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scienze

Nel 2023, l’Italia ha registrato ben 2.360 eventi di precipitazioni intense catalogate come estremi meteoclimatici

Dal 2018 a oggi le precipitazioni estreme sono cresciute del 400%. E anche le temperature sono aumentate di 2 o 3 gradi rispetto al periodo pre industriale. E’ quanto emerge dallo studio realizzato dai ricercatori di Italy for Climate secondo i quali l’aumento degli eventi estremi, dalle precipitazioni intense alle alluvioni, che hanno colpito diverse regioni italiane, tra cui la Sicilia, Calabria Emilia-Romagna e Toscana «conferma ed evidenzia un rischio idrogeologico sempre più grave, alimentato dall’urbanizzazione incontrollata e dalla mancanza di piani di prevenzione efficaci». Solo nel 2023, l’Italia ha registrato ben 2.360 eventi di precipitazioni intense e grandinate, catalogati come estremi meteoclimatici dallo European Sever Weather Database. Questo dato rappresenta un picco storico mai raggiunto dal 2018, anno in cui è iniziato il monitoraggio con una metodologia consolidata. In soli cinque anni, il numero di queste manifestazioni atmosferiche considerate eccezionali è più che quadruplicato, dimostrando chiaramente come il cambiamento climatico stia trasformando il nostro Paese. Per Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate «non si tratta di maltempo e di eventi eccezionali e imprevedibili», ma di effetti «dello squilibrio termico planetario che abbiamo prodotto bruciando combustibili fossili. E lo spettacolo a cui assistiamo in queste ore, purtroppo, è oramai pura normalità nel mondo che ci siamo costruiti».

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Gli eventi meteoclimatici estremi, come precipitazioni intense e periodi di siccità, sono strettamente correlati all’aumento delle temperature. L’Italia si trova in una delle zone più vulnerabili al cambiamento climatico,  “l’hotspot” del Mar Mediterraneo. Negli ultimi decenni, le temperature nel nostro Paese sono aumentate a un ritmo doppio rispetto alla media globale, facendo sì che oggi viviamo in un’Italia più calda di circa 2,5-3 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali (1850-1900). Un aumento termico che comporta un’enorme quantità di energia intrappolata nell’atmosfera, che a sua volta alimenta fenomeni meteorologici sempre più violenti e imprevedibili.

I climatologi e i rapporti scientifici dell’IPCC mostrano da anni che con l’aumento delle temperature globali, non solo questi fenomeni diventano più frequenti, ma anche molto più intensi. Alluvioni che in passato si verificavano ogni 10 o 20 anni ora si ripresentano con una cadenza sempre maggiore. Si stima che con un aumento di 1,5 gradi centigradi della temperatura globale, le alluvioni considerate eccezionali diventino il 50% più frequenti, e con un aumento di 2 gradi centigradi  questa frequenza potrebbe crescere fino al 70%.

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