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economia

In condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie

Nel 2023 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie, ovvero l’8,4% sul totale delle famiglie residenti, il valore è stabile rispetto al 2022. Lo  ha scritto oggi Istat precisando che è stabile anche il numero degli individui in povertà che è quasi di 5,7 milioni di individui ovvero il 9,7% sul totale degli individui residenti.

Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), registrato anche nei due anni precedenti, l’impatto dell’inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. Ecco tre numeri scelti da Info Data per fare il punto sulla situazione.

13,8%

La povertà assoluta colpisce ancora moltissimo i minori.

I minori in povertà assoluta (13,8% sul totale dei minori), valore più elevato dal 2014 16,5%. In generale, la diffusione del fenomeno aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (6,6% per le coppie con un figlio minore, 11,6% per quelle con due figli minori) e rimane comunque elevata tra le famiglie monogenitore con minori (14,8%).

20,1%

Critica la situazione nelle famiglie più numerose.

L’incidenza di povertà assoluta si conferma più elevata tra le famiglie con un maggior numero di
componenti: raggiunge il 20,1% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,9% tra quelle con quattro.
Invariati anche i valori dell’incidenza delle famiglie di tre componenti (8,2%).Il disagio più marcato si osserva per le famiglie con tre o più figli minori, dove l’incidenza arriva al 21,6%; e, più in generale, per le coppie con tre o più figli (18,0%)

30,4%

Si confermano valori elevati per la povertà assoluta tra gli stranieri. 

L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, si ferma invece al 6,3% per le famiglie composte solamente da italiani. Nel 2023, si contano oltre 1,7 milioni di stranieri in povertà assoluta, con un’incidenza individuale pari al 35,1%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4%).

Per approfondire.