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economia

Infarto, diabete, tumori: ecco come varia la gestione della malattia

Torniamo a parlare al problema dell’autonomia differenziata fra regioni rispetto al comparto salute, a partire dai dati di un documento del Ministero della Salute, pubblicato a luglio 2024, che raccontano il raggiungimento o meno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il rapporto contiene 88 indicatori ciascuno dei quali viene valutato con un punteggio da 0 a 100, dove la soglia di “sufficienza” è 60.

Per l’area ospedaliera, nel 2022 si nota un miglioramento in gran parte delle regioni dell’indicatore che misura i nuovi interventi di resezione, entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore della mammella. I valori più alti si registrano a Bolzano, in Molise e in Basilicata. Gli indicatori di inappropriatezza del setting assistenziale, quale il tasso di ricovero diurno di tipo medico-diagnostico e il tasso di accessi in ricovero diurno di tipo medico aumentano lievemente a livello generale, ma rimangono significative le differenze che si riscontrano a livello regionale.

Gli indicatori sulla donazione degli organi, che esprimono la capacità organizzativa delle strutture ospedaliere di assicurare il processo di donazione degli organi quale pre-requisito per l’esecuzione dei trapianti, migliorano a livello nazionale ma con differenze significative a livello regionale.

La percentuale di ricoveri ripetuti entro 30 giorni dalla dimissione, per cause attribuite alla stessa macrocategoria diagnostica è un indicatore della qualità dell’assistenza come possibile gestione insoddisfacente del processo di assistenza durante il ricovero precedente appare sostanzialmente stabile e ad eccezione del valore anomalo della Valle d’Aosta le differenze regionali sono poco significative. Per quanto riguarda gli indicatori di sicurezza delle cure, il rapporto tra gli episodi di embolia polmonare e il totale degli interventi chirurgici, indicatore della diffusione di standard di sicurezza volti a rafforzare i processi pre-operatori, intra-operatori e postoperatori, aumenta significativamente nel 2022 a livello generale, con differenze notevoli PERò a livello regionale.

Piccole disomogeneità territoriali sono fisiologiche dal momento che in Italia da oltre 20 anni vige una sorta di federalismo sanitario, che significa che ogni regione gestisce il proprio comparto salute, pur dovendo sottostare alla valutazione ministeriale. Il problema è quando le differenze sono copiose, ossia quando una regione per vari motivi non è in grado di garantire quello che per le indicazioni internazionali e nazionali è la sufficienza.

Per quanto riguarda i Percorsi Diagnostico-Terapeutico Assistenziali (PDTA), cioè quante persone in ogni regione seguono le indicazioni raccomandate dopo una diagnosi, il rapporto non riporta i dati, né si trovano sul sito del Ministero accanto agli altri indicatori. Li abbiamo cercati e trovati invece sotto la voce PNRR del sito del Ministero anche se l’ultimo aggiornamento, pubblicato a febbraio 2024 si riferisce al 2021.
Il Ministero monitora 6 PDTA relativi a: broncopneumopatie croniche ostruttive, scompenso cardiaco, diabete, tumore della mammella nella donna, tumore del colon, tumore del retto.

Prendiamo lo scompenso cardiaco. La percentuale di pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco che aderiscono al trattamento farmacologico con ACE inibitori o sartani varia sensibilmente da regione a regione, con quote scarsissime in Calabria (il 21% dei pazienti segue correttamente la terapia), circa un terzo rispetto alla maggior parte delle altre regioni. Lo stesso trend si riscontra per l’uso dei betabloccanti. Anche rispetto alla percentuale di pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco con un adeguato numero di ecocardiogrammi, si passa dal 6% della Calabria al 40% del Friuli-Venezia Giulia, con una media che supera il 20%.

Un altro esempio interessante riguarda il diabete. Il Ministero valuta la percentuale di pazienti diabetici che seguono almeno 4 delle 5 raccomandazioni di controllo di emoglobina glicata, profilo lipidico, microalbuminuria, monitoraggio del filtrato glomerulare o della creatinina o clearance creatinina, fondo oculare.

La percentuale di pazienti diabetici con controllo dell’emoglobina glicata almeno due volte l’anno dopo la diagnosi, si passa da un valore minimo pari a 17,07% in Calabria e un valore massimo di 50,41% in Emilia Romagna, con una mediana del 39,27%. In particolare: Calabria, Puglia, Molise, Lazio e Basilicata hanno valori inferiori a 33,73%, di Trento, Liguria, Valle d’Aosta, Toscana, Campania e Sicilia ottengono valori compresi tra 33,73% e 39,27% mentre Lombardia, Veneto, Abruzzo e Sardegna, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, P.A. di Bolzano, Marche, Piemonte ed Emilia Romagna mostrano valori superiori o uguali a 44,29%.

Anche la percentuale di pazienti diabetici con controllo del profilo lipidico almeno una volta l’anno dopo la diagnosi sono compresi tra un minimo pari a 44,32% (in Molise) e un massimo di 68,50% (in Piemonte), mentre la mediana è pari a 56%
E ancora, la percentuale di pazienti diabetici con controllo della microalbuminuria almeno una volta l’anno dopo la diagnosi varia addirittura dal 7,71% (in Liguria) al 56,50% (in Emilia Romagna.

Chiudiamo con i dati sulla gestione tempestiva del tumore della mammella. La tempestività dell’intervento chirurgico dalla diagnosi, è calcolato come la percentuale di nuovi casi operati per tumore della mammella sottoposti a chirurgia radicale e/o conservativa, che ha effettuato una mammografia nei 60 giorni precedenti l’intervento. La Provincia di Trento, Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia hanno valori inferiori a 61,53%, Abruzzo, Umbria, Toscana, Marche, Lazio restano compresi tra 61,53% e 67,74%; Veneto, Molise, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata registrano valori maggiori della mediana ma inferiori a 77,25%. Infine, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Lombardia e la Provincia di Bolzano ottengono percentuali superiori o uguali a 77,25%.

Rispetto alla percentuale di nuovi casi operati per la prima volta per tumore della mammella con 4 interventi terapeutici eseguiti con la tempestività prevista, si registrano valori compresi tra 36,17% (in Molise) e 83,12% (in P.A. di Bolzano), con una mediana dello 60,83%.

Terza e ultima puntata di una inchiesta sulla sanità.

Per approfondire. 

Medicina d’emergenza e assistenza sanitaria territoriale: quali sono le regioni più in difficoltà?

Autonomia differenziata. I numeri per farsi un’idea della situazione di partenza – Prima parte