Elon Musk e Jeff Bezos emettono in 90 minuti le emissioni di carbonio che tu produci in tutta la tua vita.
La differenza esponenziale tra le emissioni di carbonio di una persona media e quelle di un miliardario è sbalorditiva. I soli due jet privati di Elon Musk, senza includere le sue emissioni da altre fonti, generano 5.497 tonnellate di anidride carbonica all’anno, ovvero una media di 15 tonnellate al giorno. Ciò equivale alle emissioni medie di 11 persone nell’arco della loro intera vita.
I due jet del fondatore di Amazon Jeff Bezos emettono 2.908 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Si tratta di emissioni superiori a quelle che due dipendenti di Amazon produrrebbero nell’arco della loro intera vita. Ciò significa che Musk o Bezos emettono nel tempo di una partita di calcio la stessa quantità di anidride carbonica che emetteresti tu nell’arco della tua intera esistenza.
La differenza di emissioni è ancora più scioccante se confrontata con una persona che vive in un paese in via di sviluppo, che, in media, ha impronte molto più piccole rispetto a quelle delle nazioni sviluppate. I jet privati di ventitré miliardari emettono in media 2.074 tonnellate di anidride carbonica all’anno ciascuno, ovvero le emissioni prodotte nell’arco di una vita da circa quattro persone, ovvero circa 26 persone che vivono nella metà più povera del mondo.
In questi giorni è in corso la 29ma Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite -la Cop29 – in Azerbaigian. Non si tratta di deresponsabilizzare le nostre scelte personali, ma di inquadrare il nesso potente fra cattiva distribuzione delle risorse e conseguenze per tutti.
Queste stime provengono da un recente rapporto di Oxfam – una rete internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale – che ha provato ad analizzare quanti inquinanti emettono i più ricchi della terra. Le emissioni di consumo del 10% più ricco del mondo hanno già causato un calo della produzione economica globale di 8,6 trilioni di dollari tra il 1990 e il 2023. Circa la stessa quantità di danni è stata causata dalla pandemia di COVID-19 nel 2020, che ha portato a massicce perturbazioni economiche e sociali nel mondo e ha causato un aumento dei livelli di povertà e disuguaglianza globali.
Nel 2019 era stato stimato che il 10% più ricco fosse responsabile del 50% delle emissioni complessive a livello mondiale, l’1% da solo del 16% delle emissioni, mentre il 50% dei più poveri solo dell’8%.
Dal punto di vista metodologico l’analisi di Oxfam si basa sulle emissioni di consumo dell’1% dei super-ricchi e del 10% dei ricchi del mondo in base al reddito, come calcolato dallo Stockholm Environment Institute e da Oxfam stesso) e sulle emissioni di investimento di 50 dei miliardari più ricchi del mondo evitando il doppio conteggio delle emissioni.
Dovremmo abbattere il 97% delle emissioni dei più ricchi entro il 2030
Le persone più ricche del mondo stanno utilizzando una quantità sproporzionata del budget di carbonio rimanente del mondo.Per impedire che le temperature globali superino 1,5 °C, l’IPCC afferma che le emissioni globali devono dimezzarsi rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 e azzerarsi entro il 2050. Per mantenere il mondo al di sotto di un aumento di 1,5°C, è necessario che le emissioni dell’1% più ricco diminuiscano del 97% entro il 2030, un target ben lontano dalla diminuzione del 5% prevista dalle tendenze attuali. A guardarci intorno, anche politicamente, è un’utopia.
Si diceva che l’1% più ricco per reddito è responsabile del 16% delle emissioni, ovvero più dei due terzi più poveri della popolazione mondiale. Per avere un altro termine di paragone, questo significa che se tutti noi emettessimo carbonio alla stessa velocità delle emissioni dei trasporti di lusso di 50 dei miliardari più ricchi del mondo, il budget di carbonio mondiale rimanente scomparirebbe in due giorni. Se tutti noi iniziassimo a emettere tanto carbonio quanto quelli dell’1% più ricco, il budget di carbonio rimanente scomparirebbe in meno di cinque mesi, se lo facessimo alla velocità del 10% più ricco, il budget di carbonio rimanente scomparirebbe in meno di un anno e mezzo.
Ciò illustra anche un circolo vizioso, rileva l’analisi di Oxfam. I paesi più poveri e vulnerabili diventano ancora più poveri e vulnerabili. Le economie più piccole tendono già ad affrontare risorse limitate, alti livelli di indebitamento e uno spazio fiscale fortemente limitato. Ciò significa che questi paesi non hanno nemmeno le risorse per mitigare e adattarsi agli effetti della crisi climatica.
La stima complesiva di Oxfam è che il danno economico che i paesi a basso e medio reddito hanno già accumulato tra il 1990 e il 2023 a causa di tre decenni di emissioni di consumo dell’1% dei super ricchi del mondo, è circa tre volte il totale dei finanziamenti per il clima ufficialmente registrati che i paesi sviluppati hanno dato ai paesi più poveri.
Che fare?
Oltre a prendere più sul serio i requisiti dell’accordo di Parigi per limitare davvero il riscaldamento a 1,5°C (attualmente lo scenario è pessimista), è importante che i piani nazionali includano misure per eliminare gradualmente i combustibili fossili e aiutare le famiglie a basso e medio reddito ad affrontare la transizione verso economie a basse emissioni di carbonio.
La grande domande è se e come tassare di più i super-ricchi per frenare i loro consumi eccessivi e gli investimenti nel sostenere le industrie più inquinanti. Una proposta è ad esempio introdurre una serie di imposte progressive permanenti sul reddito e sul patrimonio per l’1% più ricco del mondo. Una tassa del 60% sui redditi dell’1% più ricco dei percettori di reddito a livello globale ridurrebbe le emissioni equivalenti a più delle emissioni totali del Regno Unito nel 2019. Che cosa accadrebbe ad esempio se venissero tassati molto di più i jet privati o i beni di super lusso? Chiaramente le aliquote devono anche essere sufficientemente elevate da ridurre significativamente la disuguaglianza economica. Ci si aspetta infatti che il numero dei super ricchi vada aumentando, e quindi fetta di ricchezza da loro detenuta a scapito di altri.
Evidentemente questa degli esperti interpellati da Oxfam è una proposta radicale, che si basa sull’idea che il progresso non vada di pari passo con l’aumento del numero dei super-ricchi, se questa ricchezza si basa sul fatto che aumentino anche i super-poveri.
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