione “fonderie” costituendo una azienda a parte. Come parte dell’annuncio, Intel ha aggiunto che interromperà i lavori sulle fabbriche in Polonia e in Germania per circa due anni “in base alla domanda del mercato prevista”. Proseguiranno invece i lavori alle fabbriche in Arizona, in Oregon, nel New Mexico e in Ohio. Per noi europei (e per il Chips Act) è una notizia ferale.  L’investimento di Intel e l’impianto era considerato fondamentale per i piani dell’UE di raddoppiare la sua quota del mercato globale dei semiconduttori da meno del 10% di oggi al 20% entro il 2030.

Ad ogni modo, il CEO di Intel, Pat Gelsinger, sembra voler fare all-in sulla produzione di microprocessori. Se riuscisse ad anticipare TSMC con il processo produttivo “18A” a 2 nanometri, potrebbe posizionarsi come il leader tecnologico più all’avanguardia. 18A è la denominazione che Intel ha dato al suo prossimo processo produttivo per i chip, dove “18A” sta per 18 angström, ossia 1,8 nanometri. Questo processo è fondamentale nella strategia dell’azienda statunitense per riconquistare la leadership in termini di prestazioni per watt.

Oltre a migliorare le prestazioni dei propri prodotti, il processo Intel 18A giocherà un ruolo chiave nello sviluppo di Intel Foundry, la divisione dedicata alla produzione di chip per conto terzi. L’obiettivo è competere con giganti come TSMC e Samsung e attrarre nuovi clienti.

Gli analisti affermano che assicurarsi i principali clienti per il processo 18A sarà fondamentale per il futuro a lungo termine di Intel. Il primo accordo annunciato è un co-investimento con Amazon Web Services (AWS) per la progettazione e produzione di microprocessori personalizzati. L’intesa, sottolinea Intel, è pluriennale e del valore di diversi miliardi di dollari. Microsoft è uno dei primi clienti pubblici per questo nuovo processo di produzione 18A di Intel. Anche Microsoft farà parte dell’operazione. Ma sarà sufficiente?

 

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Qui sotto l’immagine generata da Dall-E3 dopo avere letto l’articolo