Nel 2023 sono state a rischio povertà quasi 72 milioni di persone, poco più del 16% della popolazione totale che vive nei Paesi appartenenti all’Unione Europea. A livello regionale, ben 10 aree del vecchio continente hanno superato la soglia di povertà del 30%. Tre di queste sono italiane. Ecco cosa ci dicono le rilevazioni presenti nell’ultimo rapporto dell’Ufficio statistico dell’Unione Europea, l’Eurostat, che parlano di profonde disparità sociali ed economiche, soprattutto nel Sud europeo. Ma quali Paesi UE sono i più a rischio povertà? E come è andata negli anni precedenti?
Prima di entrare nel vivo dello studio, facciamo una precisazione sul metodo di definizione dei dati. Il tasso di rischio di povertà (AROP) è la percentuale di persone con un reddito disponibile equivalente (dopo i trasferimenti sociali) inferiore alla soglia di rischio di povertà (che è fissata al 60% del reddito disponibile mediano della nazione di appartenenza). Questo indicatore non misura la ricchezza o la povertà, ma il basso reddito rispetto agli altri residenti nel Paese, che non implica necessariamente un basso tenore di vita.
Tornando a quanto rilevato nel rapporto dell’Ufficio statistico europeo, le quote più alte del tasso di rischio di povertà sono state riscontrate nella regione più esterna della Francia, la Guyana, dove più della metà della popolazione (precisamente il 53%) nello scorso anno era a rischio di indigenza. Viene seguita dalle regioni italiane della Calabria (con il 40,6%), dalla Sicilia (con una quota pari al 38%) e dalla Campania (con il 36,1%). In questo scenario, tuttavia, bisogna tenere conto che altre aree della penisola sono fatte salve per via di poche manciate di punti percentuali dalle 10 regioni che a livello continentale sono definite le peggiori per rischio di povertà. Infatti, sia la Sardegna (con un tasso pari al 29%), sia Basilicata e Puglia (entrambe al 24,5%) sono da considerarsi ad un passo dal superare la soglia del 30%. Del resto, quella della povertà in Italia, è una faccenda tristemente nota. Secondo i più recenti dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, l’Istat, il 9,7% della popolazione italiana (5,7 milioni di persone) è attualmente in condizione di povertà assoluta. Noi di InfoData ne avevamo parlato in precedenti articoli.
Per contro, 26 regioni europee hanno registrato quote inferiori al 10%, e una di queste è italiana. Qui spicca fra tutte la regione rumena di Bucureşti-Ilfov, dove si è registrato il tasso più basso di persone a rischio di povertà (2,1%). La segue la nostra Bolzano (con un 3,1%) insieme alla belga Oost-Vlaanderen (5,4%). Una magra consolazione per il Bel Paese, riscontrabile anche nel minimo rientro del tasso di rischio di povertà rispetto agli anni precedenti (nel 2023 avevamo raggiunto una media del 18,9%, mentre negli scorsi anni eravamo intorno al 20%). Ciò non toglie, tuttavia, che rispetto alla media dei Paesi UE registriamo circa tre punti percentuali in più, senza contare che guardando a Paesi come la Danimarca o anche la Francia, la nostra media è superiore di ben otto punti. Numeriche che sarebbe opportuno far assottigliare, considerando il peso umano che esprimono.
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