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scienze

Cosa abbiamo respirato nel 2024? I primi dati sulla qualità dell’aria di Ispra

Il 30 marzo scorso si è registrato quello che viene definito “un episodio importante di sabbia sahariana” sia in Europa sia in Italia. E proprio nel nostro Paese, nello specifico in Sicilia, la previsione ha sfiorato i 100 microg/m3 (limite di legge 50).

Il tutto grazie a Forair-It, uno dei 3 modelli nazionali che compongono l’ensemble del progetto National Collaboration Programme Italia di Copernicus atmosfera (CAMS). Attraverso questi strumenti  (lo stesso modello è l’unico italiano a fare parte dell’ensemble degli 11 modelli europei CAMS) si può rilevare anche la presenza di pollini e di quelli delle specie allergeniche presenti nel Mediterraneo.

A portare avanti questo progetto, che terminato il primo step è entrato nella seconda fase, è un gruppo di lavoro con l’Ispra capofila e a cui partecipano anche l’Enea, Cnr-Isac, Università di Roma-Tor Vergata, Consorzio italiano della Copernicus Academy e da 8 delle 21 Agenzie regionali/provinciali per la protezione dell’ambiente (Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Liguria, Piemonte, Veneto, Umbria, Valle d’Aosta). «Un po’ di lavoro è stato già fatto e questa è la fase due di un progetto che ha avuto la prima parte dal 2022 al 2024 – sottolinea Antonio Piersanti, del Laboratorio modelli e misure per la qualità dell’aria e osservazioni climatiche -. Come Enea siamo uno dei 3 modelli previsionali che dialogano tra loro».

L’accordo, che nasce all’interno del Forum Nazionale degli Utenti Copernicus, ha una durata di tre anni e arriva dopo una lunga collaborazione .

Tra i vari utilizzi, l’uso dei prodotti Cams, come sottolineano dall’Ispra «aiuterà a ottimizzare la misurazione delle polveri desertiche sul territorio nazionale. Infatti, similmente alla maggior parte dei paesi del sud Europa, l’Italia è frequentemente affetta da episodi di trasporto di tali polveri che influiscono sulla qualità dell’aria e si aggiungono al materiale particolato di origine antropica portando, a volte, al superamento dei limiti imposti dalla direttiva europea». Il sistema previsionale Forair-It è costituito da un modulo per la previsione meteorologica e un modulo per il calcolo delle emissioni inquinanti, che forniscono i dati in ingresso a un modello matematico di trasporto e trasformazione degli inquinanti in atmosfera. Il sistema produce la previsione delle concentrazioni orarie dei principali inquinanti di interesse ambientale e sanitario (PM10 e PM2.5, NO 2, O 3), per i successivi 3 giorni.

Intanto cominciano ad arrivare anche i dati sulla qualità dell’aria del 2024. Il Sistema nazionale per la protezione ambiente (che fa riferimento all’Ispra) ha già reso noti alcuni risultati.

In Piemonte le concentrazioni medie annue di PM10 rilevate nel 2024 risultano essere inferiori o uguali a quelle dell’anno precedente nell’85% delle stazioni e alla quasi totalità delle stazioni rispetto all’anno 2022. Anche nel 2024, come nei sei anni precedenti, il valore limite della media annuale per il PM10, pari a 40 µg/m3, non è stato superato in alcuna stazione della rete regionale.

Situazione immutata anche in Veneto dove da una prima fotografia sintetica, viene evidenziato che il valore limite annuale del biossido di azoto è rispettato per il quanto anno consecutivo, con concentrazioni tendenzialmente inferiori al triennio 2020-2022. Anche i valori medi annuali di particolato PM10 e PM2.5 sono inferiori ai limiti in tutte le centraline della rete, con concentrazioni in linea o in lieve calo rispetto al 2023: per il PM2.5 si tratta del quarto anno consecutivo di rispetto totale della soglia di legge, mentre per il PM10 questo risultato è consolidato dal 2018. «Rimane ancora diffuso il superamento del valore limite giornaliero per il PM10, che nel 2024 è stato rispettato in 10 centraline su 39 con un numero di superamenti tendenzialmente inferiore al biennio precedente.»Per l’ozono, nonostante un’estate caratterizzata da periodi di caldo intenso, gli episodi di superamento della soglia di informazione «sono stati significativamente più bassi del 2023, anno già caratterizzato da picchi poco frequenti». In Friuli Venezia Giulia le stime confermano l’andamento dell’anno precedente con il «rispetto degli attuali limiti normativi per gran parte degli inquinanti normati».

In  Liguria prosegue discesa dei valori di inquinanti misurati dalla rete di riferimento, composta l’anno scorso da 44 centraline fisse, certificate e manutenute, suddivise in tre diverse tipologie (fondo, industriale, traffico).

In Emilia-Romagna i livelli misurati dalla rete regionale della qualità dell’aria continuano a mostrare per tutti gli inquinanti concentrazioni medie in linea o inferiori rispetto alla variabilità dell’ultimo quinquennio.

Per quanto riguarda il valore limite giornaliero di PM10, gennaio e febbraio hanno presentato diversi episodi di superamenti protratti, dovuti a condizioni meteorologiche favorevoli all’accumulo degli inquinanti. Nella parte finale dell’anno, a ottobre, novembre e dicembre sono stati osservati superamenti sporadici o di minore persistenza.

Nel territorio regionale del Lazio «nessuna stazione ha registrato superamenti dei limiti per benzene, biossido di zolfo o monossido di carbonio».

Per quanto riguarda le polveri sottili, «nessuna stazione ha superato il valore limite per la media annua di PM2,5 e PM10».

Per quanto riguarda l’ozono, la soglia di allarme non è stata mai raggiunta in nessuna stazione.

Nelle Marche, il valore limite giornaliero di PM10 (50 μg/m3) – da non superare per più di 35 giorni l’anno – nel 2024 è stato rispettato per il quinto anno consecutivo in tutte le 17 stazioni della rete di monitoraggio regionale che lo misurano, così come la media annua dello stesso inquinante (40 µg/m3), che è rimasta ovunque inferiore ai limiti di legge.

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