Di quanta energia elettrica ha bisogno l’industria europea? E quali sono le zone con il maggior fabbisogno di corrente per alimentare gli impianti di produzione? La risposta a questa domanda sta nello EU Energy Atlas, documento redatto dal Joint Research Center, il centro di ricerca dell’Unione europea, e rilasciato nell’aprile dello scorso anno. Osservatorio Balcani-Caucaso ha aperto questi dati e li ha resi disponibili ai membri dello European Datajournalism Network, rete di testate delle quali fa parte anche Il Sole24Ore.
Ed è appunto impiegando queste informazioni che InfoData ha costruito la mappa che apre questo pezzo, nella quale è rappresentato il fabbisogno di energia elettrica dell’industria. I dati sono forniti a livello di Nuts3, indicatore geografico europeo che corrisponde alle province italiane. E quindi, dove le industrie consumano più corrente elettrica?
Il valore più alto si registra in Finlandia, nella provincia Helsinki-Uusimaa, che è quella in cui si trova la capitale finlandese. Qui il fabbisogno di corrente elettrica è pari a 883 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Unità di misura, quest’ultima, che viene impiegata come standard per permettere il confronto tra diverse fonti di energia. Una tonnellata di petrolio equivalente corrisponde all’energia liberata dalla combustione di una tonnellata di petrolio greggio, ovvero 11,63 MWh.
Dietro la capitale finlandese c’è una provincia italiana che, inaspettatamente, non si trova nel nord industrializzato. Si tratta infatti di Taranto, con un fabbisogno pari a 771 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia elettrica. Facile immaginare che il maggiore responsabile di questi consumi siano gli stabilimenti siderurgici dell’ex Ilva. Dietro la città pugliese c’è quindi la municipalità di Barcellona, con 735 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
Per apprezzare meglio la situazione all’interno di una singola nazione è possibile utilizzare il filtro posto al di sotto della mappa (in alto a sinistra per chi leggesse da desk). Zoomando sull’Italia si scopre così che la seconda provincia per fabbisogno è quella di Brescia, con 459 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, seguita da Milano, che ne consuma solo 46mila in meno, e Bergamo, con 421 milioni di tonnellate. Ultima in classifica Enna, con un fabbisogno di appena 2,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.