Presentato a luglio il motore di ricerca sperimentale di OpenAi che qualcuno ha addirittura candidato a sostituire Google nel suo dominio delle ricerche online sembra essere uscito dal laboratorio. Dopo avere chiuso la lista d’attesa per SearchGPT avvisando via mail gli utenti iscritti che non sono stati scelti per testarlo qualche utente negli Usa ha cominciato ad accedere al servizio.
La nuova funzionalità di SearchGpt è stata strategicamente integrata nell’app principale di ChatGpt per iOS. Le ragioni visto lo stretto rapporto di Sam Altman con Tim Cook sono facilmente intuibile. Il nemico di battere resta il colosso delle ricerche online Google.
Come scrive il sito di sviluppatori Testing Catalog, la novità, al momento in disponibilità limitata, permette agli utenti di accedere a informazioni in tempo reale, visualizzare widget interattivi come grafici meteo o azionari, e usufruire di un nuovo layout per le notizie. L’icona di ricerca è apparsa al fianco della casella di inserimento del testo dell’app di ChatGpt su iOS, a conferma dell’integrazione di SearchGpt. Questo vuol dir che OpenAI, almeno finora, non ha pensato a sviluppare un’applicazione terza dedicata, preferendo piuttosto potenziare il software di ChatGpt con la nuova opzione.
Per ora non è disponibile in Europa quindi bisogna attivare una VPN prima di accedere al sito (funziona anche da applicazione per smartphone). Lo ha provato in anteprima Vincenzo Cosenza che ha anche realizzato un video di prova .
Ecco cosa ha spiegato a Info Data: “SearchGPT, al momento offre funzioni di ricerca basilari, con l’obiettivo di fornire una “la risposta” all’interrogativo dell’utente. I link per un approfondimento autonomo ulteriore sono pochi e non immediatamente visibili.
Al contrario, la versione di Google potenziato dall’IA (ancora disponibile solo in USA) offre una risposta principale (AI Overview) e migliaia di link. Oltre a ciò, presenta una ricchezza visiva che rende l’esperienza di ricerca più potente.
A favore di ChatGPT c’è l’aspetto conversazionale che permette di scatenare un dialogo col bot per arrivare alla risposta definitiva. Il tema è capire se l’interfaccia conversazionale sia preferibile a quella classica fatta di selettori e filtri per raffinare la ricerca.
Chi sono i concorrenti? Sul campo c’è Perplexity AI, un motore di ricerca che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte dirette alle domande degli utenti, proprio come ChatGpt. A differenza di altri motori tradizionali, Perplexity non si limita a fornire un elenco di link ma analizza e sintetizza le informazioni provenienti da diverse fonti web, presentando una risposta concisa, simile ad una conversazione con un esperto.
La differenza dei motori con l’ai e quelli tradizionali
Cosa sa fare Perplexity.ai e cosa sanno fare le ricerche con il chatbot? Sostanzialmente, riassumono i risultati della ricerca, offrono citazioni per le sue risposte e aiutano gli utenti ad affinare le loro domande per ottenere le migliori risposte. Per chi cerca informazione, il cambiamento è sostanziale perché si passa da una lista di link da cliccare a qualcuno che risponde alle tue domande e cerca di capire cosa vuoi sapere. Quest’ultimo passaggio è il più interessante perché, anche con Perplexity, hai davvero la sensazione di avere qualcuno che cerca di capire cosa hai in mente prima di rispondere. Al tempo stesso, il potere di manipolazione del linguaggio naturale rispetto a una lista di link ben ragionata è un problema serio, soprattutto quando non vengono esplicitate le fonti e quindi non sappiamo come e da chi si è informato prima di darci una risposta.
Risposte in linguaggio naturale e liste di link
Lo stesso, per certi versi, accade anche con i motori di ricerca. Esiste una opacità di fondo nello scambio di informazioni tra noi e loro. Tutto sommato, però, con Google, per esempio, sappiamo (o abbiamo intuito con il tempo e con l’uso) che l’algoritmo funziona mettendo in alto i risultati più pertinenti e più popolari. Non si giudica il merito ma il successo statistico. Parliamo sempre delle liste non sponsorizzate. Con i motori con l’AI o più in generale con tutta l’AI generativa, invece, non è ancora chiaro questo passaggio. Ricordiamo che quando è stato chiesto alla CTO di OpenAI se Sora, il loro servizio text-to-video, avesse “studiato” sui video di YouTube, la risposta è stata: “Non lo so”. Per chi usa il motore di ricerca per imparare e per formarsi delle opinioni, non poter sapere “chi te l’ha detto” è un problema perché vuol dire avere un limitato potere di esercizio di critica o di sospetto. Pensiamo alle nuove generazioni che potrebbero prendere tutto quello che gli viene detto per oro colato. È come se a scuola gli venisse proposto un unico libro di testo per rispondere a tutto.
Overview Ai, la scommessa di Google sul motore di ricerca.
A maggio quindi prima dell’annuncio di SearchGpt Google ha presentato il suo motore di ricerca sperimentale Overview Ai. Quando esegui una ricerca, AI Overview riassume le informazioni pertinenti da più fonti web, presentandole in un formato facile da leggere. In questo modo, puoi ottenere una panoramica completa dell’argomento senza dover scorrere pagine e pagine di risultati. Quindi non siamo completamente dentro all’Ai generativa, la risposta non è solo testo in linguaggio naturale ma ci sono anche i link. Un modo per “salvare” l’esperienza e i punti di forza della ricerca di Google. Qui sotto un video.
AI Overview è ancora in fase di sviluppo,dopo un debutto complicato da alcune allucinazioni di troppo resta ancora un prodotto sperimentale.
Per utilizzare AI Overviews, è necessario iscriversi a Search Labs e attivare l’esperimento “AI Overviews and more”. Una volta attivato, potrai vedere le panoramiche IA nei risultati di ricerca per molte query. Funziona per ora solo negli Usa.
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