Con la fine del 2024 e l’arrivo delle festività natalizie, molti di noi trovano finalmente il tempo di concedersi qualche ora di relax, e per tanti appassionati questo significa immergersi nei videogiochi (specialmente nella redazione di Info Data).
Che si tratti di esplorare mondi lontani, sfidare amici in partite online o semplicemente lasciarsi trasportare da una storia avvincente, il gaming può essere un ottimo compagno per queste giornate di pausa da scuola e lavoro.
Essendo ormai un fenomeno di massa, grazie ad internet, dei videogiochi ormai sappiamo (quasi) tutto, spaziando dalle date di uscita più attese fino agli ultimi “trucchi” per affrontare un punto critico del titolo più in voga; ma forse potrebbe esserci ancora qualcosa che forse non tutti sanno.
Con questo spirito di curiosità, noi di Info Data siamo andati alla ricerca di un paio di numeri che ci raccontano alcune sfaccettature di questo mondo videoludico che vi vogliamo appunto presentare come siamo soliti fare, ossia con i dati alla mano.
I numeri dello streaming
Partiamo col dare un’occhiata a tutto quello che è successo nel 2024 per quanto riguarda lo streaming su Twitch e, grazie ai dati messi a disposizione da csdb.gg, capire quali sono stati i trend di quest’anno, decretandoli con un particolare indice costituito da molteplici fattori quantitativi, tra i quali abbiamo riportato il numero medio di spettatori giornalieri, il picco di spettatori in streaming, le ore di stream viste nell’anno ed infine il totale delle ore trasmesse.
League of Legends con uno score di 90,9 (su base 100) si impone nella lista dei top 10 titoli presi in esame, sorpassando Gran Theft Auto V (90,0) e Fortnite (89,3) che chiudono rispettivamente al secondo e terzo posto pur presentando due dei valori massimi a testa per quanto riguarda i quattro fattori riportati nel grafico.
Il titolo di Rockstar Games infatti ha conseguito il primato per numero di spettatori giornalieri (oltre 170mila) e per numero di ore viste di stream (poco meno di 1,5 miliardi), mentre il battle royale di Epic Games si prende la soddisfazione di poter vantare il picco più alto di spettatori (3,2 milioni) ed anche il maggior numero di ore complessive “streamate” (69,8 milioni).
La top 10 in cui League of Legends figura in prima posizione grazie a due secondi posti relativi (prime tre voci riportate nel grafico) si va poi a completare con altri titoli molto noti tra i videogiocatori come VALORANT (score complessivo 87,3), Counter-Strike (84,6), Dota 2 (82,5), Minercraft (81,3), Call of Duty (76,7), l’intramontabile ed eterno World of Warcraft (75,9) e Elden Ring (75,4).
Il fascino del retro
E se lo streaming è ovviamente un fenomeno che riguarda in primis i titoli più recenti, non bisogna dimenticare che i videogiochi sono – per molti – una passione che parte da lontano, con un fascino che si perde un po’ nelle pieghe del tempo e della nostalgia che rendono intramontabili alcuni amori videoludici anche ai tempi della ricerca assoluta della perfezione tecnica.
Ne è una dimostrazione il fatto che molto giochi pubblicati all’incirca nel periodo di lancio di Xbox 360 e Playstation 3 – vale a dire due generazioni indietro nell’ambito delle console – siano ancora molto amati dagli appassionati come ha riportato un approfondimento condotto da Spades.co.
Analizzando i dati di Google Keyword Planner per i top 100 giochi retrocompatibili in merito ad intenzioni di download e/o gioco effettivo, sono emersi dei numeri davvero di assoluto rilievo in fatto di ricerche mensili.
Call of Duty: Modern Warfare 2 è il titolo retrò numero uno che i giocatori desiderano rigiocare e se lo status iconico del gioco non è mai stato in discussione, qui si è consolidato.
A livello globale, la media delle ricerche mensili dei termini analizzati riguardanti il classico sviluppato da Infinity Ward, pubblicato nel 2009, ha raggiunto quota 2.431.692, oltre 600.000 in più rispetto al secondo gioco in classifica.
Assassin’s Creed è proprio il secondo titolo in questione, con le ricerche dei giocatori sull’iconico game del 2007 che raggiungono una media mensile di 1.765.606, mentre Plants vs. Zombies, che segna una leggera anomalia in fatto di stile rispetto alla natura dei primi dieci classici, si colloca al terzo posto con un enorme volume di ricerca mensile medio di 1.530.198, specialmente se si pensa a quanto differisca appunto dagli altri titoli.
Mortal Kombat figura come il quarto classico più cercato ed anche l’ultimo della lista con almeno un milione di ricerche medie mensili e, nonostante sia nato con un motore di combattimento 2D, che risale ormai al 1993, è arrivato sulle console Xbox 360 e PS3 nel 2011 accumulando nel tempo un volume di ricerca mensile medio poco inferiore al milione e trecentomila.
Osservando anche la parte restante della top 10 è chiaro che i titoli fanno parte ovviamente di una specie di soft retro, parlando appunto di due generazioni indietro, ma fa comunque molto piacere vedere che ancora oggi certi nomi come Call of Duty Ghosts, Grand Theft Auto IV, Dead Space, Saints Row, Red Dead Redemption e Dark Souls suscitino ancora l’interesse di tanti videogiocatori sparsi per la rete.
Passione o anche lavoro?
Chiudiamo questa carrellata di curiosità con un aspetto non meno importante come quello prettamente economico che però non si vuole concentrare sulle spese (per l’acquisto dei videogiochi) quanto più sulle entrate che vengono generate dai tornei competitivi e che hanno – di fatto – consacrato il fenomeno degli eSport di cui ci siamo già occupati anche in passato .
Uno studio condotto da gamdom.com (basato sui dati di esportsearnings.com) ha preso in esame i montepremi dei cinquecento tornei più remunerativi, evidenziando come alcuni di questi risalgano addirittura al lontano 2011 quando il concetto di eSport non era così sdoganato come negli ultimi anni in cui, anche nel panorama italiano, la professione di “atleta digitale” viene presa davvero sul serio un po’ come accade nel resto del mondo, con tanto di squadre, preparatori e mental coach.
Dota 2 domina il panorama degli eSport con i premi complessivi più alti e dei 73 giochi rappresentati nei primi 500 tornei per montepremi, ha ben 60 eventi in questa lista, avendo pagato oltre 212 milioni di sterline, a fronte di un montepremi medio per evento di circa 3,6 milioni.
Oltre a detenere il record del montepremi più ricco in assoluto, i sette tornei con i premi più ricchi appartengono tutti a questo titolo multiplayer di strategia in tempo reale, diretto discendente di Defense of the Ancient (DotA).
Fortnite si piazza al secondo posto distribuendo complessivamente più di 76 milioni di sterline, con una media per evento di oltre 1,1 milioni, ma togliendosi la soddisfazione di poter vantare il maggior numero di tornei dentro la top 500 con ben 69 eventi.
Sul terzo gradino del podio troviamo PUBG (PlayerUnknown’s Battlegrounds), con 43 tornei tra i più ricchi, che ha assegnato 66 milioni in premi totali (media di 1,5 milioni per torneo bissando al terzo anche in questo caso).
Vi lasciamo quindi consultare la parte restante della top 10 per vedere se – magari – vi possiate riscoprire un po’ più “pro” di quanto non pensaste e prendere in considerazione l’idea di cimentarvi con il vostro videogioco preferito avendo qualche stimolo in più.
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