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cronaca

Nel 2023 l’Italia ha rilasciato 330mila permessi di soggiorno

Sono 330.730 i permessi di soggiorno rilasciati dal nostro paese nel corso del 2023, un dato in calo del 26,4% rispetto al 2022. Una contrazione, spiega Istat che ha diffuso il dato, legata alla riduzione dei permessi rilasciati per asilo e protezione internazionale, calati del 47,6%. Sul 2022 pesavano infatti i 149mila permessi rilasciati a cittadini ucraini in fuga dalle bombe di Vladimir Putin, scesi lo scorso anno a 21mila.

I 330mila permessi rilasciati lo scorso anno portano a 3,6 milioni i cittadini extracomunitari presenti regolarmente sul territorio nazionale, quota che rappresenta il 41% degli stranieri che risiedono nel nostro paese, essendo l’altro 59% formato da cittadini comunitari. Tornando ai permessi del 2023, la nazionalità più rappresentata è quella albanese, con oltre 33mila ingressi lo scorso anno.

Seguono l’Ucraina, con poco meno di 30mila persone e il Bangladesh, con poco meno di 29mila. I dati sono rappresentati nel grafico che apre questo pezzo, dove sono indicate le prime 10 nazionalità per numero di permessi di soggiorno emessi nel corso del 2023. Una “classifica” chiusa dalla Cina, con poco più di 8mila cittadini che hanno ricevuto un permesso per risiedere nel nostro paese lo scorso anno. Ma quali sono le ragioni che spingono queste persone a trasferirsi in Italia?

Da un punto di vista generale, 128 dei 330mila permessi hanno riguardato ricongiungimenti famigliari. Si tratta di una quota pari al 39% del totale, seguita dal 32,1% di permessi per asilo o protezione internazionale. Quelli legati a motivi di lavoro sono stati 39mila, quelli per studenti 27mila (in aumento del 9,4% rispetto all’anno precedente). Questo grafico, che si concentra sempre sulle 10 nazionalità più numerose tra i permessi rilasciati nel 2023, mostra le ragioni che hanno spinto in Italia queste persone:

Non stupisce che la quota più significativa di permessi rilasciati a cittadini ucraini (84,1% del totale) riguardi l’asilo e la protezione internazionale. Tra i paesi dai quali ci si muove verso l’Italia per questioni umanitarie ci sono anche Bangladesh, Egitto, Pakistan e Perù. Paese, quest’ultimo, che sta vivendo mesi turbolenti dopo il golpe tentato nel dicembre 2022 dal presidente uscente Pedro Castillo per destituire la vincitrice delle elezioni Dina Boluarte, oggi sotto indagine per corruzione. La risposta governativa alle proteste di piazza legate alla situazione politico-economica, secondo Amnesty International, non garantisce il rispetto dei diritti umani.

Albania, Marocco, India e Tunisia sono invece paesi dai quali ci si muove verso l’Italia principalmente alla ricerca di un posto di lavoro. Interessante invece il dato cinese: il 45,3% degli oltre 8mila permessi rilasciati nel 2023 ha riguardato degli studenti che hanno scelto scuole e università italiane per la loro formazione. Con 3.779 studenti in Italia, la Cina è il secondo paese più rappresentato nelle aule del nostro paese, subito dopo l’Iran (4.209 studenti nel 2023) e subito prima della Turchia (2.074).

Guardando infine al totale dei 3,6 milioni di persone che vivono in Italia grazie ad un permesso di soggiorno, l’età media è pari a poco più di 36 anni e il 49,2% sono donne. I minori rappresentano il 19,5% del totale. Una su quattro di queste persone vivono in Lombardia, addirittura una su otto vive nella sola città metropolitana di Milano.