Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
economia

In Italia sempre più soci stranieri per le imprese digitali, che continuano a crescere, ma solo in alcune aree

Nel 2024 sono circa 68 mila le aziende italiane operanti nei settori di attività del digitale, come possono essere l’e-commerce, i servizi internet, l’elaborazione dati, la produzione di software e l’edizione di altri software. Una demografia in crescita del 23% rispetto al 2020, quando le imprese del settore erano intorno alle 55 mila unità. Sono queste le elaborazioni di InfoCamere, la società delle Camere di Commercio per l’innovazione, sulla base dei dati proveniente dal Registro delle Imprese. Ma dove si trova la maggiore densità delle imprese digitali? Dov’è cresciuta maggiormente la loro numerosità? E a cosa è ascrivibile il fenomeno dell’incremento di società digitali in cui è presente almeno un socio estero?

Partiamo col dire che la distribuzione geografica delle fabbriche del digitale dimostra uno squilibrio consistente tra le varie aree geografiche della penisola. Il picco massimo di densità lo troviamo nel Nord Ovest, dove sono presenti il 60,6% delle aziende, dall’altro lato del settentrione, nel Nord Est, troviamo invece il 15,5% che vede la sua quota di aziende superata dal Centro, dal Sud Italia e dalle Isole, dove complessivamente la densità si aggira intorno al 24%. Inoltre, è proprio in queste macroaree che si riscontra un’accentuata variazione della numerosità di imprese digitali rispetto ai dati del 2020. Si pensi ad esempio al Mezzogiorno e alle Isole, dove l’incremento della densità è stato più marcato, realizzando un +31% di unità rispetto al 2020. Nel Centro Italia, invece, la percentuale di numerosità delle aziende digitali è calata di quasi 14 punti percentuali

In questo contesto di forte evoluzione sarebbe bene esaminare un fenomeno in ascesa: nel 2024 è aumentata la numerosità delle imprese digitali in cui è presente come socio una persona giuridica estera. Queste società passano dalle 1,8 mila unità del 2020 alle 2,5 mila del 2024, registrando quindi un incremento del +34,4% e un’incidenza sul totale delle imprese digitali che passa da 3,3 a 3,6 punti percentuali. Inoltre, tra le 2,4 mila aziende con almeno un socio estero, il 70% presenta la maggioranza delle quote nelle mani delle entità estere, che quindi possono esercitarne il controllo. A riguardo è opportuno precisare che tale fenomeno è stato registrato per molti settori. Infatti, in Italia, 31,7 mila aziende hanno un azionista estero che detiene il pacchetto di maggioranza. Queste società hanno una produzione complessiva di circa 372 miliardi di euro nel 2023. Del resto, settori come il commercio e l’alta tecnologia attirano investimenti, con il 48,8% della manifattura avanzata in mano a capitali esteri. Le imprese digitali, appunto, non sono da meno. Secondo i dati delle Camere di Commercio, benché in questo ambito altamente tecnologico la quota di proprietà in mano straniera rappresenti appena il 3,6% del totale, è a loro ascrivibile il 20% del valore della produzione complessivamente generato dalle aziende digitali. Questo significa, secondo quanto riportato da InfoCamere, che gli investimenti esteri nelle imprese digitali italiane si concentrano sulle realtà più grandi o che avvengano a sostegno di ambizioni percorsi di crescita. Qualunque sia la ratio, resta il fatto che le imprese che hanno una maggiore possibilità di incidere sulle traiettorie di sviluppo dei settori hanno soci esteri nel capitale.