Il 2 ottobre è la festa dei nonni. La scelta di questa data è sostanzialmente collegata alla festività cristiana degli Angeli che è stata concepita come momento di incontro e riconoscenza nei confronti dei nonni.
Uno studio del centro di ricerca demografica del Max Planck Institute in Germania diffuso a inizio 2024 ha provato a fornire alcune stime per capire come stanno cambiando le famiglie. Come ha scritto il ricercatore Diego Alburez-Gutiérrez, sulle sovrapposizioni generazionali di nonni, genitori e figli in tutto il mondo, si possono contare quasi 1,5 miliardi di nonni nel mondo. l’aspettativa di vita è salita dai 51 anni del 1960 ai 72 attuali, mentre il tasso di fecondità (numero medio di figli per donna) nello stesso periodo è sceso da 5 a 2,3.
Quindi dal 1960, il numero dei nonni è triplicato grazie all’aumento dell’aspettativa di vita: ora rappresentano il 20% della popolazione mondiale. E le previsioni indicano che entro il 2050 una persona su quattro sarà un nonno.
E in Italia?
Il 2023 segna un nuovo record storico nel calo delle nascite, che scendono a 379mila da 393mila dell’anno precedente. Al 1° gennaio 2024 la popolazione residente presenta un’età media di 46,6 anni, in crescita di due punti decimali (circa tre mesi) rispetto al 1° gennaio 2023. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nel suo insieme a inizio 2024 conta 14 milioni 358mila individui, costituisce il 24,3% della popolazione totale, contro il 24% dell’anno precedente. Inoltre, aumenta il numero di ultraottantenni, i cosiddetti grandi anziani: con 4 milioni 554mila individui, quasi 50mila in più rispetto a 12 mesi prima, questo contingente ha superato quello dei bambini sotto i 10 anni di età (4 milioni 441mila individui).
Come siamo messi in Europa?
Se confrontata con i principali Paesi nell’Unione europea (UE), l’Italia si colloca al primo posto per l’indice di dipendenza senile (numero di anziani sul totale della popolazione attiva); nell’UE ci sono 3 persone in età lavorativa per ogni over 65, rapporto che scende a 2,6 in Italia e secondo le previsioni Eurostat crollerà a 1,5 nel 2100; una ricerca condotta da Ipsos per conto della Fondazione Korian, ha dimostrato che i nonni italiani sono però i più attivi: il 44% è indipendente mentre la media UE non raggiunge il 30% e ben il 55% riesce a mettere da parte soldi per i propri familiari, sia che i figli vivano lontani e i nipoti siano ormai grandi.
Il ruolo dei nonni?
Secondo le stime di Ipsos in Italia ci sono 12 milioni di nonni. I dati pubblicati dalla Società italiana di gerontologia e geriatria, raccontano di quasi 4 milioni di persone anziane non autosufficienti, con un costo economico di cura che si aggira sugli 8 miliardi di euro l’anno. Il paradosso è che al tempo stesso i nonni svolgono un ruolo a volte insostituibile all’interno delle famiglie. Il 61% di loro supporta figli e nipoti nella gestione del menage familiare. Un dato che si distanzia molto dai colleghi europei, solo il 27% dei nonni d’oltralpe afferma infatti di svolgere in maniera attiva e costante il proprio ruolo.