Sempre meno i giovani fra i 14 e i 34 anni che vivono una forma di partecipazione politica, soprattutto fra chi ha un basso titolo di studio. Ancora di meno sono coloro i quali sono impegnati in un’attività di volontariato e che sono iscritti – finanziandola con la tessera associativa o in altre forme – una qualche associazione. Con l’espressione “partecipazione politica” si intende anche solo parlare di politica, informarsi dei fatti della politica italiana, leggere o postare opinioni sul web e partecipare online a consultazioni o votazioni. Questo significa che 6 ragazzi fino a 35 anni su 10 non hanno alcun interesse civico.
Il punto è che non credono nella politica. Gli under 35 danno un voto medio di 3.5 punti su 10 a Parlamento e partiti politici. È quello che emerge incrociando i dati Istat sulla partecipazione politica della popolazione per fascia di età, sesso e livello di istruzione.
Meno hanno studiato e meno sono interessati alla politica e alle battaglie del vivere comune. Partecipa a qualche attività il 42% dei giovani 14-34 enni non è diplomati, il 56% dei diplomati e il 72,5% dei laureati, segno che rimanere all’interno del percorso scolastico qualche beneficio lo porta in termini di sensibilità all’impegno civico.
Istat ha cercato di misurare la fiducia verso le istituzioni chiedendo ai cittadini di esprimere un valore da 0 a 10 – dove 10 significava avere la massima fiducia nel Parlamento, nei partiti o nelle forze dell’ordine e dove 5 rappresentava una fiducia insufficiente. Almeno la metà degli interpellati ha dato un punteggio insufficiente. Il voto medio è stato di 4,8 per il Parlamento (comunque leggermente più alto rispetto al 2022) e di 4,9 per il sistema giudiziario (era 4,8 nel 2022), ma il 44% degli interpellati ha attribuito una fiducia insufficiente.
In particolare, l’atteggiamento di sfiducia è più diffuso verso i partiti politici, nei confronti dei quali si rileva il voto medio più basso in assoluto, pari a 3,5 (anche se in lieve aumento rispetto al 3,3 del 2022), e punteggi insufficienti assegnati da almeno 7 cittadini su 10. I più giovani credono nei partiti come i loro genitori, né più né meno: pochissimo. Il voto medio è 4 su 10 fra i 14-19 enni, e 3,5 su 10 fra i 20-34 enni, grosso modo lo stesso punteggio che attribuiscono le persone più adulte.
Nell’ultimo anno – cioè fra il 2022 e il 2023 – sono cresciuti anche i livelli di fiducia verso il sistema giudiziario con un aumento dal 44,8% al 46% della quota di chi attribuisce un voto di fiducia sufficiente, ossia pari o superiore a 6. La fiducia verso le istituzioni preposte al mantenimento dell’ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini anche nel 2023 è stabilmente più elevata che per le altre istituzioni, con voto di fiducia al di sopra della sufficienza sia per le Forze dell’ordine (voto medio di 6,8 e il 76,2% di punteggi pari o superiori al 6) sia per i Vigili del Fuoco, che rappresentano l’istituzione verso la quale i livelli di fiducia sono più alti in assoluto (con un voto medio di 8,1 e l’89,5% di persone che danno un giudizio almeno sufficiente).
Solo 7 giovani su 100 fanno volontariato
Il risvolto pratico è che anche nelle generazioni più giovani sono soprattutto le persone con minor titolo di studio quelle meno interessate e impegnate nel volontariato e nelle associazioni. Solo il 7,5% dei ragazzi con meno di 35 anni fa volontariato, erano il 10% una decina di anni prima. È impegnato nel volontatiato il 5% di chi non ha un diploma, contro il 7,3% dei ragazzi diplomati e il 12% dei laureati.
Nel complesso dell’intera popolazione italiana le cose non vanno molto meglio. Solo 6 persone adulte su 10 si interessano in qualche modo di politica con una partecipazione attiva in qualsiasi forma, contro il 63% dell’anno prima e addirittura il 67,4% del 2011.
Solo l’11% degli adulti finanzia anche con poco una qualche associazione, il valore più basso dal 2005 e molto al di sotto del valore del 2019 (13,4%). Entrambi valori sono in calo rispetto all’anno precedente.
Nel 2023 la quota di popolazione che dichiara di svolgere attività di volontariato si attesta al 7,8%, 2 punti percentuali in meno rispetto al 2019. Confrontando per gli indicatori del dominio la distanza di ciascuna regione o provincia autonoma dal valore nazionale, si nota come le regioni del Nord generalmente assumono valori più alti della media nazionale
Se non partecipi e nemmeno voti, chi decide?
Non stupisce quindi che si voti poco. In occasione del voto per le elezioni politiche che si è svolto nel settembre 2022 la percentuale di votanti sugli aventi diritto in Italia è scesa al 63,9%, 9 punti percentuali in meno rispetto alle elezioni del marzo 2018. Il livello è ancora più basso al Sud dove ha votato solo il 55,2% degli aventi diritto. Nel Meridione si sono registrati oltre 13 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti votazioni per la Camera dei Deputati . Il crollo tra le due ultime consultazioni parlamentari fa seguito a un lungo trend decrescente iniziato negli anni ’80 e intensificatosi negli ultimi 15 anni, a partire dal 2008. Fra il 2008 e il 2022 si è registrato un il calo complessivo dei votanti del 16,6% complessivo e del 21% al Sud. Si è ampliato il divario nord-sud.
Anche di Europa ci interessa sempre meno. Il calo è più accentuato per la partecipazione al voto si è registrato per voto per il Parlamento europeo, che era comunque già a livelli più bassi di quello nazionale. Nelle ultime tre occasioni elettorali, tra il 2009 e il 2019, la quota di votanti sugli aventi diritto passa dal 66,5% al 56,1%, riducendosi di oltre 10 punti percentuali a fronte dei -7,6 punti registrati per la partecipazione alle elezioni della Camera tra il 2008 e il 2018.
I livelli di partecipazione al voto in Italia sono analoghi a quelli rilevati per la media dei 27 paesi europei sia con riferimento alle ultime elezioni per il rinnovo dei Parlamenti nazionali (63,7%) sia riguardo a quelle per il Parlamento europeo (52,8%). Il nostro paese si colloca al diciottesimo posto su 27 paesi quanto a partecipazione al voto nazionale e al nono posto per la partecipazione al voto europeo.
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